Sissi Bellomo, Il Sole 24 Ore 11/11/2010, 11 novembre 2010
COMMODITY SOTTO TIRO MANOVRE SULL’ARGENTO
Lo spettro dei fratelli Hunt è tornato ad aggirarsi sul mercato dell’argento, dopo l’improvvisa e violenta correzione che in meno di ventiquattr’ore ne ha fatto crollare di oltre il 10% le quotazioni, fino a poco prima ai massimi trentennali. Rialzi record, seguiti ieri da una correzione, hanno interessato nelle ultime settimane quasi tutte le materie prime. Il metallo prezioso è stato tuttavia oggetto di attenzioni privilegiate da parte degli investitori: dall’inizio dell’anno fino a martedì il suo prezzo segnava un rialzo superiore al 60% e nelle ultime ore le manovre speculative si sono fatte frenetiche, al punto da riportare alla mente quello che successe tra il 1979 e il 1980, quando Nelson e Herbert Hunt, figli di un petroliere texano, misero in atto uno dei maggiori tentativi di "cornering" del dopoguerra. Per mesi i due fratelli accumularono una enorme quantità di futures sull’argento, arrivando a controllare oltre un terzo dell’intera offerta mondiale del metallo. Per effetto dei loro acquisti le quotazioni salirono da circa 11 dollari l’oncia nel settembre 1979 a un record storico – tuttora inviolato – di 50,35 $/oz nel marzo 1980. Il "gioco" finì giovedì 27 marzo, il fatidico Silver Thursday: il Comex, in risposta alle numerose proteste degli altri trader, aveva irrigidito le regole sul deposito di margini e gli Hunt non furono in grado di versare gli 1,7 miliardi di margin calls che la borsa pretendeva. Il risultato fu un crollo repentino delle quotazioni dell’argento: -50% nel giro di quattro sedute.
Quello che sta succedendo oggi potrebbe non essere il frutto di manipolazioni altrettanto ardite. Tuttavia qualcosa di insolito – se non addirittura sospetto – sta certamente accadendo. Tutto è cominciato martedì sera, quando guarda caso il Comex ha deciso di alzare del 30% i margini sull’argento, da 5.000 a 6.500 dollari per contratto. La notizia non era ancora neppure stata battuta dalle agenzie di stampa, quando i volumi di scambio relativi all’argento si sono impennati (a fine giornata erano ai massimi storici, con 196.052 lotti) e le quotazioni hanno preso a scivolare, dal picco trentennale di 29,34 $/oz della mattinata fino a poco più di 26 $/oz nel dopo borsa. Analogamente, anche l’iShare Silver, il maggiore Etf sull’argento fisico, è balzato al centro dell’attenzione dei trader, con contrattazioni circa dieci volte superiori alla media degli ultimi 50 giorni. L’ondata di vendite è stata così violenta che alcuni analisti vi attribuiscono ripercussioni sul dollaro, anch’esso oggetto martedì sera di uno scossone (al rialzo) apparentemente inspiegabile.
Almeno per l’argento una spiegazione forse c’è: la memoria dei fratelli Hunt potrebbe essere tuttora così viva da riuscire a scatenare il panico. Tanto più in un periodo in cui la Commodity Futures Trading Commission sta, per sua stessa ammissione, indagando su una sospetta manipolazione del mercato. E mentre ben due cause, entrambe a carico di JpMorgan e Hsbc, sono state appena depositate per lo stesso motivo alla corte distrettuale di Manhattan.