Renato Farina, Libero 12/11/2010, 12 novembre 2010
BAVAGLIO A FELTRI
È una vita che ci rompono le scatole a tutti i livelli con il liberalismo, il pensiero liberale, l’odio contro ogni censura, guai ai bavagli eccetera. E piazzano sempre soprail monumento alla loro bontà tollerante la frase di Voltaire (che poi non è neanche di Voltaire ma di Evelyn Beatrice Hall): “Disapprovo ciò che dici, ma difenderò alla morte il tuo diritto di dirlo”. Il motto dei giornalisti italiani, del giornalista campione, cioè quello di sinistra, oppure di destra ma invidioso, pare che sia invece il contrario. Circa così: “Non me nefrega niente di quello chedici, ma soprattutto godocome un pazzo a impedirtidi dirlo e soprattuttodi scriverlo”.
Ieri infatti, in nome della libertà di stampa,hanno legato le mani per tre mesi aV ittorio Feltri, gli hanno portato via la Olivetti Lettera 32 o 22 non mi ricordo, ma conosco bene il ticchettio di quella macchina per scrivere, e tanti, tutti quelli che ora mi stanno leggendo conoscono il piacere suscitato dai suoi articoli. Qualcuno ricorderà anche il prurito che gli danno, il nervoso, talvolta l’incazzatura,p ersino il livore, l’odio, la voglia di strozzarlo: ma questo è il bello della onvivenza civile e una volta era il bello del giornalismo. Invece, qui da noi comanda una specie di tribunale del popolo sopravvissuto al Minculpop (infatti è stato inventato dal fascismo, e concordo con Fini che è il “male assoluto”). Hanno votato la pena in 132! Di essi 66 volevano dargli i sei mesi già sanzionati a Milano.
66 invece, i cosiddetti illuminati, hanno votato per tre mesi. In caso di parità passa la pena più blanda, ma che bravi ragazzi, che generosità di cuore.
Io spero che mi legga Napolitano (ma lo escluderei) e che applichi subito la grazia, se no qui c’è un casino, c’è l’annullamento di una libertà che non si può negare nemmeno agli ergastolani. Non dico di mettere Feltri in galera per tre mesi, ma di lasciarlo scrivere. Feltri mi ammazza se lo propongo veramente. Ma alla fine l’Espresso ha pubblicato, a pagamento, un poderoso articolo dell’ergastolano Spatuzza, autore di stragi reo confesso. Ma Feltri invece se osa scrivere, guai. Potrebbero punirlo per oltraggio alla sentenza e punire il direttore che – esercitando il suo diritto a fare il giornale che vuole – lo mettesse in pagina. Presidente Napolitano, si agiti per cortesia. Qui non c’entra l’idea che lei si è fatto del caso percui gli vogliono tappare la bocca: è la faccenda Boffo. Ha sbagliato. Ha rettificato, il direttore Feltri. Non lo fa più nessuno. Volete punirlo compagni giornalisti? Ok, anche se avetetorto e usate due pesi e due misure. Ma allora inventatevi una multa, obbligatelo a sbagliare un congiuntivo (quelli ne avete un sacco in tasca), ma privare lui di scrivere e noi del diritto a leggerlo, è un sopruso anti costituzionale, contro i diritti umani, eccetera. Insomma: uno schifo.Si rifletta sulla scena: 132 giudici, una roba mai vista, tanto vale radunarli al Colosseo. Hanno fatto venire avanti Feltri con il suo avvocato, e poi lo hanno interrogato in 132. Risultato? Eccolo sintetizzato dal giornalismo cosiddetto neutrale, indipendente, asettico, imparziale. Imparzial eun par di balle, direi.
“Feltri sospeso solo tre mesi”. Questo titolo è stato proposto ieri dall’Ansa, l’agenzia ufficiale o ufficiosa, italiana. Vuole raccontare unfatto. Ma gliene scappano due. Duef atti con una fava (linguaggio creativo). Il primo fatto è che l’Ordine dei giornalisti ha decretato di privar eper un trimestre in via esecutiva il citato fondatore bergamasco di Libero della libertà di scrivere e di intervenire con le sue opinioni radiofoniche o televisive. Il secondo fatto sta tutto in quella paroletta: “solo”. Nelle scuole di giornalismo insegnano a non usare gli avverbi. Sono peggio degli aggettivi, secondo i maestri delle gazzette. Sbagliavano.
