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 2010  novembre 12 Venerdì calendario

Clima da tutti a casa: l’onorevole resta solo e parla ai banchi vuoti - «Onorevoli colleghi!», buon riposo, ovunque voi sia­te

Clima da tutti a casa: l’onorevole resta solo e parla ai banchi vuoti - «Onorevoli colleghi!», buon riposo, ovunque voi sia­te. Certo non nell’aula di Mon­­tecitorio, 629 sedie vuote ed una occupata dal deputato cui, ieri, toccava parlare da so­lo, tipo eremita nel deserto. Un’immagine desolante di un Parlamento disoccupato, immobile, svuotato, effetto si­mile ad uno stabilimento bal­neare a dicembre. Una scena da immortalare per farla vede­re agli amici, se solo si potes­se. Invece no, la Camera è in letargo, ma la burocrazia è vi­gile come una faina. Se provi a scattare una foto al Transa­tlantico monocratico, il com­mes­so che prima sonnecchia­va sbirciando il cellulare in ca­so arrivi sms, si trasforma in una guardia svizzera e ti assa­le, col fiatone perché l’illecito di cui ti stai macchiando de­v’essere di quelli gravi. Ci spie­ga, dopo essersi assicurato che la foto proibita sia stata di­­strutta, che un giornalista non può fare fotografie, sen­nò sarebbe un fotografo. La­palissiano. Viceversa il foto­grafo può fare foto (come quella che mettiamo qui a fianco) ma probabilmente non può prendere appunti, cosa che giustamente spetta al giornalista cui è severamen­te vietato fotografare, salvo autorizzazione apposita da far pervenire a Montecitorio entro e non oltre le calende greche. Un bizantinismo as­surdo di fronte ad una scena altrettanto surreale, la Came­ra degli assenti, il Parlamento dei muti, il deputato che si fa una domanda e si da una ri­sposta. Lui, Carmelo Lo Mon­te di MpA - Alleati per il Sud, dal monitor dell’atrio sembra intento in un normale inter­vento d’aula, ascoltato da una qualche platea, magari non estesa, ma qualcuno che lo ascolti sui banchi sì, invece diventa protagonista di un film paranormale se solo ti af­facci nella tribuna stampa: so­lo come un cane (una classe delle medie era in visita alla Camera ieri, speriamo non li abbiano portati in aula, poi di­ce che c’è l’antipolitica...). Tra l’altro,il deserto di Monte­citorio accade in piena crisi, e non solo politica, coi famosi «problemi del Paese» cui tutti si attaccano per lamentare che, causa avversari nemici dell’Italia, non si riesce a lavo­rare. Su questo possiamo te­stimoniare che la politica non mente: a Montecitorio non si lavora proprio. Da metà ottobre la Camera ha approvato sostanzialmen­te solo una legge, quella sul maltrattamento degli anima­­li, sacrosanta ma non proprio fondamentale per le sorti del­la Repubblica. Con una pau­sa dal 30 ottobre all’8 novem­bre, per riprendersi dalla fati­cata. Il resto sono palleggi, pretesti per mettere qualcosa all’ordine del giorno e allun­gare il brodo, tanto l’arrosto sul piatto si sa che non arriva. Di fatto i deputati lavorano so­lo il mercoledì, molti arrivano la mattina di quel giorno e ri­partono la sera stessa. Gli altri sei giorni è vacanza, ben paga­ta. Al giovedì, come ieri, il rito prevede le «interpellanze ur­genti ». Talmente urgenti che non ci va nessuno, tranne l’in­t­erpellante che recita il suo co­pione a teatro vuoto. Anche se parlano di «problemi reali» tipo il servizio di Trenitalia in Sicilia o le contraddizioni del­l’inchiesta Why not, l’aula del giovedì è una barzelletta. Si sfornano i soliti cornetti croccanti alla buvette, vero cuore pulsante del Parlamen­to. Lavorano un po’ le com­missioni, ma mica tanto, e quei pochi deputati che ordi­nano il caffè al barista in li­vrea escono da lì. Il luogo pe­rò simbolo del pantano in cui è sprofondata la legislatura re­sta l’aula, specchio del Paese e in questo caso spaventoso deserto di anime. Gli stessi tromboni che si riempiono la bocca di salvezza nazionale e senso delle istituzioni si guar­dano bene da frequentare Montecitorio quando non è strettamente indispensabile. La bella politica è uno slogan utile, ma bugiardo come po­chi. La politica che interessa è solo quella che poi deplorano in pubblico. Chi va con chi? Chi vince e chi perde? Ma i fi­niani cosa vogliono? Elezioni o governo tecnico o rimpasti­no? E l’Udc ci sta ad Berlusco­ni bis? E Berlusconi fa il bis? E Bossi media? Col dito medio? Non scherziamo. Fannulloni è eccessivo, più che altro disoccupati di lusso. I finiani facevano i secchioni qualche mese fa: «Il Parla­mento fa il notaio del gover­no, ratifica quel che fanno i ministri e niente più». Risulta­to del fighettismo istituziona­le? Non fanno neppure più quello. Tutti fermi, nessuno si muova, c’è da capire cosa vuole Briguglio. Non voli una mosca in aula, piuttosto tutti a casa, finché Granata non chiarisce le sue condizioni. Poi a lavoro, basta poltrire, no­vembre è appena iniziato. Mancano almeno 5 giorni di lavoro prima che finisca.