Enrico Groppali, il Giornale 14/11/2010, pagina 26, 14 novembre 2010
Giorgio Albertazzi: «Sono come Picasso vinto dalle donne» - Incontrarlo mentre, col suo berrettino da ciclista, si dirige a passo marziale verso il Piccolo Teatro per l’ennesima replica della Casa di Ramallah , la novità di Tarantino dove, nei cenci variopinti di un misero arabo, paragona la morte dello spirito alla dipartita dalla vita, è già di per sé uno spettacolo
Giorgio Albertazzi: «Sono come Picasso vinto dalle donne» - Incontrarlo mentre, col suo berrettino da ciclista, si dirige a passo marziale verso il Piccolo Teatro per l’ennesima replica della Casa di Ramallah , la novità di Tarantino dove, nei cenci variopinti di un misero arabo, paragona la morte dello spirito alla dipartita dalla vita, è già di per sé uno spettacolo. Perché Giorgio Albertazzi è magicamente ringiovanito. E non solo - come lui stesso confida - a detta dei medici. «Mi sento come Gurdjieff », annuncia orgoglioso, «quando dichiarava che la vita umana è uno stato di veglia prossima al sogno. Infatti secondo la sua ricetta non avrei 8 7 anni m a 17: l’età di un fanciullo appena sbocciato che va in cerca di emozioni » . Detto da lei, non è certo una novità. Cosa sarebbe Albertazzi se non un vulcano in continua eruzione? «Grazie del complimento, anche se in un certo senso sto forse esagerando...». Come mai? «Perché non riesco a star fermo. Mi sento sperduto nei panni dell’arabo che deplora l’immolazione della figlia. Dentro di me mi sento già Picasso alle prese con le donne della sua lunghissima vita. Anche se temo, quando l o incarnerò, d i vivere il dramma di Sardanapalo » . Non sarà un passo indietro? «Sì e no. In fondo Picasso, anche se non è morto tra le sue devotissime concubine come il re assiro, per tutta la vita è stato sopraffatto dalle femmine di cui è stato vittima, come è accaduto a me». Allude al suo privato o allo spettacolo che si prepara a varare? «All’una e all’altra cosa, come sempre mi accade. Lo sa benissimo chi lavora con me. Dall’ultima segretaria alla primadonna di turno chi entra nel mio cerchio magico può attendersi di tutto dall’elfo Albertazzi. Di volta in volta un Puck che distilla balsami o un Macbeth che trangugia veleni » . Come rivivrà Picasso sotto i tratti beffardi dell’uomo che fino a ieri è stato Lear? «Ahi ahi, ha messo il dito sulla piaga! Se Lear, nello spettacolo di Latella era un pezzo di marmo pario asciugato dagli eventi, il Picasso che, con la regia di Calenda, debutterà il 15 marzo al Quirino d i Roma, sarà u n simbolo... » . Un simbolo di che cosa? «Un simbolo di carne e sangue che, nei sotterranei di Parigi occupata, crea, compone, discetta e ritaglia sulla pelle degli amici con cui condivide la sua battaglia contro l’orrore della guerra, un testo che anticipa ogni e qualsiasi rivolta». Di che cosa si tratta? «Del suo copione Il desiderio preso per la coda , dove Sartre e Camus si chiamano Cipolla ma anche Angoscia Grassa, dove Dora Maar è la più bella Torta che si può assaporare mentre Alice Toklas cucina agli ordini di Gertrude Stein un piatto succulento che si chiama Silenzio, dove... » . Ma non teme che in questo caos di idee in libertà Picasso si trasformi in un McDonald’s? «Che male ci sarebbe se al posto dell’hamburger noi gli offrissimo cultura al gratin ?» Mi ha quasi convinto. Ma non sarà il suo canto del cigno? «Giammai! Lo sa o no che subito dopo, tra maggio e giugno prossimi, a Siracusa sarò Peleo nell’ Andromaca ?». Nel ruolo del deus-ex-machina che risolve l’azione? «No, perché sarò un Dio che, abbattuta l’idea platonica dell’amore, risuscita l’eros. Come Ungaretti quand o cantava a ottant’anni l’incanto di una coscia di donna » .