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 2010  novembre 08 Lunedì calendario

ElKorchi Mostapha

• (Marocco) 1966 (~). Ex imam di Ponte Felcino (Perugia). Arrestato il 20 luglio 2007, nel 2009 fu condannato a 6 anni per terrorismo internazionale • «La nostra non era un’attività di addestramento ma semplicemente di adesione alla jihad [...]» (Meo Ponte, “la Repubblica” 24/7/2007) • «[...] arrivato da Tantan [...] Si è capito subito che non cercava solo un lavoro. “Era un bravo musulmano e si presentò subito come volontario per fare le pulizie nella piccola moschea di Perugia, in via dei Priori. Preparava i locali per la preghiera”. Un “sagrestano” dell’Islam, in attesa di costruire una moschea tutta sua. Realizza il sogno a Ponte Felcino, quando è già sposato e ha tre figli. È qui, nell’ex magazzino diventato moschea e sede della Lega immigrati musulmani e arabi in Europa, che Korchi mostra l’altro suo volto, di terrorista della porta accanto. Ma lo mostra solo a quelli che chiama “i ragazzi”, una ventina di marocchini che gli stanno intorno e che, pochi alla volta, dopo attenta selezione, possono restare in moschea anche quando la preghiera è finita. Ci sono da vedere certi filmati, bisogna ascoltare certe parole. [...] “ Il fatto che più mi ha colpito - dice Francesco Barba, capo della Digos - è il respiro lungo di questi criminali. Non solo addestravano terroristi di oggi. Indottrinavano i bambini, per avere nuovi ‘soldati’ fra vent´anni”. La figlia di otto anni non viene accompagnata solo al supermercato. El Korchi la chiama in moschea, dove c’è la “lezione di arabo” per i bambini. Dopo, assieme ai grandi, le mostra un filmato. Diciotto poliziotti iracheni giustiziati uno alla volta, con un colpo alla nuca. Il papà fa anche il tifo, come se l’esecuzione fosse in diretta. “Dagli, dagli… Con il nome di Dio. Dio è grande. Dagli, dagli…”. La figlia chiede perché questi uomini vengono uccisi, il padre paziente spiega: “Sono miscredenti, i militari iracheni sono peggio degli americani. I musulmani li hanno presi. Hanno vinto”. Poi la lezione si allarga anche agli altri bambini. “Coloro che non capiscono la religione musulmana andranno all’inferno e saranno torturati. Voi bambini siete più forti degli italiani. Dovete colpire gli altri bambini fin che non esce il sangue… Date un pugno e dopo quindici giorni datene un altro, così si ricordano”. Anche per loro i filmati di attentati e stragi. I bambini battono le mani, quando sullo schermo del computer appaiono i “guerrieri dell’Islam” che urlano la loro gioia dopo i massacri e sparano in aria colpi di kalashnikov. Ai genitori che aspettano la fine delle lezioni l’imam fa una raccomandazione: “Non lasciate vedere la televisione, e nemmeno i fumetti, ai vostri figli”. A volte otto ore di fila, a volte sei ore davanti al computer, nell’ufficio della moschea. Ventimila file scaricati in una sola settimana. Mostapha El Korchi, imam e padre affettuoso diventa “Hamman”, nome in codice per entrare nei siti dei terroristi. Qui lui ed i suoi “ragazzi” possono imparare tante cose: come costruire bombe, avvelenare acquedotti, guidare un Boing 747 contro un grattacielo, preparare armi chimiche, collocare al posto giusto l’esplosivo in un’aula universitaria o a una fermata di autobus. Viaggi a Perugia, sempre presente alle riunioni della consulta immigrati. Incontri con altri imam, come quello di Pierantonio. [...]» (Jenner Meletti, “la Repubblica” 29/7/2007).