MARCO ALFIERI, La Stampa 16/11/2010, pagina 9, 16 novembre 2010
Pisapia: la Moratti è al capolinea - Adesso bisogna allargare la coalizione e sfruttare la scesa in campo di un terzo polo
Pisapia: la Moratti è al capolinea - Adesso bisogna allargare la coalizione e sfruttare la scesa in campo di un terzo polo. Non possiamo perdere un solo voto a sinistra, e insieme prenderne molti dai delusi della Moratti. Recuperando quella tradizione di riformismo municipale, quando la sinistra vinceva e Milano era una capitale europea...». Il giorno dopo il trionfo alle primarie del centrosinistra, Giuliano Pisapia, gran borghese progressista, è stravolto ma felice. Vorrebbe riposarsi qualche ora, ma l’adrenalina e l’emozione non lo consentono. Avvocato, col suo profilo politico sarà dura convincere i delusi del centrodestra. Come si conquista Milano partendo così da sinistra? «Senza smarcarmi dalla mia storia, trovando convergenze con gli elettori moderati delusi. Su elezioni locali si può fare». In che modo? «Le posizioni eticamente sensibili resteranno fuori dall’agenda comunale. Invece sui temi del Welfare cittadino, sulla costruzione di una città più moderna partendo dai bisogni della gente, è possibile dialogare. E’ nelle mie caratteristiche farlo». La sua vittoria ha schiantato il Pd. I vertici locali hanno rimesso il mandato. Tutti parlano del trionfo di Pisapia e dunque di Nichi Vendola... «Non entro nel dibattito interno al Pd. Anzi li ringrazio per il pieno appoggio nella sfida contro Letizia Moratti. Quanto alla valenza nazionale delle primarie, ho preso un impegno: mi occuperò solo e soltanto della nostra città». A proposito: la sinistra a Milano perde ininterrottamente dal 1993. Cos’è mancato finora ai suoi candidati? «Un’identità politica precisa. Si è rincorso di volta in volta la destra sul suo campo. Ad esempio sulla sicurezza». Vuol dire che non esiste una questione sicurezza nelle grandi città del Nord? «Dico che il centrosinistra ha spesso copiato modelli fallaci. Non si danno risposte efficaci prescindendo dall’integrazione. Viale Padova a Milano ne è l’emblema». Un dato che emerge dalle primarie è che la galassia ex socialista ha votato per lei e non per Boeri. «Dov’è la sorpresa? Spesso s’immagina che Milano sia sempre stata una città di destra, inespugnabile. Non è così. Per decenni è stata ben amministrata da giunte riformiste. Pensiamo al socialismo municipale di sindaci come Greppi, Aniasi. A loro si deve la diffusione della cultura, i piani di edilizia popolare, lo sviluppo dei servizi sociali. Milano in quegli anni era una capitale europea, creativa e internazionale. E poi, scusate...». Prego, avvocato. «Grandi città come Berlino o Parigi sono governate da sindaci di sinistra che raccolgono il consenso di vasti ceti moderati». In che cosa Milano oggi è degradata? «Esistono centinaia di luoghi, edifici di quartiere, proprietà comunali dove prima c’era un teatro o un cinema o una piccola biblioteca abbandonati a se stessi. Bisogna restituirli alla città, affidarli al tessuto vivo dell’associazionismo diffuso per sviluppare lavoro, socialità, creatività e aggregazione». Lo sa che senza un terzo polo in campo sarà dura battere il centrodestra? Oggi dovrebbe esserci un incontro tra Albertini e il tridente Fini-Casini-Rutelli... «Molti pensano che un terzo polo sia uno spauracchio. Al contrario se scendesse in campo, sia Gabriele Albertini o Achille Serra il candidato, contribuirebbe a dividere ancora di più il centrodestra, senza toglierci nulla. Sarebbe la certezza di arrivare al ballottaggio, a patto di restare uniti alla meta». Però il proposito di Valerio Onida di fare una sua lista civica nonostante la sconfitta alle primarie, non depone a favore... «Proprio con Onida abbiamo appena deciso di concordare qualsiasi ulteriore iniziativa...».