Massimo Gramellini e Carlo Fruttero, La Stampa 12/11/2010, pagina 96, 12 novembre 2010
STORIA D’ITALIA IN 150 DATE
17 gennaio 1993
Un manto di stelle
«Firenze stanotte sei bella in un manto di stelle», così cantavano i tenorini degli anni Trenta. Ma le coppiette che si appartano a contemplare il manto di stelle dalle colline attorno a Firenze, dal ’68 in poi farebbero meglio ad andare a mangiarsi un gelato in pieno centro. C’è in giro, per la prima volta in Italia, un autentico serial killer. Il suo metodo è semplice: si avvicina alla coppia chiusa in macchina, spara diverse revolverate, poi massacra le vittime con un eccesso di coltellate. Perché serial? I crimini sono quasi tutti uguali e l’omicida lascia sul terreno i bossoli calibro 22 di una stessa pistola Beretta. Quando i diversi casi vengono collegati, le autorità mettono in guardia i giovani. Ma c’è sempre qualcuno che per sventatezza o ignoranza si offre a quello che è ormai battezzato il Mostro di Firenze. Il primo duplice delitto risale all’agosto del 1968 e gli fanno seguito altri sette massacri, per un totale di sedici vittime. Ma a partire dal secondo si deve tener conto di un nuovo, atroce sviluppo. La ragazza coinvolta viene mutilata con l’asportazione, di mano chirurgica, del pube e più tardi del seno sinistro. Si forma una speciale «forza anti-mostro» che imbocca la cosiddetta «pista sarda», perché sardi sono tutti gli inquisiti. Ma l’inchiesta si aggroviglia sempre più, mentre il mostro continua a colpire. Infine, dopo una lunga serie di equivoci, errori, certezze di breve durata, il 17 gennaio 1993 si arriva al nome di un contadino di Mercatale, Pietro Pacciani, un uomo grosso, rozzo e violento che ha già ucciso in passato e ha compiuto abusi sessuali sulle figlie. Uno degli inquirenti dirà: «Anche se il mostro non fosse lui, a tenerlo dentro non si fa comunque una lira di danno».
Gran parte del pubblico non crede alla sua colpevolezza. Le prove cosiddette «materiali» sono scarse e soprattutto appare inverosimile che un contadino di 72 anni, ignorante e truce, abbia potuto commettere delitti tanto efferati. Come poteva asportare così abilmente quei seni, quei triangoli pubici? Li consegnava a qualcuno e dunque ci sarebbe, dietro il mostro, una setta satanica: s’intravede un più alto e raffinato livello culturale. Il Pacciani è condannato a quattordici ergastoli, poi assolto in appello, poi di nuovo arrestato e scarcerato con tutti i suoi «compagni di merende», secondo la definizione data in tribunale da uno di loro, il postino Mario Vanni. Pacciani verrà trovato morto in casa sua qualche tempo dopo. E tutto il sinistro guazzabuglio di mandanti, complici, esecutori, guardoni e satanici scompare per sempre sotto il manto di stelle.
(72. continua domenica)