http://www.vieusseux.fi.it/cenni_storici/cenni_storici.html, 14 novembre 2010
Il fondatore del Gabinetto scientifico letterario G.P.Vieusseux, inaugurato nella sede di Palazzo Buondelmonti, in Piazza Santa Trinita il 25 gennaio 1820, è un commerciante di origini ginevrine, nato ad Oneglia nel 1779, di cultura illuminista, reduce da un ventennio circa di viaggi mercantili per l’Europa negli anni tra il 1814 e il 1817
Il fondatore del Gabinetto scientifico letterario G.P.Vieusseux, inaugurato nella sede di Palazzo Buondelmonti, in Piazza Santa Trinita il 25 gennaio 1820, è un commerciante di origini ginevrine, nato ad Oneglia nel 1779, di cultura illuminista, reduce da un ventennio circa di viaggi mercantili per l’Europa negli anni tra il 1814 e il 1817. Inserito nel periodo della grande fioritura di istituzioni di iniziativa privata, dove, dietro pagamento di una quota di associazione, si poteva leggere senza acquistare, lo “stabilimento” di Giovan Pietro Vieusseux si affianca ai modelli diffusi in Europa fino dall’inizio del Settecento - cabinets littéraires, circulating libraires, Leihbibliotheken – sicuramente frequentati da Vieusseux durante i suoi soggiorni all’estero. Come annuncia fino dal Manifesto di apertura, del 9 dicembre 1819, il direttore mette a disposizione degli associati una ricca collezione di periodici, giornali e gazzette francesi, inglesi, tedeschi, oltre che italiani, ma anche una “biblioteca consultativa” composta di dizionari, biografie, atlanti, ed altri repertori da consultarsi. A fianco del gabinetto di lettura vero e proprio, intorno al 1822, nasce la biblioteca circolante, con le opere destinate al prestito a domicilio: una biblioteca di testi contemporanei, di novità, creata per soddisfare le esigenze di lettura del pubblico, opportunamente orientato da Vieusseux verso le discipline considerate più educative: la storia, la geografia, i resoconti di viaggi, le scienze, l’economia, la statistica, oltre alla letteratura, in francese, in italiano, in inglese e in altre lingue. Il progetto culturale di Giovan Pietro Vieusseux, che mette la sua impresa al servizio di un’idea di penisola unita che più tardi sarà denominata Risorgimento, si fonda sull’aggregazione, intorno a sé e al proprio Gabinetto, di intellettuali e uomini dotti di varia provenienza, interessati a discutere di problemi politici, legislativi, pedagogici, letterari, ma anche di innovazioni agrarie e di scoperte scientifiche. Tra tutte, si ricordano le serate in onore di Giacomo Leopardi e di Alessandro Manzoni, che si incontrarono proprio nelle sale di Palazzo Buondelmonti nel settembre 1827, poco dopo l’uscita dei Promessi sposi. Parallelamente alle attività dello “stabilimento”, che divenne luogo abituale di ritrovo per i molti stranieri che soggiornavano a Firenze, Vieusseux si fece editore con una serie di riviste, a partire dall’”Antologia” fondata nel 1821, al “Giornale Agrario Toscano” (1827), e alla “Guida dell’Educatore” diretta da Raffaele Lambruschini (1836), fino all”Archivio storico italiano”, avviato nel 1842 e tuttora in corso, dopo essere passato attraverso serie diverse. Dopo il 1848, lo “stabilimento”, insieme ai propri connotati squisitamente politici, perde progressivamente le caratteristiche del luogo di aggregazione e di socialità, sviluppando invece quella funzione del prestito che nei primi trenta anni è solo una delle tante attività. In questa nuova fase, diventano centrali i registri del prestito, allestiti agli inizi degli anni Cinquanta per gestire il servizio della Biblioteca circolante, con il sistema di registrazione dei nomi dei lettori, apposti in calce sotto il titolo di ogni opera destinata alla lettura a domicilio. Alla morte di Vieusseux, nel 1863, dopo oltre quaranta anni di intensa attività, il Gabinetto può vantare un patrimonio di circa 300 periodici, 270 opere di consultazione e oltre 11.000 volumi della biblioteca circolante, di cui il 46,8% in francese, il 24,7% in inglese, il 24,6% in italiano e poco meno del 2% in tedesco. Gli abbonati al Gabinetto, registrati nel Libro dei soci fino dal primo giorno, sono prevalentemente viaggiatori stranieri di varia provenienza – inglesi, americani, francesi, tedeschi, russi, polacchi, svizzeri