In quelle quattro letterine c’è un mondo, c’è l’informazione italiana, c’è la misurazione del grado di civiltà dell’Italia, e in essa della categoriache ha la funzione più delicata, quella che volente o nolente alimenta le coscienze. “Solo”: cioè appena. Cioè: troppo poco, maledizione. Questa è l’idea di libertà di stampa, di opinione, di parola che c’è in Italia. E se ha una colpa questo governo e il centrodestra – or aposso dirlo tanto non è che possofa rgli del male più di quello che gli hanno già tirato in testa – è di consentire che tiri avanti in questo Paese una istituzione che per legge ha ildiritto di contraddire l’articolo 21 della Costituzione, quello sulla libertà di esprimersi. Non c’è nulla di paragonabile nel mondo occidentale, forse qualcosa del genere è presente in Romania. In Cina non credo. Io spero che Feltri disobbedisca.
Che succeda un casino dell’accidente, assalto ai forni, alle tipografie, roba grossa. Non voglio fare teoria, ma limitarmi alla pratica.Ora forse ci sono le elezioni. Di certo è il momento più critico dellastoria di questo Paese negli ultimi anni. Questi tre mesi sono decisivi. L’opinione pubblica si identifica nelle sue voci e penne che riflettono i suoi sentimenti. A destra chi c’è? Chi è il più noto e seguito? So che anche Belpietro, che ne è allievo, sarà d’accordo: è Feltri. La sospensione potrebbe persino far comodo a Libero, perché Feltri è della concorrenza. Ma che democrazia è una che zittisce il fuoriclasse di unoschieramento? Qui non è mica il calcio. C’è in ballo non il destin odello scudetto, ma del nostro Paese. Sia chiaro, questo discorso vale per chiunque. Fosse pure un cronista dello stimabilissimo Eco del Chisoneo per la Tromba della Valtrompia. Ma qui oltre al danno per la persona, c’è una assurdità di parcondicio a livello nazionale.
Accidenti. Quando hanno minacciato di sospendere due puntate di Annozero (due puntate) è venuto giù il mondo. La cosa più intelligente l’ha detta Nicolò Ghedini: dategli una multa, ma lasciatelo lavorare. E dire che Santoro aveva tirato un vaffa in faccia al capo, e neanche ha chiesto scusa o un minimo di rettifica. Niente. Solidarietà universale. Anzi vogliono cacciare via il direttore generale Masi che non ha gradito di farsi pisciare in testa davanti a sei milioni di italiani. Saviano e Fazio hanno messo su un casino mediatico perché la dirigenza Rai voleva mettere il naso nei conti. Prime pagine eccetera. Feltri viene imbavagliato per tre mesi, e niente. Anzi:“solo” tre mesi.
Forza Feltri disobbedisci. Firma. Sei prezioso come la nostra libertà.
BAVAGLIO A FELTRI
RENATO FARINA PER LIBERO
È una vita che ci rompono le scatole a tutti i livelli con il liberalismo, il pensiero liberale, l’odio contro ogni censura, guai ai bavagli eccetera. E piazzano sempre soprail monumento alla loro bontà tollerante la frase di Voltaire (che poi non è neanche di Voltaire ma di Evelyn Beatrice Hall): “Disapprovo ciò che dici, ma difenderò alla morte il tuo diritto di dirlo”. Il motto dei giornalisti italiani, del giornalista campione, cioè quello di sinistra, oppure di destra ma invidioso, pare che sia invece il contrario. Circa così: “Non me nefrega niente di quello chedici, ma soprattutto godocome un pazzo a impedirtidi dirlo e soprattuttodi scriverlo”.
Ieri infatti, in nome della libertà di stampa,hanno legato le mani per tre mesi aV ittorio Feltri, gli hanno portato via la Olivetti Lettera 32 o 22 non mi ricordo, ma conosco bene il ticchettio di quella macchina per scrivere, e tanti, tutti quelli che ora mi stanno leggendo conoscono il piacere suscitato dai suoi articoli. Qualcuno ricorderà anche il prurito che gli danno, il nervoso, talvolta l’incazzatura,p ersino il livore, l’odio, la voglia di strozzarlo: ma questo è il bello della onvivenza civile e una volta era il bello del giornalismo. Invece, qui da noi comanda una specie di tribunale del popolo sopravvissuto al Minculpop (infatti è stato inventato dal fascismo, e concordo con Fini che è il “male assoluto”). Hanno votato la pena in 132! Di essi 66 volevano dargli i sei mesi già sanzionati a Milano.
