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 2010  novembre 11 Giovedì calendario

Franco Califano, 72 anni, intervistato dal Corriere della Sera, ha detto di essere rimasto senza soldi, anche per colpa di una caduta: ha tre vertebre rotte e non può più fare le serate che gli garantivano qualche guadagno

Franco Califano, 72 anni, intervistato dal Corriere della Sera, ha detto di essere rimasto senza soldi, anche per colpa di una caduta: ha tre vertebre rotte e non può più fare le serate che gli garantivano qualche guadagno. Dalla Siae riceve 20.000 euro l’anno e così ha pensato di chiedere un vitalizio allo Stato: «Alcuni amici, come il mio medico curante e il senatore Domenico Gramazio del Pdl hanno preso a cuore il mio caso e mi hanno spiegato che esiste una legge, la cosiddetta legge Bacchelli, che prevede un sussidio mensile per persone che abbiano dato lustro alla cultura italiana. Ne so poco, ma mi sembra di avere tutti i requisiti per beneficiarne». Il senatore Gramazio ha confermato: «Presenterò al ministro Bondi la proposta nella quale chiedo di applicare a Califano la legge Bacchelli». Al Tg1 il cantante ha ribadito: «Sono a letto con le vertebre rotte fermo da quattro mesi. Non ho nulla di intestato, né la casa né un box né qualsiasi cosa che possa sostenermi in futuro. Una tomba non me la posso comprare». Il governatore della regione Lazio, Renata Polverini, s’è fatta avanti: «Califano è un cittadino che fa parte del nostro contesto territoriale e quindi se ci sarà bisogno di intervenire lo faremo». Alla fine l’avvocato del cantante ha ridimensionato: «Hanno esagerato, sta poco bene e ora è in via di miglioramento. Più che altro si trova in difficoltà emotiva, ma sicuramente non ci sono le condizioni per chiedere la legge Bacchelli». Lo stesso Califano, in un’intervista al Giornale, ha corretto: «Non ho bisogno di denaro, non ne voglio, mi basta il mio». Non è vero che è povero: «Sono continuamente circondato da gente che mi dice: tu non hai quello che ti meriti, ti dovrebbero dare questo questo e quello». Più che altro vorrebbe un riconoscimento di merito e «un posto dove, quando smetterò di suonare, potermi rifugiare alla sera», perché per il momento vive in affitto.