Alessandro Calvi, Il Riformista 8/11/2010, 8 novembre 2010
I CIRCOLI DELLA BRAMBILLA ESISTONO?
«Popolo della Libertà», risponde una voce maschile. Cortese, certo, ma all’altro capo del telefono ci si aspetterebbe tutt’altra risposta. Il numero composto, infatti, è quello in bella vista sul sito dell’Associazione Nazionale Circolo della Libertà. I circoli della Brambilla, insomma. Quelli che Bocchino dice che ora passeranno quasi tutti con Fini. Già, e però invece dei circoli risponde il Pdl. Ecco, allora, che torna a riaprirsi l’eterna questione: ma quanti sono questi circoli?
«I circoli della Brambilla sono inesistenti», tagliò corto Marcello Dell’Utri. Era il 2007, Michela Vittoria Brambilla era all’apice della sua prima stagione da star, quella delle calze autoreggenti sul divanetto di Porta a Porta. Di lì a poco sarebbe entrata in un cono d’ombra prima della recente promozione al ministero del Turismo. Fu, la sua, una lunga traversata nel deserto che la tenne sulla soglia del Palazzo per quasi due anni, anche perché quella soglia era ben presidiata dai ras dell’allora Forza Italia ma, in fondo, anche dallo stesso Cavaliere che riteneva esaurita la funzione della aspirante ministra, ovvero quella di dare la scossa a un partito che rischiava di rimanere imprigionato in logiche da vecchia politica.
Dell’Utri all’epoca era in rotta di collisione con la Brambilla in quanto titolare di un marchio simile: i circoli del Buon Governo. E, infatti, di Dell’Utri si ricorda un’altra battuta fulminante: i circoli della Brambilla sarebbero stati niente altro che una sottomarca di Forza Italia. Da allora della questione si è tornati a parlare spesso, senza che però nessuno sia mai stato in grado di dire una parola definitiva. E, ora, improvvisamente, l’annuncio di Italo Bocchino.
«Quasi la metà di quelli messi in piedi dal ministro Brambilla per il Pdl» sarebbero pronti a confluire in Fli, ha detto Bocchino il quale in questo modo ha certificato l’esistenza in vita di quei circoli, se è vero che si preparano a mollare il Pdl per dare vita a un esodo di massa verso Gianfranco Fini e il partito che sarà. Bocchino, poi, si è arrischiato addirittura a fare dei numeri: 1000. Ecco perché: «I circoli mappati - spiega un insider - erano 2000 sugli 8000 dichiarati. Ce lo hanno confermato alcuni dei dirigenti che sono passati con noi».
Tra i fedelissimi del Cavaliere, però, per rovesciare il tavolo e dimostrare che quella di Bocchino è una boutade in vista di Perugia, si accetta la sfida, ben sapendo che questo significa accettare anche quanto asserito anni fa da Dell’Utri. «Per smontare l’operazione di Bocchino - osserva una voce da Palazzo Grazioli - la Brambilla avrebbe potuto rispondere semplicemente: “fuori i nomi!”, perché quei nomi, semplicemente, non ci sono». Ma naturalmente il ministro questo proprio non lo poteva dire. E infatti ha risposto spostando la querelle su un terreno del tutto diverso, rivolgendosi soprattutto a Bruno Colomba, uomo chiave della operazione messa in piedi dai finiani in quanto ex uomo chiave dei Circoli della stessa Brambilla.
Sostiene Colomba che «i circoli erano stati chiusi dopo le elezioni del 2008, liquidati». Niente affatto, ha ribattuto la Brambilla, e ha spiegato che i «circoli, anzi, fanno parte del Popolo della Libertà in qualità di fondatori e continuano la loro attività sul territorio con il supporto della sede nazionale di Milano, in via Torino». Il che, forse, può spiegare come mai al loro telefono risponde direttamente il Pdl ma non risponde alla questione posta da Dell’Utri e, addirittura, rischia di aprire un altro fronte: se infatti è già difficile capire quanti sono i circoli della Brambilla, sulla geografia interna al Pdl - fondazioni escluse - è peggio che andar di notte.
Onda azzurra, paladini della libertà, missionari della libertà, pretoriani della libertà: sono tutte sigle che appartengono alla archeologia berlusconiana. Ora è l’epoca delle Squadre della Libertà, opportunamente ribattezzate Team, le quali sono però ancora tutte da inventare. Se ne sta occupando Denis Verdini affiancato da tutti coloro i quali partecipano all’ala movimentista del Pdl: Daniela Santanché, Mario Valducci con i suoi Club della Libertà, e, naturalmente, la Brambilla con Circoli e Promotori della Libertà dei quali si sa che avrebbero funzioni e missioni diverse e poco altro. A dare retta al sito internet, per dire, sembrerebbe che l’interesse sia rivolto a tutt’altre faccende rispetto a quelle che occupano le prime pagine dei quotidiani nazionali. In rasegna stampa, infatti, si segnalano soprattutto articoli come “Cani e gatti finalmente tutelati: qua la zampa, Ministro MVB” tratto da Vanity Fair o “Finita la favola di Ciccio, cinghiale mascotte di Altare”, dal Secolo XIX.
Tutte queste sigle che si contendono le leve di comando nel Pdl - e che, adesso, diventano protagoniste anche della lotta tra Pdl e Fli - aumentano la sensazione di una contesa la cui “ciccia” è in gran parte virtuale. L’unico fatto concreto sembra essere il trasloco armi e bagagli di Colomba tra i finiani. Quante persone in carne ed ossa questo sposterà verso Fini, lo si capirà a dicembre quando è in programma la convention dei Nuovi circoli per l’Italia e la Libertà. E allora l’annosa questione posta da Marcello Dell’Utri avrà finalmente una risposta. Forse.