etc. – tra i quali spiccano molti nomi celebri: da Schopenhauer a Stendhal, da Fenimore Cooper a Berlioz, da Liszt a Dostoevskij. Complessivamente, nel primo quarantennio, si contano 30.000 associazioni. Dopo la morte del fondatore, in coincidenza con l’acquisita unità d’Italia e le mutate condizioni politiche e sociali, lo “stabilimento”, diretto dal nipote-erede Eugenio Vieusseux, intensifica le funzioni della biblioteca circolante, che si arricchisce di novità letterarie (in prevalenza romanzi) provenienti tempestivamente dalla Francia, dall’Inghilterra, dalla Germania, dalla Russia, oltre che dall’Italia. La fortuna di questa biblioteca, ricchissima di letteratura in lingua originale e nelle principali traduzioni, ma anche di opere di storia, biografie, viaggi, si protrae fino al nuovo secolo, che vede alla guida del Gabinetto il figlio di Eugenio, Carlo Vieusseux, dal 1892. Gli abbonamenti continuano a crescere, insieme alla fama dello stabilimento: un “cabinet de lecture admirablement monté” scriverà André Gide all’amico Ruyters nel 1895, tappa d’obbligo per scrittori e artisti stranieri, da Mark Twain a Zola, da James a Gertrude Stein, da Isadora Duncan a Kipling, da Huxley a D.H. Lawrence, per citarne solo alcuni Nel 1919 Carlo Vieusseux stipula la cessione del Gabinetto e della Biblioteca al Credito Italiano, che diventa proprietaro anche dell’edificio, contiguo alla sede della sua filiale di Firenze, in via dei Vecchietti 7, ma due anni dopo il Credito, in difficoltà per la gestione del Gabinetto, cede il “prezioso ingombro” al Comune di Firenze, che nel 1925 completa l’opera di definizione giuridica, facendo del Gabinetto G.P.Vieusseux un Ente morale, con un Consiglio d’Amministrazione presieduto dal Podestà (all’epoca Paolo Emilio Pavolini), composto di sette membri, e un proprio Statuto tuttora vigente, salvo alcune revisioni. Sostanzialmente un’istituzione autonoma, gestita finanziariamente dal Comune, impegnata a conservare l’esercizio del Gabinetto, come recita lo Statuto, «secondo le sue nobili tradizioni e facendo più intense le sue funzioni di cultura e di studi». Tra il 1925 e il 1938 si alternano alla direzione dell’Istituto due giovani letterati di area ‘solariana’, il germanista Bonaventura Tecchi, fino al 1929, e poi Eugenio Montale, destituito dall’incarico, dopo anni burrascosi e di grave crisi finanziaria, il 1° dicembre 1938, in quanto non iscritto al Partito fascista. Il licenziamento di Montale coincide con la decisione, da parte del Podestà Venerosi Pesciolini e di tutto il CdA, presieduto da Jacopo Mazzei, di sviluppare le funzioni politiche del Vieusseux, sulla base delle trattative corse col Federale e col Commissario dell’Azienda di Turismo: il primo passo è il trasferimento a palazzo Strozzi, recentemente restaurato, che dovrà diventare il “centro dell’attività intellettuale, culturale e turistica di Firenze”. A pochi mesi di distanza dall’inaugurazione della nuova sede, preparato dal capillare lavoro di riordino delle collezioni svolto dal bibliotecario Rodolfo Ciullini, nel maggio 1941 viene nominato direttore Alessandro Bonsanti, in contatto con il Vieusseux fino dalla metà degli anni Venti, nella sede del Palagio di Parte Guelfa, dove viene concepita la rivista “Solaria”. L’operato quarantennale di Bonsanti, che rimarrà alla guida dell’Istituto fino al 1980, prende le mosse dalla valorizzazione della “grande biblioteca circolante di opere contemporanee”, fondamento di un istituto di cultura solido e versatile, al centro della vita culturale della città. Oltre all’attività della biblioteca, accompagnata dalla pubblicazione del “Bollettino delle pubblicazioni italiane e straniere” (fondato da Tecchi nel 1925), a partire dagli anni Cinquanta vengono organizzate mostre, presentazioni di libri, convegni, fino all’iniziativa editoriale del periodico ”Antologia Vieusseux”, fondato nel 1966, in linea con il modello ottocentesco di Giovan Pietro Vieusseux. Alla nascita della rivista segue, nel novembre dello stesso anno, l’evento funesto dell’alluvione, che colpisce gravemente le collezioni della biblioteca raccolte durante un secolo e mezzo, ad esclusione del fondo Prime edizioni francesi