MARCO BETTAZZI, la Repubblica 11/11/2010, 11 novembre 2010
LE FERROVIE TAGLIANO L´INTERVALLO SIGARETTA
Per i bigliettai è un modo per staccare dal ritmo infernale dello sportello, per prendere una boccata d´ossigeno o per fumare. Per Trenitalia un inutile spreco di tempo che nell´era della produttività, di Marchionne e di Internet deve essere sacrificato, soprattutto alla vigilia dell´arrivo di nuovi concorrenti sul mercato come la Ntv di Montezemolo.
Sulla "pausa sigaretta", così la chiamano i ferrovieri, scoppia la guerra in tutte le stazioni d´Italia. A Bologna, fino a quindici giorni fa, tutti i bigliettai godevano di tre intervalli di venti minuti al giorno, un privilegio conquistato negli anni Novanta per ridurre le assenze da stress allo sportello. Finché Trenitalia, in assenza di un accordo con i sindacati, ha deciso di cancellare il benefit, riducendo al minimo la pausa prevista dalla legge e dal contratto nazionale di lavoro: quindici minuti, invece di sessanta. I sindacati, sul piede di guerra, minacciano scioperi, mentre l´azienda fa sapere di essere pronta a trattare. A Milano le astensioni dal lavoro ci sono già state: tre volte contro la carenza di personale, ma al prossimo sciopero gli sportelli saranno chiusi anche per difendere la pausa sigaretta che nel capoluogo lombardo è di venti minuti più trenta. A Roma, dove l´intervallo è di trenta minuti più trenta e la patata bollente arriverà a giorni, i sindacati sembrano più morbidi, anche se considerano «improponibile» la riduzione delle pause a un quarto d´ora soltanto.
Le Ferrovie, però, non mollano. Insistono che il taglio «migliorerà il servizio per i viaggiatori» in particolare a Bologna dove sono scoppiate le ostilità e dove i buchi agli sportelli creati dalle ripetute pause venivano coperti da un bigliettaio chiamato "grillo" perché costretto a saltare da uno sportello all´altro. Quel grillo ora può occuparsi di altri servizi.
Tutto questo per Trenitalia oggi non ha più senso. Da una parte ci sono le innovazioni tecnologiche che fanno concorrenza al vecchio operatore in carne e ossa (già peraltro sparito in molte stazioni minori) e dall´altra l´imperativo categorico della produttività. Quindi, è il ragionamento di Trenitalia, se ci sono sempre più clienti che usano Internet o le biglietterie automatiche a scapito di quelle tradizionali e c´è bisogno di recuperare efficienza, qualcosa deve essere sacrificato. A partire dalle "pause lavoro", così si chiamano. Il conto lo fa sempre Trenitalia: «Il turno giornaliero nelle biglietterie è organizzato su 7 ore e 12 minuti, ma se togliamo i 45 minuti di organizzazione necessari tra entrata e uscita e l´ora media di pausa concessa finora ai bigliettai si arriva a poco più di cinque ore di lavoro pulito al giorno». Troppo poco. Bisogna aumentare, scattare, produrre di più.
Banco di prova è Bologna dove i sindacati si vantano di aver introdotto per primi la pausa sigaretta e ora la Cgil minaccia lo sciopero, perché intanto le Ferrovie hanno già introdotto i 15 minuti di legge al posto delle tradizionali tre pause. «Ma noi non ce le siamo mica inventate per lavorare meno - protesta la Cgil - quelle pause erano state inserite d´accordo con l´azienda per rimediare a un boom di malattie e il servizio è migliorato». Stessa musica a Milano Centrale, dove venerdì Trenitalia presenterà la proposta ufficiale, ma i sindacati, dopo tre scioperi contro la carenza di personale il 28 novembre incroceranno le braccia e chiuderanno gli sportelli anche contro il taglio degli intervalli. La situazione sembra più tranquilla solo a Firenze Santa Maria Novella dove i sindacati contano di salvare le due pause di 20 minuti previste a livello locale. A saltare, invece, dovrebbero essere le doppie pause di Prato, Livorno, Pisa, Viareggio, Massa Carrara, Arezzo, Chiusi e Grosseto.