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 2010  novembre 08 Lunedì calendario

SOLO LA TV 3D SALVERÀ LE CATENE DELL’ELETTRONICA"

«Sono sicuro che tra un anno le tv a tre dimensioni (led e plasma) faranno il botto: perché saranno accessibili, in termini di costi, ad un’estesa fascia di utenza. Nel caso degli apparecchi led, quelli che sono in grado di convertire le trasmissioni e i film in 3D, la differenza di prezzo rispetto ai modelli tradizionali Lcd è già oggi nell’ordine del 1015%. E sono perciò convinto che questo prodotto possa coprire da subito una quota importante dell’intera domanda di tv in Italia che, nel 2009, è arrivata a 5,9 milioni di unità». A sostenerlo è Pierluigi Bernasconi, amministratore delegato di Mediamarket Italia, la società del gruppo tedesco Metro cui fanno capo i marchi e le catene di negozi Media World e Saturn. Il manager scommette sull’esplosione di questa nuova tecnologia, perché, sostiene, «il consumatore saprà immediatamente riconoscerla, molto di più di quanto è successo per esempio con l’alta definizione". Secondo il manager, quindi, passa da qui dal business dei televisori di nuova generazione, definiti «un rivoluzionario intrattenimento da salotto» la riscossa del mondo della grande distribuzione hitech.
Un’avventura, quella delle tv 3D, che inizia dopo il recente esordio in Italia del digitale terrestre, grazie al quale il giro di affari del mercato dell’elettronica di consumo ha chiuso nel 2009 in ribasso solo del 2% rispetto all’anno precedente, a quota 16 miliardi di euro. E uno dei pochi comparti a salvarsi è stato proprio quello dei televisori, in crescita del 4,5% anno su anno.
Bernasconi, tuttavia, non ostenta ottimismo per il futuro: «Sono troppe le incertezze che gravano sul nostro comparto, a partire dai contributi governativi in favore degli elettrodomestici "bianchi" (frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie) che hanno consentito, insieme agli effetti positivi determinati dallo switch off (digitale terrestre) in corso sul territorio nazionale, di contenere i danni».
C’è da credergli, se lo dice un manager che da oltre 20 anni è sulla tolda di comando della prima azienda italiana nel settore della grande distribuzione non alimentare e in quello dell’elettronica di consumo per volumi di fatturato (2,3 miliardi di euro quello dell’esercizio 2009 e, secondo le previsioni del gruppo, di 2,5 miliardi quello del 2010, con 105 punti vendita di cui due nuovi in cantiere e 7.800 collaboratori). E infatti Mediamarket fa parte di Federdistribuzione, l’associazione che raggruppa la maggioranza delle aziende della Distribuzione Moderna in Italia.
«Aspettiamo, per il momento sottolinea Bernasconi di verificare come andranno le vendite nel mese di novembre e dicembre, un periodo in cui si concentra il 40% del nostro business: fino ad oggi, il comparto dell’hardware (tv e grandi elettrodomestici) ha registrato una crescita del 3%, mentre l’intero comparto del software (dischi, dvd, game e altro) è con il segno meno. Se non ci fossero stati i risultati positivi dell’hardware, avremmo avuto una flessione del 10%, e non del 2%. In assenza di incentivi prevedo per il 2011 un trend negativo».
Nel 2011 infatti verranno meno gli effetti positivi dello swith off che ha ormai coperto tutto il nord e buona parte del centro. Per le aziende è quindi giocoforza puntare su strategie alternative: «E’ arrivato il momento ammette Bernasconi di rilanciare l’Information Technology che in Italia cresce molto meno rispetto alla media Ue. L’accesso ad Internet deve essere al centro dell’azione di governo», Nonostante le difficoltà del settore, Bernasconi rivendica il ruolo strategico che ha avuto la grande distribuzione sulla tenuta dei prezzi al consumo: «A confermarlo è un rapporto della Ue che sottolinea l’importante ruolo svolto dai grandi centri ai fini del contenimento dell’inflazione. Questo è accaduto grazie alla competizione delle imprese che ha inciso positivamente sui prezzi delle vendite. Competizione che si è tradotta in formule commerciali, vedi le campagne sui prodotti garantiti a basso prezzo, che hanno permesso di agire sul mercato in modo trasversale».
Il manager insiste sul ruolo della grande distribuzione come motore della ripresa dello sviluppo economico del Paese: «Il nostro settore non delocalizza le risorse, anzi le concentra sul territorio. Gli investimenti sono nell’ordine di miliardi di euro e consentono di mantenere costante il livello di occupazione e, in prospettiva, di svilupparlo». «Senza dimenticare aggiunge il giro di affari che gravita intorno all’indotto. E’ sufficiente considerare il business generato dagli allestimenti immobiliari realizzati per ogni nuovo punto vendita aperto. Media Market, per esempio, investe il 50% delle sue risorse nell’impiantistica hi tech».
La speranza è dunque che i televisori in 3D riescano a fare la differenza, che si dimostrino in grado di replicare il successo di prodotti che hanno fatto la storia dell’elettronica di consumo, dai cellulari ai pc portatili. Ma il settore ha anche vissuto casi di flop più o meno clamorosi. Qualche esempio?
«Hanno deluso le aspettative i primi televisori Hd Ready e i Net Pc risponde Bernasconi Questi ultimi, in particolare, hanno subito la concorrenza letale dello smartphone. Questi sono i grandi flop, poi ci sono i piccoli flop: penso alla friggitrice senza olio, oppure alla macchina per fare il formaggio in casa». La tecnologia, infine, che stenta in Italia a decollare è quella dell’Ecommerce: «In questo caso ammette Bernasconi esiste un problema culturale. La vendita online non piace molto al consumatore italiano che perfeziona l’acquisto nella maggior parte dei casi nel punto vendita, dove si affina la scelta del modello di Tv o quello del pc o ancora del cellulare, perché è qui che si tocca con mano il prodotto, lo si vede, lo si compara e lo si apprezza».