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 2010  novembre 08 Lunedì calendario

GIOCHI ONLINE, ECCO LA NUOVA MINIERA D’ORO


Tra le mura di casa, principalmente di notte, il televisore spento e un computer che consuma energia elettrica per tenere acceso il più grande casinò al mondo: l’Italia. Perché è sull’online che viaggia sempre più spedita l’industria del gioco del nostro paese. Un mercato da circa 3 miliardi per i casinò games online (in questa cifra sono compresi altri giochi già attivi in Italia, come il Bingo e il Superenalotto) e di circa 3,5 miliardi per il cash game. E’ questo il valore annuale dei nuovi giochi compresi nel decreto che sarà pubblicato nelle prossime settimane sulla Gazzetta ufficiale. Ecco perché Francesco Rodano, responsabile di Aams per il gioco online, in occasione dell’Eig di Copenaghen ha parlato di nuova fase del mercato italiano. Considerando le ottime performance delle scommesse sportive e il valore del poker online a torneo, il mercato digitale del nostro paese dovrebbe valere circa 10 miliardi euro l’anno. Cifre che il presidente di Snai, Maurizio Ughi, considera ancora distanti dalle effettive potenzialità del settore. ««Sono convinto — spiega — che con il prossimo ingresso del poker cash game e dei casinò online, si assisterà a un vero e proprio boom del gioco sul web. Il poker potrebbe arrivare a raccogliere anche 16 miliardi di euro e Snai è certa di poter diventare protagonista di questo settore come già lo è nelle scommesse».
Partite lanciate con un clic, notti insonni davanti al computer per tornei che si sviluppano anche lungo due giorni, ma anche giocate in agenzia, puntate sugli eventi sportivi, giocate sull’ippica (poche), e ancora lotterie istantanee, serate al Bingo, monetine inserite nelle slot da bar, "Gratta e Vinci" comprati ai distributori automatici, tornei di poker al casinò, ma anche nei circoli sotto casa, aperti e chiusi a ritmo frenetico a seconda del Tar che si esprime sui ricorsi: lucchetti al nord, mercato libero a Roma. Senza contare le future indicazioni che potrebbero arrivare dalla stessa Comunità Europea: «Attendiamo fiduciosi il nuovo pronunciamento della Corte di Giustizia Europea — spiega a tale proposito John Whittaker, Ceo di Stanleybet International — Nel frattempo faremo tutto quanto la legge ci consente con spirito costruttivo, ma con grande fermezza».
Il conto economico dell’industria del gaming tricolore raggiungerà entro la fine dell’anno i 60 miliardi, una cifra spaventosa spesa per dare la caccia alla fortuna e che pone il nostro paese tra i primi al mondo. Nel 2010 la spesa pro capite supererà per la prima volta i 1.000 euro, valore che sale a 1.215 euro se si considera solo la popolazione maggiorenne. Secondo un studio realizzato dall’agenzia specializzata Agicos, prendendo in esame un intero anno di raccolta (2009), emergono però delle evidenti differenze tra le singole regioni. A livello generale sono Lombardia, Lazio e Campania le regioni nelle quali si gioca di più. Nei loro confini passa oltre il 37% di quanto viene speso in un anno nell’intera penisola per tentare la sorte. Ed esaminando la spesa per singolo gioco, a fare impressione sono soprattutto i quasi 500 euro a persona puntati dagli italiani sulle newslot (gli apparecchi che troviamo in molti esercizi commerciali come bar e ricevitorie).
Ma non bastano le sfida sul web a centinaia di chilometri di distanza, non sono sufficienti i miliardi investiti nelle agenzie che hanno aperto in ogni angolo d’Italia, e nemmeno i pullman organizzati da francesi, svizzeri e sloveni per tentare il Superenalotto dei sogni, quei 177,7 milioni di euro poi finiti nelle quote di una maxi schedina. Il paese si apre ora ad un’ulteriore rivoluzione culturale sul gioco: la "Lotteria da supermercato" o "Il gioco della spesa". Tra qualche mese si potrà quindi giocare anche alla cassa del supermercato fino a un massimo di 5 euro, scegliendo di trasformare il resto della spesa in una ricevuta di partecipazione a un’estrazione, che potrà garantire vincite per migliaia di euro centrando numeri o combinazioni estratti a sorte. La giocata dovrà essere comunque legata all’acquisto di beni o servizi e i registratori di cassa emetteranno una ricevuta in una sezione distinta dello scontrino fiscale. I nuovi giochi di sorte legati al consumo, previsti dal decreto Abruzzo, consentiranno al ministero dell’Economia di continuare a raccogliere le maggiori entrate «non inferiori ai 500 milioni annui».
E se il gioco, dal poker ai "Gratta e Vinci", passando per slot, Bingo e tagliandi di scommessa, non accenna ad arrestare la sua crescita, le schedine che per quarant’anni hanno fatto volare l’immaginazione degli italiani, sono ormai boccheggianti. I concorsi pronostici a ottobre hanno infatti raccolto 10,6 milioni di euro con un calo del 19,7% sui 13,2 milioni del 2009. Il Totocalcio con 7,6 milioni circa è in calo del 15,3% sul 2009 quando raccolse quasi 9 milioni; calo drastico del 64% anche per il Totogol. In dieci mesi i concorsi pronostici hanno incassato 82,2 milioni di euro, il 26,7% in meno dello stesso periodo del 2009. Il "13" non smuove più la fantasia dei giocatori, è un sogno del passato buono per le foto del calcio in bianco e nero, travolto dallo sport a tutta velocità di questi tempi e dalle scommesse previste ormai anche in tempo reale, con le puntate che cambiano e si ripetono più volte all’interno della stessa partita.
Giochi nati come svago, come vizio, come passione per numeri e pronostici, ma oggi trasformati in vera e propria industria indispensabile per le casse dello Stato. L’Erario infatti, nei primi nove mesi del 2010 ha incassato da questo comparto oltre 6,6 miliardi di euro. Con gli apparecchi da intrattenimento indicati quali migliori contribuenti in virtù di una raccolta senza precedenti. Da sole nei nove mesi del 2010 le slot hanno infatti assicurato una fatturato di 22,5 miliardi, il 51,1% per dell’intero comparto giochi. «Ma siamo solo all’inizio — spiega Fabio Felici, direttore dell’agenzia Agicos — le Videolotteries infatti rappresentano già un boom visto che i primi 500 apparecchi installati (a regime saranno oltre 57mila ndr) stanno raccogliendo oltre duemila euro al giorno».