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 2010  novembre 11 Giovedì calendario

POLITICI E TOGHE, 2400 UOMINI PER PROTEGGERLI - ROMA

Sono 1.988 le unità delle forze di polizia destinate ai servizi di scorta in Italia, a cui si aggiungono 377 militari per la sorveglianza di obiettivi fissi. Lo ha comunicato alla Camera Elio Vito, il ministro per i Rapporti con il Parlamento rispondendo al question time ad una interrogazione di Antonio Di Pietro sul ruolo e sui compiti delle scorte di Silvio Berlusconi e sulle modalità della loro utilizzazione da parte del presidente del Consiglio che prende le mosse dal caso Ruby.
Vito ha spiegato che sono i prefetti a stabilire l´assegnazione delle scorte e che vengono «periodicamente emanate delle circolari per richiamare l´attenzione sulla puntuale osservanza delle regole per i servizi di protezione». Quanto al presidente del Consiglio, ha aggiunto il rappresentante del governo, «la responsabilità della sua sicurezza e protezione è dell´Aisi, il servizio segreto interno».
I numeri nazionali delle scorte non sembrano da scandalo, visto che su 570 personalità scortate i politici sono 59, gli amministratori locali 29. La maggior parte degli scortati è composta da magistrati (283), il resto da imprenditori minacciati dalla mafia e cittadini con situazioni particolari, come, ad esempio, l´autore di Gomorra, lo scrittore Roberto Saviano. Va detto che la normativa sulle scorte prevede di lasciare la protezione per un certo periodo - oltre che alle massime autorità dello Stato e della magistratura - anche agli ex ministri dell´Interno, della Giustizia, degli Esteri e della Difesa. È il caso di Clemente Mastella, ex Guardasigilli non più presente in parlamento e anch´egli sotto scorta perché, spiega una fonte vicina al politico campano, «ha firmato il 41 bis per Totò Riina e Provenzano». La normativa assegna la scorta agli ex presidenti del Consiglio: tra gli altri Romano Prodi, Giuliano Amato, Lamberto Dini e Massimo D´Alema («È una decisione del Viminale», precisa il portavoce di quest´ultimo, ora presidente del Copasir). Caso particolare quello dell´europarlamentare della Lega Mario Borghezio, scortato da anni dopo essere stato pestato nel 2005, sul treno Torino-Milano, da un gruppo di no-global. Il Viminale ha precisato che da quando è ministro dell´Interno Maroni, le scorte sono state tagliate di 50 unità: erano 620 nel febbraio 2008, oggi sono scese a 570.