Paola Simonetti, Avvenire 12/11/2010, 12 novembre 2010
ANCORA NESSUNA NOTIZIA DI DIECIMILA MINORI
Non solo brutte cifre, ma anche analisi delle possibili ragioni per i ’lost’ d’Italia. La 5° Relazione semestrale delle persone scomparse, presentata ieri al Viminale, prova ad approfondire lo sguardo, secondo quanto sottolineato dal Commissario straordinario alla tematica Michele Penta, su quel folto popolo di individui di cui si sono perse le tracce per i più svariati motivi, che però nella stragrande maggioranza dei casi restano sconosciuti. Ad oggi sono 24.111 gli ’introvabili’ nella Penisola. Fra le motivazioni note ci sono smemoratezza patologica, legata per lo più all’Alzheimer, volontà di fuggire dalla propria realtà, non di rado anche disagio profondo che conduce ad un suicidio consumato lontano da casa; meno frequentemente, per fortuna, la scomparsa per crimine efferato. E seppure il fenomeno dal 1974 ad oggi risulta in aumento, uno spiraglio arriva anche dall’aumento dei ritrovamenti, che ha fatto diminuire di circa mille unità la cifra complessiva rispetto a quanto rilevato alla fine del 2009, quando risultava essere pari a 25.134. Una flessione che va letta, tuttavia, ha sottolineato il prefetto Penta, come solo «tendenziale».
Preoccupante, in ogni caso, resta quella cospicua fetta di minorenni, 9.336, per lo più stranieri non accompagnati, che si perdono nel nulla per la gran parte nelle regioni del Sud. Per loro nel 63% dei casi la motivazione di scomparsa resta ignota. E proprio Campania e Sicilia, insieme a Lazio e Lombardia sono le regioni dove, stando alla Relazione, si concentra il maggior numero di sparizioni: «Un dato fisiologico - ha commentato Penta, considerando la grande popolosità di queste zone insieme all’incidenza dei flussi stranieri».
Inquietante il dato che vede assommare a 789 i cadaveri non ancora identificati, tra i quali i corpi «di 134 persone annegate in mare - ha aggiunto il prefetto-, una categoria purtroppo di difficilissima identificazione». Ma l’Italia, sottolinea il Viminale, sta facendo molto: «I risultati positivi che stiamo riscontrando ha aggiunto Penta-, sono da ricercarsi nell’ottimo lavoro del sistema Ri.Sc. (Ricerca scomparsi), che insieme alla collaborazione dell’Associazione Penelope, Telefono azzurro, Alzheimer Uniti, sta attuando un lavoro concreto». Ribadita l’importanza «di una denuncia immediata che possa far cominciare subito le ricerche.
Altrettanto importante però - ha concluso il prefetto-, è il ritiro della denuncia qualora il congiunto ritornasse a casa».
LE CIFRE -
Dal 1974 ad oggi poco meno di centomila persone sono svanite nel nulla. Una parte, circa 70mila, sono state ritrovate. Altre 24mila restano assenti all’appello di familiari e istituzioni. Storie dolorose che coinvolgono spesso i minori. Solo 15 ad oggi, per fortuna, i casi di bambini scomparsi che si suppone siano stati vittime di un delitto. Ricordiamo qualcuno dei loro nomi: Mirella Gregori e Emanuela Orlandi, 15 anni (1983), Santina Renda, 6 anni (1990), Pasqualino Porfidia, 8 anni (1990), Simona Floridia,17 anni (1992), Bruno Romano, 12 anni (1995), Angela Celentano, 3 anni, (1996), Denise Pipitone 4 anni (2004); Alessandro Ciavarella 16 anni (2009).