66 invece, i cosiddetti illuminati, hanno votato per tre mesi. In caso di parità passa la pena più blanda, ma che bravi ragazzi, che generosità di cuore.
Io spero che mi legga Napolitano (ma lo escluderei) e che applichi subito la grazia, se no qui c’è un casino, c’è l’annullamento di una libertà che non si può negare nemmeno agli ergastolani. Non dico di mettere Feltri in galera per tre mesi, ma di lasciarlo scrivere. Feltri mi ammazza se lo propongo veramente. Ma alla fine l’Espresso ha pubblicato, a pagamento, un poderoso articolo dell’ergastolano Spatuzza, autore di stragi reo confesso. Ma Feltri invece se osa scrivere, guai. Potrebbero punirlo per oltraggio alla sentenza e punire il direttore che – esercitando il suo diritto a fare il giornale che vuole – lo mettesse in pagina. Presidente Napolitano, si agiti per cortesia. Qui non c’entra l’idea che lei si è fatto del caso percui gli vogliono tappare la bocca: è la faccenda Boffo. Ha sbagliato. Ha rettificato, il direttore Feltri. Non lo fa più nessuno. Volete punirlo compagni giornalisti? Ok, anche se avetetorto e usate due pesi e due misure. Ma allora inventatevi una multa, obbligatelo a sbagliare un congiuntivo (quelli ne avete un sacco in tasca), ma privare lui di scrivere e noi del diritto a leggerlo, è un sopruso anti costituzionale, contro i diritti umani, eccetera. Insomma: uno schifo.Si rifletta sulla scena: 132 giudici, una roba mai vista, tanto vale radunarli al Colosseo. Hanno fatto venire avanti Feltri con il suo avvocato, e poi lo hanno interrogato in 132. Risultato? Eccolo sintetizzato dal giornalismo cosiddetto neutrale, indipendente, asettico, imparziale. Imparzial eun par di balle, direi.
“Feltri sospeso solo tre mesi”. Questo titolo è stato proposto ieri dall’Ansa, l’agenzia ufficiale o ufficiosa, italiana. Vuole raccontare unfatto. Ma gliene scappano due. Duef atti con una fava (linguaggio creativo). Il primo fatto è che l’Ordine dei giornalisti ha decretato di privar eper un trimestre in via esecutiva il citato fondatore bergamasco di Libero della libertà di scrivere e di intervenire con le sue opinioni radiofoniche o televisive. Il secondo fatto sta tutto in quella paroletta: “solo”. Nelle scuole di giornalismo insegnano a non usare gli avverbi. Sono peggio degli aggettivi, secondo i maestri delle gazzette. Sbagliavano.
In quelle quattro letterine c’è un mondo, c’è l’informazione italiana, c’è la misurazione del grado di civiltà dell’Italia, e in essa della categoriache ha la funzione più delicata, quella che volente o nolente alimenta le coscienze. “Solo”: cioè appena. Cioè: troppo poco, maledizione. Questa è l’idea di libertà di stampa, di opinione, di parola che c’è in Italia. E se ha una colpa questo governo e il centrodestra – or aposso dirlo tanto non è che possofa rgli del male più di quello che gli hanno già tirato in testa – è di consentire che tiri avanti in questo Paese una istituzione che per legge ha ildiritto di contraddire l’articolo 21 della Costituzione, quello sulla libertà di esprimersi. Non c’è nulla di paragonabile nel mondo occidentale, forse qualcosa del genere è presente in Romania. In Cina non credo. Io spero che Feltri disobbedisca.