e i periodici stranieri dell’Ottocento. I volumi danneggiati (circa 250.000 volumi sui 400.000 complessivi) vengono trasportati a Palazzo Acciaiuoli, alla Certosa del Galluzzo, dove viene allestito un Centro di Recupero (per le opere posteriori al 1850) e un Laboratorio di Restauro (per le opere anteriori al 1850 e il materiale d’archivio). Il direttore Bonsanti si adopera fortemente non solo per “riuscire nell’opera risanatrice”, ma anche per riattivare il prima possibile le funzioni della Biblioteca, “almeno per quanto riguarda le novità librarie limitatamente al prestito”, non dimenticando che i libri alluvionati trasporati alla Certosa dovranno essere “egualmente offerti a coloro che ne avranno bisogno specialmente per i loro studi”. Mentre ci si prodiga per il salvataggio del patrimonio e per il reperimento di finanziamenti presso istituiti pubblici e privati, italiani e internazionali, il processo di trasformazione del Vieusseux come istituto di cultura subisce una netta accelerazione. La linea di incremento delle iniziative culturali, accompagnate dal processo di specializzazione della Biblioteca, con acquisti mirati verso alcuni generi specifici – biografie e carteggi, testi dell’800 e relativa saggistica storico-letteraria – porta all’istitituzione, nel 1973, della sezione denominata Centro Romantico “con lo scopo di promuovere studi su quel periodo della cultura e raccoglierne ogni possibile documentazione”. Ma fino dal 1974, in occasione della donazione delle carte di Ottone Rosai, comincia a delinearsi il progetto di un Archivio di documentazione moderna, che darà vita a quell’Archivio contemporaneo che oggi porta il nome del suo fondatore, collocato nella sede di Palazzo Corsini Suarez, in Via Maggio. Qui troveranno ospitalità, a partire dal 1979, archivi e biblioteche private di molte personalità della cultura del Novecento – da Angelo e Adolfo Orvieto a Ugo Ojetti, da Luigi Dallapiccola a Giuseppe De Robertis, da Emilio Cecchi a Carlo Betocchi, da Pier Paolo Pasolini a Giacomo Debenedetti, da Eduardo De Filippo a Giuseppe Ungaretti, per citare solo alcuni dei 130 fondi che allo stato attuale sono conservati nel Palazzo di Via Maggio - secondo un disegno originale, che tende a integrare tutti i documenti che valgano “a mimare una vita letteraria o artistica o scientifica”: manoscritti, corrispondenza, libri spesso impreziositi da postille e da dediche autografe, fotografie, quadri, sculture, arredi e tanti altri oggetti che portano le tracce di chi li ha prodotti e raccolti nel corso della propria attività. Coerentemente con questa linea, le iniziative culturali degli anni settanta si concentrano su autori contemporanei, prevalentemente di ambito letterario. Ai convegni su Dino Campana (1973), Ottone Rosai (1974), Gaetano Salvemini (1975), Aldo Palazzeschi (1976), Piero Gobetti (1977), Italo Svevo e Emilio Cecchi (1979), accompagnati da mostre bio-bibliografiche, si accompagnano altri importanti iniziative, che culminano nelle manifestazioni per il bicentenario della nascita di Giovan Pietro Vieusseux, tenute alla fine del 1979. Alla fine del 1979, dopo trentanove anni dal suo insediamento a Palazzo Strozzi, Bonsanti rinuncia formalmente alla carica di direttore, per assumere quella di Conservatore dell’Archivio contemporaneo, a Palazzo Corsini Suarez, dove erano state trasferite le prime acquisizioni, tra cui i fondi Rosai e Ghisi. Il successore alla guida del Gabinetto è Marino Raicich, che si impegna per difendere il ruolo della biblioteca accanto alle attività di studio, dando priorità ai fini istituzionali del Vieusseux: la ricerca, l’accrescimento delle collezioni librarie, i fondi archivistici,. Sul fronte delle pubblicazioni dell’Istituto, considerate indispensabili per non lasciare le sue iniziative all’’oralità’, si individua in Olschki l’editore a cui affidare le pubblicazioni di carattere scientifico, creando una collana specifica – “Gabinetto scientifico letterario G.P. Vieusseux. Studi - , che dal 1990 ha prodotto volumi curati dal Centro Romantico. L’”Antologia Vieusseux” prosegue sotto la direzione di Bonsanti fino all’anno della sua morte (1984), per poi cessare le pubblicazioni nel 1986. Verrà ripresa, dieci