Il Sole 24 Ore 12/11/2010, 12 novembre 2010
I CONTRATTI VALGONO ANCORA QUALCOSA?
Le filature del biellese sono in allarme. Non più "soltanto" per la grave crisi che da anni affligge il settore, decimando imprese che un tempo erano l’avanguardia del made in Italy. Il grido più recente non era mai stato lanciato in precedenza: manca la lana. Gli australiani, produttori leader nel mondo, da qualche tempo hanno smesso di onorare i contratti di fornitura. Le consegne slittano addirittura di 5-6 mesi rispetto agli accordi, rischiando di soffocare sul nascere il timido risveglio degli ordinativi nel settore tessile. I ritardi, giustificati con le scuse più varie, hanno una sola spiegazione: i prezzi contrattati un anno fa erano più bassi di almeno il 20% rispetto a quelli registrati oggi alle aste laniere in Australia, che sono ai massimi da gennaio 2008 (senza peraltro l’intervento degli hedge fund che nel settore della lana non operano...). Il sospetto è che i carichi destinati all’Italia siano dirottati sul mercato a pronti. Tanto ci sono i cinesi, che comprano tutto, a qualsiasi prezzo. «Non siamo tutelati», commenta un imprenditore del Biellese. Troppo piccoli, troppo soli. Non solo di fronte all’insaziabile fame di materie prime della Cina, ma anche di fronte allo strapotere contrattuale di chi le produce.