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 2010  novembre 11 Giovedì calendario

ARENAWAYS LANCIA LA SFIDA

«Quando vedete le grandi tavole rotonde dei superesperti dei trasporti produrre dei documenti contro l’inquinamento del traffico, non vi fidate: a loro non interessa nulla dell’ambiente come dei passeggeri». Per Giuseppe Arena, amministratore delegato della piemontese Arenaways, l’unico obiettivo di chi si occupa di trasporti in Italia, e soprattutto in Piemonte, è impedire ogni forma di concorrenza, ogni apertura del mercato. «Ma nonostante le pressioni del gestore pubblico – aggiunge – lunedì prossimo, 15 novembre, Arenaways avvierà il primo servizio di trasporto passeggeri su rotaia gestito da un operatore privato». In effetti anche la giornata di ieri, con il test del treno privato sulla tratta Torino-Milano, è stata caratterizzata da dispetti puerili. Come quello di negare ad Arenaways il binario 1 della stazione torinese del Lingotto, per nascondere il treno sul binario 7 in modo che i passeggeri in transito non lo vedessero. O come quello – sottolineato dal direttore generale Moh’d Eid – di cercare di non far salire a bordo i giornalisti. Scortesie che si sommano al documento inviato solo l’altra sera dall’ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari, con cui si limita il servizio alle sole fermate di Torino e Milano, escludendo dunque Chivasso, Santhià, Vercelli, Novara. In pratica si esclude l’intero bacino di pendolari al di fuori di Torino.

Nella serata di ieri era parso, dalle parole del ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli, che potesse essere individuata una soluzione, ma successivamente l’ufficio stampa del ministero ha precisato che il riferimento positivo riguardava la Sicilia. Nel frattempo sono insorte le associazioni dei pendolari e anche dei disabili. Paolo Osiride Ferrero, presidente Consulta delle persone in difficoltà, ha tuonato contro la Regione Piemonte che «regala 2,5 milioni all’anno alle ferrovie per il trasporto disabili quando, in realtà, possiamo utilizzare solo un treno al giorno per Milano, in partenza alle 21,45 e che ci obbliga a pernottare nel capoluogo lombardo: una vergogna». Arenaways, al contrario, ha predisposto una carrozza apposita e offre il viaggio gratuito al disabile e all’accompagnatore.

Ma sulle responsabilità della Regione Piemonte e dell’assessore ai Trasporti, insistono ancora Arena e il direttore generale. Quest’ultimo, riferendosi a Trenitalia, parla apertamente di «paura della concorrenza, tanto che l’assessore ai Trasporti ha preteso che il costo dei nostri biglietti fosse superiore a quello delle Ferrovie». Secondo i responsabili del gruppo piemontese, Trenitalia sta cercando ogni pretesto per eliminare un concorrente «e non solo in Piemonte perché – ha affermato Arena – ha già scritto alla Regione Toscana per cercare di impedire la nascita di un nostro servizio di trasporto turistico, e non pendolare, da Livorno a Firenze, per portare i croceristi a conoscere la Toscana senza inquinare».

È però alla Regione Piemonte che sono indirizzate le maggiori proteste (ma l’assessore respinge le accuse). L’amministratore delegato spiega che da luglio ha ripetutamente e inutilmente chiesto un incontro con l’assessore. Un atteggiamento che dimostrerebbe una scarsa attenzione nei confronti dei 50 giovani già assunti, di tutti quelli che verranno inseriti successivamente, ma anche nei confronti dei pendolari costretti a viaggiare in condizioni pessime mentre si evita accuratamente di far ripartire le gare per assegnare il servizio ferroviario regionale a competitori internazionali. Augusto Grandi • MONOPOLI LOCALI FS PIÙ FORTI COSÌ LI HA VOLUTI LA POLITICA - Giuseppe Arena, che già il 17 marzo 1998 dichiarava al Sole 24 Ore di voler combattere tenacemente contro la «burocrazia Fs» per conquistare un posto nel mercato ferroviario in via di liberalizzazione, denuncia l’ennesima vittoria del monopolio ferroviario ma stavolta sbaglia bersaglio. I responsabili di questa situazione non sono tanto le Fs, che difendono ovviamente con tutte le proprie forze le roccaforti monopoliste, né la Regione Piemonte che è l’unica in Italia a cercare di aprire il mercato. A rafforzare il monopolio Fs nel trasporto locale da due anni in qua è la politica nazionale dei trasporti che ha votato a più riprese leggi in questa direzione. Norme proposte dal ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, non di rado d’intesa con le stesse Fs in un «patto di ferro» presentato come la svolta in favore dei pendolari, con l’avallo unanime della maggioranza e dell’opposizione.

Sia chiaro: Matteoli, le forze politiche in Parlamento, gran parte dei governatori sono convinti in buona fede che scambiare il rafforzamento del monopolio Fs con un potenziamento medio dell’offerta del 10% e un piano di investimenti da 2 miliardi per comprare nuovi treni pendolari sia cosa buona e giusta.

Il punto è che nello scambio c’è di fatto il consolidamento dell’esclusiva alle Fs sull’intera rete regionale, l’assurdo allungamento da sei a dodici anni della durata dei contratti di servizio che legano le Fs alle regioni, le compensazioni in favore di Fs qualora fatti nuovi compromettano l’equilibrio economico-finanziario definito da questi contratti.

L’esclusione del trasporto ferroviario dalla nuova stagione di gare prevista dalla liberalizzazione dei servizi pubblici locali è stato il secondo atto, quello che ha completato l’allungamento della politica pro-monopolio. Questo giornale ha sempre denunciato questa politica.

Non sarebbe giusta, va aggiunto, neanche una politica che ammettesse i privati concorrenti solo sulle tratte ricche e redditizie dei pendolari per lasciare alle Fs il servizio in perdita sulle tratte meno interessanti. Se lo spirito delle compensazioni è questo, in senso riduttivo, è corretto.

È il quadro di una politica per il trasporto che però manca. Se siamo i primi in Europa per la liberalizzazione sulla lunga percorrenza, siamo indietro sul trasporto locale. Vanno incentivati atteggiamenti come quelli del Piemonte: fare gare. Tutti gli spiragli di concorrenza possibile vanno colti.

Il Piemonte è l’unica regione che non ha voluto sottoscrivere un nuovo contratto di servizio con Fs, sulla base delle nuove regole, ma si è limitata a prorogarlo per il 2010. Certamente i bandi di gara non erano stati scritti al meglio e andranno riscritti. Certamente qualche perplessità nel passaggio dalla gestione Bresso a Cota c’è stata, ma la regione è orientata ad andare avanti e anche l’avvio dei servizi di Arenaways lunedì conferma un’apertura che non c’è altrove. Non dimentichiamo che altre regioni, come la Lombardia, con il monopolista Fs hanno fatto patti di ferro con lo strumento delle società miste Fs-regione. La proroga breve consentirà comunque al Piemonte per il 2011, se lo vorrà, di ricontrattare con Fs la presenza di altri operatori. Giorgio Santilli