Moisés Naim, Il Sole 24 Ore 7/11/2010, 7 novembre 2010
I TEA PARTY FANNO BOOM (DEMOGRAFICO)
Quali sono le conseguenze di cui il resto del mondo risentirà a causa del Tea Party? È ancora presto per saperlo. I membri del Tea Party scelti di recente per occupare i seggi nel Congresso statunitense in campagna elettorale hanno parlato molto poco di temi internazionali. Sappiamo però qualcos’altro di cui fino ad ora non si è parlato e che ha enormi ripercussioni internazionali: al Tea Party non piace la pianificazione familiare.
Rand Paul, icona del movimento e appena eletto alla carica di senatore, ha criticato le politiche che intendono moderare la crescita demografica. Secondo Paul, queste nascono dal fatto che «i governi hanno paura di avere troppa gente che respiri; cioè, essere umani».
Sarah Palin, la regina del Tea Party, rifiuta ogni genere di educazione sessuale per gli adolescenti, con l’eccezione di quei programmi che promuovono l’astinenza fino al matrimonio. Il fatto che sua figlia, nubile, sia rimasta incinta a 17 anni e che abbia dichiarato che la promozione dell’astinenza sessuale tra gli adolescenti non rappresenta un’ambizione realistica, non ha generato alcun dubbio nella Palin sull’efficacia del proprio metodo. Tuttavia, dati statistici e senso comune danno ragione alla giovane Palin.
Cosa c’entra tutto ciò con il resto del mondo? Il fatto è che gli Stati Uniti rappresentano la principale fonte di finanziamento dei programmi di educazione sessuale, pianificazione familiare, salute riproduttiva e contraccezione in quei paesi che più ne hanno bisogno. E i nuovi parlamentari del partito repubblicano hanno già annunciato di voler operare dei tagli ai fondi assegnati a queste politiche.
Collochiamo il tutto in un contesto più ampio. In un certo momento, in qualche luogo del mondo, il prossimo anno nascerà un bebè dal significato simbolico: con il suo arrivo la popolazione del pianeta raggiungerà i 7 miliardi di abitanti. Nel 1900 gli abitanti erano solo 1,5 miliardi in tutto il mondo; nel 1950 ce n’erano già 2,5; nel 1980, 4,4; nel 1990 la cifra ha raggiunto i 5,3 e ora siamo già a quota 6,9 miliardi. Sì, si tratta di una crescita accelerata. E diseguale. Alcuni paesi si stanno spopolando e in altri è in atto un’esplosione demografica. Da una parte, nell’Europa orientale - Russia inclusa - la popolazione passerà dai 296 milioni del 2005 ai 219 del 2050. Dall’altra parte, il 60% dell’umanità vive in paesi con alti tassi di crescita demografica. Elizabeth Leahy Madsen, un’esperta di Population Action International (un’organizzazione senza scopo di lucro, che non accetta donazioni da parte dei governi e di cui dirigo l’organo amministrativo), ha calcolato che mille milioni di persone vivono in paesi poveri. In questi paesi, le donne hanno una media di quattro figli, il che fa sì che la popolazione raddoppi ogni 35 anni. Ed è in questi paesi che si sta verificando una crescita demografica vertiginosa. Citando alcuni dati dell’Organizzazione delle nazioni unite, Leadhy Madsen afferma che, se gli attuali tassi di fertilità non subiscono una diminuzione, la popolazione dei 49 paesi più poveri al mondo supererà quella dei paesi sviluppati nel giro di circa 15 anni. L’esempio dell’Uganda illustra questa realtà in maniera tragica. Ogni donna in Uganda partorisce una media di sei figli, e nel 2009 il paese ha prodotto soltanto 100mila nuovi posti di lavoro. Le conseguenze, in termini di sofferenza umana, povertà, violenza o migrazione internazionale, sono ovvie e scioccanti.
E c’è dell’altro. Quando l’accesso ai programmi di salute riproduttiva, educazione sessuale e agli anticoncezionali viene interrotto, il numero di gravidanze tra le adolescenti e gli indici di mortalità femminile aumentano rapidamente. Tutti gli studi dimostrano che non c’è investimento che abbia più resa di quello dedicato alla prevenzione della gravidanza giovanile. Tra le mamme adolescenti la scolarità è la più bassa, la disoccupazione più alta e il numero di figli maggiore. Inoltre, questi bambini hanno una salute più cagionevole e peso e altezza inferiori rispetto alla media degli altri bambini.
Forse, la cosa più tragica è che tutto questo è perfettamente evitabile. Ma non per il Tea Party.
(Traduzione di Graziella Filipuzzi)