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 2010  novembre 09 Martedì calendario

FINANZIARIA, RAI, UNIVERSITA’, PROVINCE. LE «TRAPPOLE» SUL PERCORSO DEL GOVERNO

Di lunedì i corridoi della Camera appaiono deserti come al solito ma il sempre presente Mario Pepe (Pdl) si lamenta che il clima da fine legislatura è ormai palpabile: «Basta vedere la fretta con cui ti salutano i funzionari; sono evasivi, tanto loro restano...». Eppure, nonostante l’ aria di smobilitazione, il palazzo di Montecitorio, ora più che mai, è costellato di «trappole» per la maggioranza, con Futuro e libertà che conta su quasi 40 voti determinanti. La lista dei voti a rischio per Pdl e Lega è lunga: ci sono la legge di Stabilità 2011 e il Bilancio di previsione dello Stato, prima di tutto, che domani tornano all’ esame della commissione Bilancio dove è atteso il maxi emendamento del governo: «I nostri voti ci saranno, su questo non c’ è dubbio, a meno che qualcuno impazzisca e cerchi lui l’ incidente», annuncia da Radio radicale il vicecapogruppo di Fli Benedetto Della Vedova. Tuttavia, nella Commissione presieduta dal leghista Giancarlo Giorgetti, i tre finiani (Moroni, Lo Presti e Catone) e Roberto Commercio (Mpa) continuano a rimanere sotto osservazioni dopo il voto congiunto con le opposizioni che, il 4 novembre, ha permesso di affossare il governo sui fondi Fas. Poi, esaurita la sessione di bilancio, inizia in Aula un altro calvario per il governo. Lunedì 22 c’ è il banco di prova sulla Rai, con la discussione delle mozioni Bocchino (Fli), Giulietti (Misto) ed altri per la tutela della «qualità e del pluralismo nel servizio pubblico televisivo». Il 23 torna in Aula la riforma Gelmini dell’ Università, che si era fermata per mancanza di fondi. Il 26 si vota la mozione per la revoca delle deleghe al ministro leghista Roberto Calderoli (Semplificazione) che viene accusato dal capogruppo dell’ Idv, Massimo Donadi, di aver detto il falso in Aula sulla cancellazione dal codice del reato di associazione militare con fini politici che tanto interessa i militanti della Lega imputati a Verona. Ma c’ è anche il ministro Sandro Bondi, finito sulla graticola dopo il clamoroso crollo di Pompei, che rischia involontariamente di innescare un «incidente» visto che il Pd è orientato a una mozione di sfiducia individuale anche per lui. E non va sottovalutato l’ esame del ddl costituzionale sulla soppressione delle Province in programma in Aula tra il 23 e il 25. Infine, potrebbe scoppiare la grana della proposta della giunta per le elezioni: con i voti determinanti di Fli arriva in Aula la relazione che prevede l’ ineleggibilità sopravvenuta (per condanna definitiva) di Giuseppe Drago, eletto con l’ Udc ma di recente passato in area governativa con Noi Sud. Al Senato, invece, il tempo sembra essersi fermato. In prima Commissione, il Lodo Alfano costituzionale (quello che assicura al premier uno scudo processuale per la durata del mandato) è congelato in attesa di tempi più tranquilli: «Perché - osserva il presidente Carlo Vizzini (Pdl) - rompere sul lodo sarebbe tatticamente una sciocchezza. Così poi ce lo rinfacciano per tutta la campagna elettorale».
Dino Martirano