anni dopo, con una nuova serie, da Enzo Siciliano, direttore dal 1995 al 2000. La storia del Gabinetto Vieusseux dell’ultimo ventennio, nel quale si alternano alla guida dell’Istituto Geno Pampaloni, Luigi Crocetti, Paolo Bagnoli, Enzo Siciliano, fino all’attuale direzione di Giovanni Gozzini, segue le linee finora tracciate, conformi alla complessità di una struttura “cresciuta attraverso un lavoro di accumulo del sapere umano ormai lungo quasi due secoli”. L’Ottocento europeo e il Novecento letterario italiano sono i due poli intorno ai quali si muove l’attività dei vari settori dell’Istituto. Al piano terreno di Palazzo Strozzi, come alle origini, la Biblioteca, ormai lontana dalla vecchia “circolante”, lavora per conquistare una nuova fisionomia, fondata sulla specializzazione del proprio patrimonio documentario. A tale scopo ha adeguato i propri servizi, aderendo al Sistema Documentario Integrato dell’ Area Fiorentina (SDIAF) e rendendo disponibile in rete il catalogo cartaceo; i libri alluvionati, rimasti per decenni nei locali della Certosa, da circa un anno sono stati trasferiti nei nuovi magazzini di Viale Guidoni e rimessi in circolazione per la consultazione e per il prestito, tramite adeguati collegamenti con la sede centrale. La Sala Ferri continua ad essere il luogo deputato per le manifestazioni dell’Istituto, gli incontri i convegni, le conferenze, e anche piccole mostre. Al terzo piano, il Centro Romantico, insieme alla sezione Vieusseux-Asia (recentemente costituita intorno alla biblioteca e fototeca di Fosco Maraini) prosegue una intensa attività legata a temi e ricerche intorno alla civiltà europea dell’800, mentre l’Archivio storico conserva gli atti e la memoria di tutta l’attività dell’ente. A Palazzo Corsini Suarez, sede dell’Archivio Contemporaneo, continuano ad affluire importanti fondi archivistici e librari di personalità del secolo appena trascorso, e qui si ospita anche il Servizio Conservazione, dedito alla tutela e al restauro dei documenti (carte e libri) conservati dall’Istituto. Il filo che tiene uniti settori diversi, ciascuno con specifiche competenze, è sempre quello di accrescere e valorizzare un grande patrimonio, frutto di una tradizione illustre, costantemente da aggiornare alle esigenze dell’oggi. Fonti conservate presso il Gabinetto L’Archivio Storico comprende i documenti relativi all’attività dell’Istituto, quali i Copialettere (dal 1822), i Libri dei soci (dal 1820), i Registri del prestito (fino al 1925), i verbali dei Consigli d’Amministrazione (dal 1920), parte della corrispondenza, manoscritti, oggettistica, diplomi, fotografie. Comprende inoltre la corrispondenza familiare di G.P. Vieusseux e altri archivi aggregati. Per un profilo storico si veda Il Vieusseux. Storia di un Gabinetto di lettura 1819-2003: cronologia, saggi, testimonianze, a cura di Laura Desideri, Firenze, Polistampa, 2004, 317 p. 1) 1819-1873: il Gabinetto di Giovan Pietro Vieusseux ha sede in Palazzo Buondelmonti, in Piazza S.Trinita. Dopo la morte del fondatore, nel 1863, lo stabilimento è diretto dal nipote Eugenio Vieusseux. 2) 1873-1898: la sede è presso Palazzo Feroni, Via Tornabuoni 2. Dal 1892, anno della morte di Eugenio, è direttore il figlio Carlo Vieusseux. 3) 1898-1923: il Gabinetto si trasferisce in Via Vecchietti al n. 5. Nel 1919 la proprietà passa al Credito Italiano, che lo cede al Comune di Firenze nel 1921, anno in cui subentra alla direzione Arturo Jahn Rusconi. 4) 1923-1940: la sede è presso il Palagio di Parte Guelfa. Eretto in Ente morale nel 1925, il Gabinetto è diretto fino al 1929 da Bonaventura Tecchi, cui subentra Eugenio Montale fino al 1938, anno del suo licenziamento. Lo sostituiscono due funzionari del Comune, Filippo Cristini e Rodolfo Ciullini. 5) 1940-2003: il Gabinetto si trasferisce a Palazzo Strozzi, dove tuttora ha sede. Dal 1941 fino al 1980 è direttore Alessandro Bonsanti, poi conservatore dell’ Archivio Contemporaneo da lui fondato. Tra il 1980 e il 1995 si susseguono alla direzione dell’ Istituto: Marino Raicich (1980-1984), Geno Pampaloni (1984-1985), Luigi Crocetti (1985-1986), Paolo Bagnoli (1987-1994), Enzo Sicilano (1995-2000). Dal novembre 2000 il Direttore è Giovanni Gozzini