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 2010  novembre 14 Domenica calendario

LUCA FORNOVO

L’Unione europea, insieme al Fondo monetario internazionale, si prepara a varare un pacchetto di aiuti all’Irlanda che potrebbe essere tra gli 80 e i 90 miliardi di euro. Il via libera agli aiuti, che attingerebbero al superfondo da 750 miliardi predisposto da Ue e Fmi, potrebbe arrivare già martedì quando si riuniranno i ministri finanziari dell’Eurogruppo. L’Ue vuole perdere meno tempo possibile, dopo il caso della Grecia (80 miliardi versati dall’Ue e 30 dal Fmi), pertanto sta facendo pressing sull’Irlanda affinché il Paese accetti gli aiuti comunitari ed eviti di scatenare una nuova bufera sull’Europa.
Ma anche per l’Irlanda, come per la Grecia, di fatto tempo ne è passato molto: la favola della Tigre celtica, col secondo reddito pro-capite dell’Ue, è finita da almeno due anni, quando l’economia irlandese è finita in recessione e con una disoccupazione balzata al 13,7%. Certo la crisi si è poi aggravata tra agosto e settembre di quest’anno con il crac delle banche che ha portato Dublino a nazionalizzare istituti come Anglo Irish e Allied Irish Bank, sobbarcandosi costi per oltre 50 miliardi.
Oggi l’Irlanda, che insieme alla Grecia ha un deficit tra i più alti d’Europa, si appresta a votare una drastica legge finanziaria che prevede un giro di vite di 6 miliardi, prima tappa di un programma d’austerità da 15 miliardi in quattro anni che dovrebbe riportare il deficit dall’astronomico livello del 32% di quest’anno a meno del 3% nel 2014. E vista la situazione, ieri Dublino ha avviato trattative «preliminari» con i rappresentanti europei per l’attivazione del fondo di sostegno creato dall’Unione europea e dal Fmi. I colloqui sono andati avanti tutta la notte e hanno visto schierata anche la Bce che, in una conference call avvenuta intorno alla mezzanotte, avrebbe spinto l’Irlanda a cercare aiuto all’estero entro pochi giorni. Così, nonostante le dichiarazioni ufficiali del ministro delle Finanze, Brian Lenihan, che aveva definito ipotesi del genere come «senza senso», una richiesta di assistenza da parte di Dublino è, secondo funzionari della Bce, ormai probabile. La crisi irlandese sarà sul tavolo alla riunione dell’Eurogruppo di martedì, mentre anche il Fmi è pronto a fare la sua parte, se e quando Dublino lo riterrà necessario. «Tutti sanno - ha spiegato il direttore generale del Fondo Dominique Strauss-Kahn - che la situazione dell’Irlanda è difficile. Finora non ho ricevuto alcun tipo di richiesta e penso che possano gestire bene la situazione». Se però, «domani, fra due mesi o due anni, gli irlandesi volessero il supporto del Fmi, saremmo pronti», ha assicurato.
Il pericolo che Ue e Fmi vogliono evitare è che l’Irlanda crei un effetto domino sull’Europa, coinvolgendo altri Paesi, Portogallo e Spagna in testa. Nei giorni scorsi le tensioni sui titoli di Stato irlandesi (lo spread era salito a 600 punti sul Bund tedesco) hanno fatto schizzare i rendimenti dei bond di Italia (sopra 186 punti), Spagna (220 punti) e Portogallo (430). E proprio da Lisbona è arrivato l’allarme lanciato dal ministro degli Esteri, Luis Amado, su una possibile uscita dall’euro. Se il Portogallo non riuscirà a creare un’ampia coalizione di governo per far fronte alla crisi, ha spiegato, «potrebbe venire costretto ad abbandonare la moneta unica».