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 2010  novembre 16 Martedì calendario

La lotta ai fannulloni ci farà risparmiare 62 miliardi in 5 anni - «Le aziende private fanno più produttività con meno sol­di e meno dipendenti: perché la pubblica amministrazione non dovrebbe raccogliere la sfida?»

La lotta ai fannulloni ci farà risparmiare 62 miliardi in 5 anni - «Le aziende private fanno più produttività con meno sol­di e meno dipendenti: perché la pubblica amministrazione non dovrebbe raccogliere la sfida?». La domanda del mini­stro Renato Brunetta non è re­torica, perché lui una risposta ce l’ha già. Sono i primi frutti della riforma che porta il suo nome, quella della guerra ai fannulloni; cifre che Brunetta ha elencato ieri alle 40 delega­zioni governative di tutto il mondo,dall’Australia al Cana­da, riunite nella sua Venezia per un seminario dell’Ocse sul contributo che le burocrazie possono dare all’uscita dalla crisi. Sembra una contraddizione in termini: eppure il simbolo dello sperpero, cioè i bilanci dello stato e gli uffici pubblici, può aiutare risparmio e cresci­ta. Nel quinquennio 2008-13 la correzione dei conti pubbli­ci dovuta alla riforma Brunetta contribuirà all’azione di risa­namento per 62 miliardi di eu­ro complessivi. Il numero di di­pendenti pubblici, già ridotto di 70mila unità in due anni, continuerà a diminuire fino a un taglio complessivo di 300mila addetti entro il 2012. Questo calo dell’occupazione (pari all’8,4 per cento) signifi­ca un aumento medio di pro­duttività del 2 per cento circa. Il contrasto all’assenteismo ha tagliato del 35 per cento le as­senze per malattia e 65mila persone sono state «riportate al lavoro». E nel 2008 le politi­che di « cutting red tape », cioè l’eliminazione di varie incom­benze burocratiche, ha origi­nato risparmi stimati in 5,5 mi­liardi di euro. Ma la lotta agli sfaccendati pubblici non è l’unico fronte ad aver meritato all’Italia il plauso dell’Ocse, che alla mo­dernizzazione della cosa pub­blica nostrana ha realizzato uno studio presentato ieri (per ora solo in inglese ma presto tradotto in italiano). Nel com­puto si inseriscono anche la scuola e la sanità. «Sono già pronti e disponibili tutti gli strumenti tecnologici per ge­stire in via telematica i rappor­ti tra scuole e famiglie », ha spie­gato Brunetta: orari, voti, co­municazioni, assenze posso­no essere on-line, basta che presidi e genitori lo vogliano. Nella sanità la situazione è più articolata perché l’elimina­zione dei passaggi burocratici è affidata alle regioni e alcune (Lombardia in testa, ma anche Emilia, Veneto, Toscana, La­zio, Campania) sono all’avan­guardia. Il ministro ha annun­ciato che entro sei mesi tutti i medici potranno rilasciare ri­cette on-line ed entro un anno anche i fascicoli sanitari po­tranno essere consultati sul web, mentre si sta lavorando sui sistemi di prenotazioni sa­nitarie on-line. «Questo è un vantaggio per i cittadini ma an­che per le imprese», ha detto Brunetta. Esempio: in passato il dipendente malato doveva spedire due raccomandate con i certificati medici, una al­l’azienda e l’altra all’Inps, mentre ora è il medico a comu­nicare all’ente previdenziale in tempo reale sul web la malat­tia del lavoratore, e a sua volta l’Inps avvertirà il datore di la­voro; tutto a costo zero. «Sol­tanto di spese postali il rispar­mio è calcolato in 500 milioni di euro- ha dettagliato Brunet­ta - cui si aggiunge la minore possibilità di commettere truf­fe e abusi con errori più o me­n­o voluti nei ticket e nelle auto­certificazioni ». Il ministro non ha nascosto che si poteva fare di più. La spe­sa p­er la pubblica amministra­zione è stata congelata, non ta­gliata, a differenza di quanto hanno fatto altri Paesi. Il Cana­da per esempio, ha spiegato ie­ri il ministro Stockwell Day, ha bloccato la spesa operativa e imposto tagli del 5 per cento agli esborsi dei ministeri, oltre ad aver introdotto una serie di incentivi per i dipendenti pub­blici che presenteranno pro­getti efficaci di risparmio. An­che il nuovo governo inglese di David Cameron si prefigge massicci tagli:«L’obiettivo è ri­du­rre i costi della pubblica am­ministrazione di un terzo sen­za diminuire i servizi favoren­do la formazione di cooperati­ve tra ex dipendenti pubblici cui trasferire parte del lavoro». Insomma, le ricette perché gli apparati statali spendano meno sono molteplici e fanta­siose. Brunetta è un apripista, avendo un’esperienza di due anni e mezzo. E se il governo dovesse andare a casa? «An­che se ogni ministro è pro- tem­pore, e io ora mi sento pro-tem­pore al quadrato- risponde se­rafico Brunetta - vado avanti come se avessi di fronte l’eter­nità ».