Federico Fubini, Corriere della Sera 08/11/2010, 8 novembre 2010
GOOGLE-FACEBOOK, COSI’ GIOVANI COSI’ AFFASCINATI DAL MONOPOLIO
Forse è solo una lezione sulla rapidità con cui tutto accade. Il percorso che At&t ha impiegato un secolo a coprire o che Goldman Sachs non ha completato in tutta la sua esistenza, a Facebook e Google è riuscito in pochi anni. American Telephone & Telegraph Company nacque nel 1885 e solo nel 1974 il ministero della Giustizia degli Stati Uniti la forzò a spezzarsi in sette per poter investire in un settore che allora sembrava promettente: i computer. Senza quel provvedimento antitrust, l’ azienda americana dei telefoni sarebbe stata troppo potente e arrogante sul mercato. L’ autorità di un solo Stato la ridimensionò. Oggi Google e Facebook sono passati in uno spicchio delle nostre vite dal ruolo di At&t 1885, nuove aziende giovani, a un ruolo che At&t non ha mai avuto neanche nel ’ 74. Sono così forti che per molti aspetti esercitano un potere sovranazionale, e lo usano per combattersi come giganti protezionisti. Da venerdì Google ha iniziato a bloccare per chi è iscritto a Facebook la possibilità di scoprire in automatico la presenza sul social network di chi ha un indirizzo di posta Gmail. Secondo gli esperti è un gesto poco più che simbolico, che non bloccherà l’ espansione della rete da 550 milioni di iscritti creata da Mark Zuckerberg a Harvard sei anni fa. Ma soprattutto, è una ritorsione: Google ha motivato la sua scelta con il rifiuto di Facebook di offrire reciprocità in questo tipo di accesso ai dati. Zuckerberg certo si difende dalla concorrenza del gruppo di Mountain View, che vuole rafforzarsi nei social network. Ma quel che colpisce sono i riflessi di entrambi i gruppi, che tendono a far leva sull’ abuso di mercato per difendere le loro posizioni dominanti. Google e Facebook sono guidati da ragazzi con facce angeliche e t-shirt da 10 dollari. Eppure non si comportano molto diversamente da certi vecchi capitalisti con sigaro e cilindro come John Rockefeller o John Pierpont Morgan. Gli antitrust del mondo hanno appena iniziato a lavorare su di loro. Ma avranno molto altro da fare, e non è detto che sarà tanto facile.
Federico Fubini