Lorenzo Salvia, Corriere della Sera 07/11/2010, 7 novembre 2010
I RUSSI IN FILA PER COMPRARE LE EX CASERME DELLO STATO
Il road show per la vecchia caserma Piave di Albenga è stato organizzato dall’ Agenzia del demanio il 14 ottobre. A quella visita guidata per aspiranti investitori i partecipanti erano 24. Cinque russi, uno da Montecarlo, uno dagli Emirati arabi, uno dagli Stati Uniti. Gli altri italiani, ci mancherebbe, e anche di zona come il Gruppo Carige o il Banco di Chiavari. Ma per l’ ultimo pacchetto immobiliare messo in vendita dallo Stato la vera novità sembra proprio il vento dell’ Est. La caserma Piave - 60 mila metri quadri, quasi un intero quartiere della cittadina ligure - è il pezzo da novanta in una vetrina che adesso conta dodici proposte per un totale di 106 milioni di euro. Tutte caserme, otto solo a Bologna. E il vento dell’ est soffia ovunque. «Finora - spiegano dall’ Agenzia del demanio - le richieste di informazioni e le manifestazioni di interesse arrivano più dall’ estero che dall’ Italia. E soprattutto dalla Russia». Sarà il petrorublo a salvare le nostre casse pubbliche? È ancora presto per dirlo. La gara per la caserma Piave si chiude il 30 novembre, per le altre bisogna aspettare la fine di dicembre. Di solito le offerte arrivano nelle ultime ore, un modo per non far vedere le carte agli avversari un po’ come nel calciomercato. Dobbiamo attendere ancora qualche settimana, dunque, per capire se quelle richieste di informazioni si trasformeranno in proposte concrete. E per capire se il vento dell’ Est soffia davvero sarà decisiva proprio la gara della vecchia caserma di Albenga, di cui ha parlato persino il Financial Times. La base d’ asta non è per tutti, 40 milioni di euro. Ma con il cambio di destinazione d’ uso quelle tredici palazzine abbandonate dal 1984 potranno essere trasformate in due alberghi quattro stelle, uno per il vicino porto turistico di Loano, l’ altro per i turisti che ogni estate vengono giù dal Piemonte, più un centro congressi e un discreto numero di abitazioni. Il vento dell’ Est, però, potrebbe farsi sentire anche per altre operazioni, meno impegnative. A Portovenere è in vendita l’ ex Forte Pezzino Alto, un pezzo da amatori come lo definirebbero i giornali di annunci immobiliari. Epoca napoleonica, vista mare, vincoli della soprintendenza pure sui battiscopa, prezzo di partenza un milione e 800 mila euro. Per chi preferisce stare vicino al centro c’ è la caserma Scotti di Bergamo, usata in passato come ospedale militare, un bel porticato, base d’ asta 2 milioni e 400 mila euro. E poi ci sono chicche per intenditori. A Bologna si cerca un proprietario per la Caserma Masini che comprende anche «la chiesa interna del convento con annessa cripta», si parte da 13 milioni. E per il vecchio teatro della caserma Minghetti, dove un tempo si passava la visita militare, si parte da 3 milioni e 800 mila. Certo, ci sono anche offerte meno scenografiche, come l’ ex polveriera val d’ Aposa o i locali ex birreria della caserma Mameli, sempre a Bologna. Ma è da mettere nel conto, non tutte le offerte trovano un compratore. A Rio Marina, in Toscana, l’ ultima asta per il compendio minerario di Vigneria è andata deserta, a Bergamo per la Caserma Flores hanno dovuto eliminare la base d’ asta e allargare il campo alle offerte libere. Ma sono eccezioni. Il cambio di destinazione d’ uso, concordato con i comuni, permette di trasformare in abitazioni, alberghi (ma anche spazi pubblici) quelle cubature spesso inutilizzate da anni. L’ ultimo affare chiuso è la vendita della caserma Gnutti di Brescia, andata al gruppo Nibofin per 9 milioni di euro. L’ anno scorso le vendite hanno fruttato in totale 165 milioni di euro. Nei prossimi mesi le caserme in vendita saranno 400, a blocchi di venti alla volta. E si capirà se quello dell’ Est è solo un venticello oppure no.
Lorenzo Salvia