ANGELO AQUARO , la Repubblica 9/11/2010, 9 novembre 2010
JIM MORRISON NON È PIÙ OSCENO "RIABILITIAMOLO DOPO 40 ANNI"
«Non vi sto parlando di rivoluzione, non vi sto parlando di dimostrazioni, non vi sto chiedendo di scendere in piazza... Voglio soltanto vedervi ballare: voglio soltanto vedervi divertire!». Il mondo bruciava per la guerra del Vietnam e lui bruciava di sesso. Il privato diventava pubblico (politico, si diceva allora) e lui metteva in pubblico, lì sul palco di Coconut Grove, Miami, il suo privato: nella fattispecie, il suo privatissimo sesso. Lui era Jim Morrison e l´America era quella del 1969. E come crediate che finì quel concerto-manifesto della liberazione sessuale? Con una bella richiesta di arresto e uno scandalo mondiale che fece cancellare uno dopo l´altro tutti i concerti dei mitici Doors.
Ci sono voluti più di quarant´anni ma, forse, il momento del riscatto per James Douglas Morrison è arrivato. C´è già una data da segnare sul calendario: è il prossimo 9 dicembre ed è l´ultimo giorno in cui il board della Florida titolato a concedere grazia e perdoni si riunirà sotto l´egida del governatore uscente Charlie Crist, un repubblicano però molto liberal e infatti ora sconfitto dai Tea Party. Charlie aveva promesso già tre anni fa di occuparsi del caso «ma adesso - dice - voglio risolverlo in questi ultimi giorni a disposizione». Compiendo quel passo che i predecessori, dal Jeb Bush fratello di George in giù, si sono rifiutati di fare: accettando la petizione che da decenni i fan dei Doors hanno avanzato per cancellare l´infamia della condanna per blasfemia e oscenità.
Il concerto del 1 marzo 1969 è entrato nella storia del rock anticipando l´inizio di quella «lunga estate calda» della rivoluzione giovanile che un altro, tragico show chiuderà pochissimi mesi dopo: quando ad Altamont, California, il 6 dicembre, gli Hell´s Angel uccideranno un fan dei Rolling Stones mentre Mick Jagger canta sul palco Simpatia per il Diavolo.
Non c´è rivoluzione senza eccessi e in questo Morrison non era secondo a nessuno. A Miami si presentò completamente ubriaco dopo aver perso non una, ma due coincidenze e annegando la sfortuna nei drink delle lounge di mezza America. Il Dinner Key Auditorium poteva ospitare settemila persone: gli organizzatori tolsero tutte le poltrone e nella bolgia si accalcarono 12mila ragazzi. Non fu il concerto più bello: Jim non riusciva a seguire la musica, dimenticava le parole e annaspava nell´improvvisazione dei «Poems» che poi gli sono valsi un posto nel Pantheon della cultura. Ma il suo monologo bastò e avanzò a riscaldare la platea.
Presto, però, gli inviti a stringersi, ad abbracciarsi, ad amarsi, sfociarono in quell´assurdo grido di battaglia: «So perché siete qui: siete qui perché volete vedere il mio coso!». Detto, fatto. Un articolo sul Miami Herald insospettì i censori che mai si sarebbero infilati nella bolgia di Coconut Grove. Quattro giorni dopo Jim era già ricercato e con la scritta «Wanted» finì sulla copertina di Rolling Stone. Seguì un processo in cui la rockstar si difese invocando la libertà di espressione del primo emendamento. Per ironia della sorte fu assolto dall´ubriachezza che lo portò a delirare e fu condannato per quei reati minori.
Un tribunale Usa ci ha messo 38 anni per cancellare l´infamia del bestemmiatore al grande attore Lenny Bruce, intanto morto. L´assoluzione di Morrison potrebbe arrivare, adesso, 41 anni dopo. L´ultimo regalo: proprio l´8 dicembre avrebbe compiuto 67 anni. Se non fosse morto nel marzo del 1971 a Parigi per quell´overdose che lo strangolò nel suo stesso vomito ma lo spedì a riposare per sempre tra i poeti che amava: al cimitero di Pére-Lachaise, dall´altra parte del mondo di quell´America che non capì.