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 2010  novembre 09 Martedì calendario

CORRE LA CHRYSLER TARGATA FIAT


Chrysler va. Va meglio del previsto e si prepara a un «grande 2011». L’Ad di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, in America per presentare i risultati del terzo trimestre della casa di Detroit, è raggiante: «Un anno fa Chrysler ha presentato chiari e concisi obiettivi finanziari per cinque anni e dopo tre trimestri di risultati migliori del previsto non solo facciamo onore ai nostri impegni ma superiamo gli obiettivi finanziari 2010». E questo è «solo l’inizio per far divenire il Gruppo una casa automobilistica vibrante e competitiva». Chrysler archivia il terzo trimestre con utile operativo di 239 milioni di dollari, in aumento di 56 milioni rispetto ai tre mesi precedenti; i ricavi sono saliti a 11 miliardi, il 5,2% in più. Un miglioramento della performance operativa che porta a rivedere al rialzo i target 2010: l’utile operativo si attesterà a 0,7 miliardi di dollari rispetto agli 0-0,2 miliardi previsti nel piano industriale, mentre il cash flow sarà positivo per circa 0,5 miliardi di dollari (rispetto a una stima negativa per 1 miliardo).
Questi i numeri. Che danno peso al successo di Chrysler. E quindi di Fiat. E di Marchionne. Almeno Oltreoceano. In America il manager ha campo libero, con sindacati e istituzioni (prevede di ottenere anche un prestito di circa tre miliardi di dollari dal ministero dell’energia Usa). «Buon trimestre, buoni nove mesi e buon 2010», ha sottolineato più volte, dicendosi «incoraggiato» da quello che prevede per il 2011: il ritorno in Borsa («Abbiamo intenzione di avvicinarci al mercato dei capitali il prossimo anno») e la stima di vendere «oltre 2 milioni di vetture». Un successo che Marchionne attribuisce ai nuovi prodotti: «In appena 16 mesi la compagnia sta consegnando 16 prodotti completamente nuovi o aggiornati con in testa l’acclamatissimo nuovo Jeep Grand Cherokee, e inclusa la Fiat 500 che segna il ritorno del marchio Fiat negli Usa e in Canada». A proposito del Lingotto, la Fiat sta approntando una rete di vendita, con la selezione di «165 concessionari negli Usa in 119 mercati». Esclusa poi un’acquisizione di una partecipazione di Chrysler nell’impianto di Mirafiori e la possibilità di uno spin off dello stabilimento.
Nonostante le recenti dichiarazioni rassicuranti di Marchionne su «Fabbrica Italia», resta un clima teso con i sindacati e alcuni nodi ancora da sciogliere. Ieri il governo ha dato un segnale preciso. «Siamo disponibili a convocare un tavolo nazionale sulla Fiat se i sindacati lo richiederanno tutti assieme», ha detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. «Si tratta di un tavolo importante per verificare i modelli che possano essere ragionevolmente assegnati ai diversi stabilimenti».