Che succeda un casino dell’accidente, assalto ai forni, alle tipografie, roba grossa. Non voglio fare teoria, ma limitarmi alla pratica.Ora forse ci sono le elezioni. Di certo è il momento più critico dellastoria di questo Paese negli ultimi anni. Questi tre mesi sono decisivi. L’opinione pubblica si identifica nelle sue voci e penne che riflettono i suoi sentimenti. A destra chi c’è? Chi è il più noto e seguito? So che anche Belpietro, che ne è allievo, sarà d’accordo: è Feltri. La sospensione potrebbe persino far comodo a Libero, perché Feltri è della concorrenza. Ma che democrazia è una che zittisce il fuoriclasse di unoschieramento? Qui non è mica il calcio. C’è in ballo non il destin odello scudetto, ma del nostro Paese. Sia chiaro, questo discorso vale per chiunque. Fosse pure un cronista dello stimabilissimo Eco del Chisoneo per la Tromba della Valtrompia. Ma qui oltre al danno per la persona, c’è una assurdità di parcondicio a livello nazionale.
Accidenti. Quando hanno minacciato di sospendere due puntate di Annozero (due puntate) è venuto giù il mondo. La cosa più intelligente l’ha detta Nicolò Ghedini: dategli una multa, ma lasciatelo lavorare. E dire che Santoro aveva tirato un vaffa in faccia al capo, e neanche ha chiesto scusa o un minimo di rettifica. Niente. Solidarietà universale. Anzi vogliono cacciare via il direttore generale Masi che non ha gradito di farsi pisciare in testa davanti a sei milioni di italiani. Saviano e Fazio hanno messo su un casino mediatico perché la dirigenza Rai voleva mettere il naso nei conti. Prime pagine eccetera. Feltri viene imbavagliato per tre mesi, e niente. Anzi:“solo” tre mesi.
Forza Feltri disobbedisci. Firma. Sei prezioso come la nostra libertà.
BAVAGLIO A FELTRI
RENATO FARINA PER LIBERO
È una vita che ci rompono le scatole a tutti i livelli con il liberalismo, il pensiero liberale, l’odio contro ogni censura, guai ai bavagli eccetera. E piazzano sempre soprail monumento alla loro bontà tollerante la frase di Voltaire (che poi non è neanche di Voltaire ma di Evelyn Beatrice Hall): “Disapprovo ciò che dici, ma difenderò alla morte il tuo diritto di dirlo”. Il motto dei giornalisti italiani, del giornalista campione, cioè quello di sinistra, oppure di destra ma invidioso, pare che sia invece il contrario. Circa così: “Non me nefrega niente di quello chedici, ma soprattutto godocome un pazzo a impedirtidi dirlo e soprattuttodi scriverlo”.
Ieri infatti, in nome della libertà di stampa,hanno legato le mani per tre mesi aV ittorio Feltri, gli hanno portato via la Olivetti Lettera 32 o 22 non mi ricordo, ma conosco bene il ticchettio di quella macchina per scrivere, e tanti, tutti quelli che ora mi stanno leggendo conoscono il piacere suscitato dai suoi articoli. Qualcuno ricorderà anche il prurito che gli danno, il nervoso, talvolta l’incazzatura,p ersino il livore, l’odio, la voglia di strozzarlo: ma questo è il bello della onvivenza civile e una volta era il bello del giornalismo. Invece, qui da noi comanda una specie di tribunale del popolo sopravvissuto al Minculpop (infatti è stato inventato dal fascismo, e concordo con Fini che è il “male assoluto”). Hanno votato la pena in 132! Di essi 66 volevano dargli i sei mesi già sanzionati a Milano.
66 invece, i cosiddetti illuminati, hanno votato per tre mesi. In caso di parità passa la pena più blanda, ma che bravi ragazzi, che generosità di cuore.
Io spero che mi legga Napolitano (ma lo escluderei) e che applichi subito la grazia, se no qui c’è un casino, c’è l’annullamento di una libertà che non si può negare nemmeno agli ergastolani. Non dico di mettere Feltri in galera per tre mesi, ma di lasciarlo scrivere. Feltri mi ammazza se lo propongo veramente. Ma alla fine l’Espresso ha pubblicato, a pagamento, un poderoso articolo dell’ergastolano Spatuzza, autore di stragi reo confesso. Ma Feltri invece se osa scrivere, guai. Potrebbero punirlo per oltraggio alla sentenza e punire il direttore che – esercitando il suo diritto a fare il giornale che vuole – lo mettesse in pagina. Presidente Napolitano, si agiti per cortesia. Qui non c’entra l’idea che lei si è fatto del caso percui gli vogliono tappare la bocca: è la faccenda Boffo. Ha sbagliato. Ha rettificato, il direttore Feltri. Non lo fa più nessuno. Volete punirlo compagni giornalisti? Ok, anche se avetetorto e usate due pesi e due misure. Ma allora inventatevi una multa, obbligatelo a sbagliare un congiuntivo (quelli ne avete un sacco in tasca), ma privare lui di scrivere e noi del diritto a leggerlo, è un sopruso anti costituzionale, contro i diritti umani, eccetera. Insomma: uno schifo.Si rifletta sulla scena: 132 giudici, una roba mai vista, tanto vale radunarli al Colosseo. Hanno fatto venire avanti Feltri con il suo avvocato, e poi lo hanno interrogato in 132. Risultato? Eccolo sintetizzato dal giornalismo cosiddetto neutrale, indipendente, asettico, imparziale. Imparzial eun par di balle, direi.
