Daniela Roveda, Il Sole 24 Ore 11/11/2010, 11 novembre 2010
GOOGLE ALZA DEL 10% I SALARI PER TRATTENERE I DIPENDENTI
Solo 10 chilometri, 13 minuti esatti di macchina, dividono la sede di Google a Mountain View da quella di Facebook a Palo Alto. Troppi dirigenti Google in questi ultimi mesi hanno fatto quel breve viaggio senza più tornare indietro, e troppe defezioni hanno iniziato a preoccupare lìormai maturo colosso dei motori di ricerca, considerato per gli standard della Silicon Valley un po’ invecchiato e appesantito. L’ex-enfant prodige dell’high tech californiana ieri ha deciso quindi di impiegare il metodo più vecchio al mondo per far contenti i dipendenti: un aumento di stipendio del 10% per tutti.
Tutti i 23.391 salariati, dal primo all’ultimo, riceveranno a partire dal primo gennaio un aumento del 10% più una mancia di 1.000 dollari in contante. «Vogliamo che tutti si sentano remunerati adeguatamente per il loro lavoro, e vogliamo continuare ad attrarre le menti migliori» ha scritto a ogni dipendente Eric. Eric, naturalmente, è Eric Schmidt, l’amministratore delegato della società fondata nel 1998 da Sergei Brin e Larry Page, una società dove nonostante l’età vige ancora lo spirito cameratesco e tutti si danno del tu.
Come si addice a un’azienda il cui più famoso prodotto è un complicato algoritmo, Google sta mettendo a punto anche una formula per prevedere quali manager sono a "rischio di defezione", al fine di moltiplicare gli sforzi per farli contenti. Resta da vedere se una formula matematica è in grado di includere fattori psicologici o emotivi, come per esempio l’entusiasmo provato da un dipendente nel lavorare per una società alle prime armi (come Facebook o qualsiasi altro start-up) piuttosto che per un’azienda ormai affermata come Google.
La differenza tra questi due tipi di azienda è anche monetaria, e anche su questo fronte Google offre meno attrattive: frequentemente le start up alle prime armi compensano i dipendenti con azioni, il cui valore può letteralmente esplodere in valore quando la società viene collocata in Borsa.
I dipendenti di Google ne sanno qualcosa. Le azioni che possedevano il giorno del debutto in Borsa nell’agosto 2004, quotate 85 dollari, oggi ne valgono 620, ma oggi il potenziale di apprezzamento è contenuto in paragone a quanto potrebbe accadere alle azioni di Facebook nel caso di un’Initial Public Offering.
Forse Google avrebbe quindi potuto offrire di più di un aumento del 10%. Certo, l’aumento farà salire i costi (di circa 400-500 milioni di dollari secondo le stime), ma la cifra non è elevata in termini percentuali per un’azienda con profitti netti annui di oltre 11 miliardi di dollari. Nemmeno Wall Street si è preoccupata per l’impatto degli aumenti di stipendio sui conti aziendali: ieri le quotazioni Google sono scese di circa lo 0,7 per cento.