STEFANO SEMERARO, La Stampa 9/11/2010, pagina 44, 9 novembre 2010
Flavia, miss Italia Ma è giallo sul suo futuro in Fed Cup - Carina, femminilissima, Flavia Pennetta: finché si tratta di scherzare fuori dal campo, magari di giocare a nascondino quando la si interroga su questioni di cuore («Fidanzata? Ma quando mai…»)
Flavia, miss Italia Ma è giallo sul suo futuro in Fed Cup - Carina, femminilissima, Flavia Pennetta: finché si tratta di scherzare fuori dal campo, magari di giocare a nascondino quando la si interroga su questioni di cuore («Fidanzata? Ma quando mai…»). Ma una ragazza d’acciaio, come può spiegare il ct Corrado Barazzutti, quando si tratta di menare rovesci in campo. O di difendere il valore del tennis femminile; anzi, dello sport femminile. A San Diego, come a Reggio Calabria un anno fa, è toccato a lei mettere il paletto definitivo, il punto del 3-1 contro gli States, dopo l’inaspettato bradisismo nervoso di Francesca Schiavone, la match-winner designata scioltasi fra la costernazione generale davanti alle trafitture bionde di Melanie Oudin. «Cosa mi ha suggerito Corrado prima di entrare in campo contro la Vandeweghe? Solo di giocare come so». Semplice da dire, non banale da fare. Ma la Penna è una che da giovane ha superato un anno di stop causa tifo, che è stata capace di reinventarsi una carriera in Spagna, di entrare fra le top-ten e diventare n.1 in doppio dopo una operazione al polso che avrebbe potuto scucirle il tennis di dosso. «Ho cercato di restare serena e concentrata. Sul 2-2 ci sarebbe stato comunque il doppio. Mi sono detta che era meglio chiudere prima». Meglio agguantarla subito, la terza Coppa in cinque anni, gioire, festeggiare («dopo la cena ci siamo scatenate in un karaoke bar a cantare We are the champions»). E togliersi un sassolino rosa: «Lo sport principale in Italia è il calcio, lo sappiamo, e va bene così. Quello che dispiace è pensare che se al posto nostro ci fossero stati i maschi avremmo avuto molta più attenzione. Certo, da quando abbiamo vinto nel 2006 la prima Fed Cup, e poi grazie alle vittorie mie, di Francesca, della squadra, l’interesse è cresciuto, la gente ci riconosce e si aspetta molto da noi. Però... Non è solo un problema italiano. Ma noi donne, dal tennis, al fioretto, alla pallavolo, più che vincere cosa possiamo fare?». Barazzutti prova a scherzarci su: «La colpa è vostra, del movimento femminista che è crollato: ma non datemi del maschilista, io ho due figlie e poi con una squadra come questa come potrei esserlo?». Qualcuno ipotizza una ospitata a «Porta a Porta». «No, no», sorride Flavia. «Me ne vado in vacanza: due settimane da mamma e papà. Non sono un tipo glamour, preferisco una cena con la famiglia e gli amici. Un regalo da parte della federazione? Tutti i regali sono graditi...». Puntini di sospensione (economica) in attesa di capire quale sarà il futuro di questa grande squadra di ragazze ormai donne: la Schiavone ha 30 anni, la Pennetta quasi 29, la Vinci quasi 28. La baby Errani 23, ma dietro di lei non si intravedono ricambi di qualità. E forse dopo la terza Fed Cup viene fame di altri traguardi. Vero Flavia? «Per ora la Fed Cup resta in programma, il primo turno lo giocheremo in Australia dopo gli Open. Il calendario non aiuta (la finale di Coppa coincide con il “masterino” di Bali, ndr), e nessuno fa niente per cambiarlo, quindi si dovrà fare una scelta. Per ora non ci penso. Obiettivi per il 2011? Vincere la Fed Cup è sempre una gran cosa. Certo, si potrebbe fare di più per i giovani, ma mi pare che le ragazzine del ‘92 stiano facendo bene. Io non mi pongo obiettivi precisi, anche se l’anno prossimo, dopo una stagione massacrante come questa (139 match fra singolo e doppio, ndr), dovrò riposarmi di più e fare richiami fisici, visto che certe partite le ho perse per stanchezza: fisica e mentale». La pazienza delle donne è immensa... Ma non infinita.