FULVIA CAPRARA, La Stampa 8/11/2010, pagina 7, 8 novembre 2010
Fabio Fazio: “Una trasmissione patriottica” - Stasera Fabio Fazio e Roberto Saviano mettono il dito nella piaga: restare in Italia oppure andare via
Fabio Fazio: “Una trasmissione patriottica” - Stasera Fabio Fazio e Roberto Saviano mettono il dito nella piaga: restare in Italia oppure andare via. Il senso del programma, che finalmente va in onda dopo il blocco dei contratti Rai e le polemiche politiche (Benigni ha rinunciato al suo onorario), è tutto nell’aria del tempo. «Vieni via con me» pone domande e raccoglie risposte, ma non è un caso che la scenografia dello studio contenga elementi del tricolore. Allora Fazio, che cosa significa «Vieni via con me»? «E’ la sintesi di un pensiero diffuso, una domanda retorica perché non ha una risposta. Chiunque non sia un mistificatore sa che questo è diventato un Paese invivibile. Il disagio è diffuso, andarsene può essere un segno di resa, oppure l’unica via d’uscita. O si lotta oppure ci si dice resto perché non ho più l’età. Sappiamo tutti che basta un’ora di volo dall’Italia per sentirsi in un altro tempo. E allora perchè mai un neo-laureato non dovrebbe scegliere di andare a fare quello che ha imparato a fare a Londra o a Parigi o altrove?». Qualcuno dirà che incitate la gente a gettare la spugna, che non avete fiducia nel Bel Paese. «Rispondo che il nostro è un programma patriottico, quando si ama si dice la verità, e questo è un sincero atto d’amore. Nel programma ci saranno degli elenchi, fatti da persone comuni che raccontano le loro vite e spiegano le loro diverse motivazioni, a restare o andarsene». Il monologo di Benigni è top secret, sappiamo solo che dura mezz’ora e che lo fa gratis. Nient’altro? «Farà ridere, farà sbellicare dalle risate, Benigni ha la grazia e la comicità. Non ha provato nulla, viene gratuitamente e quindi sarà ancora più libero del solito». Sicuramente ci sarà chi si arrabbierà. «Si, ma c’è un sacco di gente che si arrabbia tutti i giorni, per tante cose, e molto di più...». C’è stato un momento, al culmine delle polemiche sui contratti Rai, in cui si è sentito sfiduciato? «Ho un grande entusiasmo verso questo programma e non vedo l’ora di realizzarlo. Lavoro per la Rai e ho sempre riconosciuto a chi la dirige il diritto di decidere se fare o meno qualcosa. Se però si decide di fare, allora si fa. A un certo punto, per poter andare avanti, ci siamo molto aiutati da soli». Di lei hanno detto che è buonista. «La parola buonista, durante il nazismo, coincideva con pietista, termine con cui venivano catalogati gli intellettuali e non che si pronuciavano contro le leggi razziali. Quindi mi sta benissimo. Se poi buonista vuol dire che non tratto male gli ospiti, beh, al mio paese se si invita qualcuno a casa propria lo si fa per farlo sentire a proprio agio». Roberto Saviano ha dichiarato di non essere ideologico e che questo è uno dei motivi che contribuiscono a renderlo un personaggio scomodo. Forse è anche un aspetto che vi unisce, siete due non-ideologici? «Roberto non è ideologico, ma è nato 15 anni dopo di me, e questo conta. Diciamo che siamo tutti e due post-ideologici, soprattutto che non abbiamo alcun imbarazzo a non essere disponibili per la difesa di regimi e dittature». Perché un programma con Saviano? «Il servizio pubblico ha senso perchè manda in onda una persona come lui, dovremmo esserne tutti orgogliosi. Roberto rappresenta l’idea della legalità, ed è giusto che oltre alla protezione fisica goda della protezione morale della tv di Stato». Com’è stato lavorare con uno a cui Salman Rushdie ha detto: «Vai via, salvati»? «Roberto vive una vita d’inferno. Lavorare insieme vuol dire tante cose, anche mangiare sempre panini perchè se si decide di andare al ristorante ci vuole prima la bonifica, oppure non poter stabilire su due piedi di vedersi e ragionare su una cosa perchè c’è la scorta e così via...». «Vieni via con me» è uno spettacolo televisivo di prima serata, come avete mescolato toni e linguaggi? «Il nostro è un racconto italiano, fatto di storie che emozionano, di prosa, musica, canzoni, fotografie, insomma, di vita». Che cosa le piacerebbe leggere a proposito del programma sui giornali di domani? «Mi piacerebbe leggere che la trasmissione è stata soddisfacente, e che ha provocato dei momenti di emozione. In giro è sempre più diffuso questo vezzo di fare gli annoiati...».