FRANCESCO MOSCATELLI, La Stampa 9/11/2010, pagina 8, 9 novembre 2010
Sacconi: “Aiuti solo agli sposi che procreano” (+tabelle) - Famiglia o famiglie? Berlusconi, come annunciato dopo le polemiche sul «caso Ruby», non c’è
Sacconi: “Aiuti solo agli sposi che procreano” (+tabelle) - Famiglia o famiglie? Berlusconi, come annunciato dopo le polemiche sul «caso Ruby», non c’è. E così alla «Conferenza nazionale della famiglia», oltre che di crisi del governo, si parla, e ci si scontra, soprattutto sulla crisi della famiglia e sui temi etici. Da una parte la diminuzione dei matrimoni (nel 2008 sono stati 246.613, 17.484 in meno rispetto a cinque anni prima) e l’aumento dei divorzi e delle separazioni, dall’altra la crescita delle coppie di fatto (sono 820 mila, delle quali la metà con figli, 300 mila in più che nel 2002) e la procreazione assistita. Ma anche, come ha ricordato con un messaggio il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, l’«esigenza di affrontare con determinazione e lungimiranza la precarietà e l’instabilità dell’occupazione, la difficoltà di accesso ai servizi e sostegni pubblici e la loro disomogenea distribuzione sul territorio nazionale». Dopo i saluti delle autorità milanesi e l’ammonimento dell’Arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi - «La politica non può limitarsi alla semplice proclamazione dei valori» - ha preso la parola Carlo Giovanardi, sottosegretario con delega alle Politiche familiari: «Fra i fattori destabilizzanti dobbiamo ricordare i progressi della scienza e le biotecnologie che possono togliere ai figli il diritto di nascere all’interno di una comunità d’amore con una identità certa e paterna. La rottura della diga costituita dalla legge 40 aprirebbe la porta a scenari inquietanti, tornando a un Far West della provetta». Poi ha annunciato: «Il governo interverrà per un nuovo fisco che tenga conto del numero dei componenti del nucleo familiare. Si chiamerà quoziente familiare o fattore famiglia». D’accordo anche il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna: «Non appena ci sarà una boccata d’ossigeno per le casse dello Stato, il governo deve investire i soldi disponibili per il quoziente familiare». Proteste dai radicali e le associazioni per i diritti degli omosessuali, schierati fuori dai cancelli del Milano Convention Centre fin dal primo mattino: «Questa conferenza è discriminante. Non ci hanno voluto». «Uno spettacolo penoso». «Vogliamo un allargamento del concetto di famiglia – ha precisato Emma Bonino, presente al sit in -. Non una sua negazione». Ma è stato dopo l’intervento del ministro del Welfare Maurizio Sacconi - «Sostegni solo alla famiglia naturale, fondata sul matrimonio, ed orientata alla procreazione» - che sono arrivate le reazioni più dure, soprattutto da parte delle donne del Pd. «E’ triste vedere come, anziché prendersi cura dei problemi veri, la destra insiste sulla linea della divisione tra buoni e cattivi - ha detto Rosy Bindi, seduta in prima fila. - Forse a Giovanardi converrebbe denunciare che i soldi non ci sono, magari riuscirebbe ad ottenerli se Tremonti si commuovesse. I fondi per la famiglia sono passati dai 400 milioni di euro stanziati da noi ai 47 che hanno stanziato loro». Livia Turco parla di «uso strumentale dei temi etici per fare la morale», mentre la capogruppo al Senato Anna Finocchiaro di «logica razzista e inaccettabile». Nel pomeriggio Sacconi ha chiarito il suo pensiero: «Le politiche pubbliche si occupano della famiglia naturale basata sul matrimonio e della natalità più in generale, anche quella fuori dal matrimonio. Non sono un nazista». Giovanardi, invece, ha confermato che «lo Stato deve tutelare la coppia che si assume la responsabilità pubblica».