“Feltri sospeso solo tre mesi”. Questo titolo è stato proposto ieri dall’Ansa, l’agenzia ufficiale o ufficiosa, italiana. Vuole raccontare unfatto. Ma gliene scappano due. Duef atti con una fava (linguaggio creativo). Il primo fatto è che l’Ordine dei giornalisti ha decretato di privar eper un trimestre in via esecutiva il citato fondatore bergamasco di Libero della libertà di scrivere e di intervenire con le sue opinioni radiofoniche o televisive. Il secondo fatto sta tutto in quella paroletta: “solo”. Nelle scuole di giornalismo insegnano a non usare gli avverbi. Sono peggio degli aggettivi, secondo i maestri delle gazzette. Sbagliavano.
In quelle quattro letterine c’è un mondo, c’è l’informazione italiana, c’è la misurazione del grado di civiltà dell’Italia, e in essa della categoriache ha la funzione più delicata, quella che volente o nolente alimenta le coscienze. “Solo”: cioè appena. Cioè: troppo poco, maledizione. Questa è l’idea di libertà di stampa, di opinione, di parola che c’è in Italia. E se ha una colpa questo governo e il centrodestra – or aposso dirlo tanto non è che possofa rgli del male più di quello che gli hanno già tirato in testa – è di consentire che tiri avanti in questo Paese una istituzione che per legge ha ildiritto di contraddire l’articolo 21 della Costituzione, quello sulla libertà di esprimersi. Non c’è nulla di paragonabile nel mondo occidentale, forse qualcosa del genere è presente in Romania. In Cina non credo. Io spero che Feltri disobbedisca.
Che succeda un casino dell’accidente, assalto ai forni, alle tipografie, roba grossa. Non voglio fare teoria, ma limitarmi alla pratica.Ora forse ci sono le elezioni. Di certo è il momento più critico dellastoria di questo Paese negli ultimi anni. Questi tre mesi sono decisivi. L’opinione pubblica si identifica nelle sue voci e penne che riflettono i suoi sentimenti. A destra chi c’è? Chi è il più noto e seguito? So che anche Belpietro, che ne è allievo, sarà d’accordo: è Feltri. La sospensione potrebbe persino far comodo a Libero, perché Feltri è della concorrenza. Ma che democrazia è una che zittisce il fuoriclasse di unoschieramento? Qui non è mica il calcio. C’è in ballo non il destin odello scudetto, ma del nostro Paese. Sia chiaro, questo discorso vale per chiunque. Fosse pure un cronista dello stimabilissimo Eco del Chisoneo per la Tromba della Valtrompia. Ma qui oltre al danno per la persona, c’è una assurdità di parcondicio a livello nazionale.
Accidenti. Quando hanno minacciato di sospendere due puntate di Annozero (due puntate) è venuto giù il mondo. La cosa più intelligente l’ha detta Nicolò Ghedini: dategli una multa, ma lasciatelo lavorare. E dire che Santoro aveva tirato un vaffa in faccia al capo, e neanche ha chiesto scusa o un minimo di rettifica. Niente. Solidarietà universale. Anzi vogliono cacciare via il direttore generale Masi che non ha gradito di farsi pisciare in testa davanti a sei milioni di italiani. Saviano e Fazio hanno messo su un casino mediatico perché la dirigenza Rai voleva mettere il naso nei conti. Prime pagine eccetera. Feltri viene imbavagliato per tre mesi, e niente. Anzi:“solo” tre mesi.
Forza Feltri disobbedisci. Firma. Sei prezioso come la nostra libertà.