MATTEO BORGETTO, La Stampa 13/11/2010, pagina 23, 13 novembre 2010
“Il caffè, il conto e l’etilometro” - Per favore, il conto e l’etilometro». Una frase che potrebbe presto diventare un’abitudine per chi frequenta un bar o un ristorante, soprattutto dopo la mezzanotte
“Il caffè, il conto e l’etilometro” - Per favore, il conto e l’etilometro». Una frase che potrebbe presto diventare un’abitudine per chi frequenta un bar o un ristorante, soprattutto dopo la mezzanotte. E guai al titolare del locale che la macchinetta non ce l’ha: rischia multe fino alla chiusura. Da stanotte arriva l’obbligo - per tutti i titolari di esercizi pubblici e locali di intrattenimento con orari di chiusura dopo le 24 - di dotarsi di un apparecchio di rilevazione del tasso dell’alcol per i clienti che vogliono conoscere il proprio stato di idoneità alla guida. Inoltre devono essere esposte in tre punti (entrata, uscita e interno) tabelle esplicative con la descrizione dei sintomi correlati ai vari livelli di concentrazione di alcol nel sangue. In Italia il provvedimento, introdotto dal nuovo codice della strada, interessa 100 mila locali dove si somministrano bevande alcoliche. Quindi anche chioschi, enoteche, campeggi, feste di paese. Basta superare la mezzanotte, anche di pochi minuti, ed il cliente ha diritto a chiedere l’etilometro. Per i titolari, gestori o responsabili dell’esercizio, vietato sgarrare: sono previste multe da 300 a 1.200 euro. Nostante il Parlamento abbia fissato l’entrata in vigore del provvedimento al 13 novembre (ossia tre mesi dopo l’approvazione della legge) per dare il tempo ai commercianti di mettersi in regola, in pochi l’hanno fatto. Un viaggio a campione nella «movida» di alcune città mostra che la norma è stata recepita a macchia di leopardo. A Roma, pub, ristoranti e bar sono impreparati alla prova dell’etilometro. Nelle zone principali della vita notturna romana, come a Trastevere o San Lorenzo, la grande maggioranza dei locali notturni è ancora sprovvisto del kit. «Lo trovo inutile e ingiusto, visto che l’acquisto dell’etilometro è a carico nostro», è la frase che ripetono vari gestori. «Ne installino qualcuno in più per strada - aggiungono - magari a gettone e con costi minimi». Nessun ritardo, invece, nel Riminese. Le associazioni di categoria si sono mosse per tempo, la Confcommercio ha stretto accordi con aziende riuscendo a ottenere i macchinari elettronici per i test alla cifra concorrenziale di 220 euro. A Milano sono pochi i locali che si sono dotati di un etilometro. «Stupisce questa situazione - dice il presidente della Federazione italiana pubblici esercenti, Lino Enrico Stoppani - perché abbiamo inviato la prima circolare di avviso agli associati il 30 luglio. Avevano tutto il tempo per procurarsi un etilometro. Noi diciamo sì alla norma, che offre un servizio in più al consumatore: gli effetti dell’alcol sugli incidenti stradali devono far riflettere tutti. E’ giusto che la nostra categoria si impegni di informare i clienti. E in ogni caso la richiesta dell’etilometro è facoltativa. Non vogliamo sostituirci alle forze dell’ordine». Per la scelta delle macchinette ci si può sbizzarrire: da quelle portatili, semplici e meno costose, a quelle più sofisticate, con cifre che arrivano ai 1.400 euro. La Fipe ha stipulato una convenzione con un produttore europeo per l’acquisto a prezzi scontati di un portatile in grado di stabilire in tempo reale il tasso dell’alcol nel sangue.