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 2010  novembre 05 Venerdì calendario

Boehner John

• Reading (Stati Uniti) 17 novembre 1949. Politico. Repubblicano. Dal novembre 2010 “speaker” della Camera • «“E questi”, disse il giovane John presentandoli alla fidanzata, “sono i miei vicini”. Vicini? Debbie strabuzzò gli occhi di fronte a quella tavolata di ragazzi e ragazze fatti con lo stampino: “Si vergognava di dire che erano i suoi 11 fratelli”, ricorda adesso la signora Boehner. “E che dormivano con mamma e papà in quelle due stanze” [...] È da quando è sbarcato a Washington, 1991, che l’ex ragazzino tuttofare dell’Andy’s Cafe, la taverna di babbo Earl, s’è fatto notare per la spola con K Street, dove si raccolgono i rappresentanti dei grandi interessi [...] sarebbe un errore etichettare John con l’acronimo “GTL” che gli hanno appiccicato i democratici: G come golf, T come tanned, cioè abbronzato, e L, appunto, come lobby. È vero: se hai dovuto sgobbare tutto il giorno per studiare dai gesuiti all’università serale, magari da grande ci sta pure il vizio dei viaggi, e delle Camel, e del Merlot [...] Però l´uomo Boehner è molto più complicato di come appare. E molto meno d’un pezzo. Boehner, per esempio, piange. [...] Come quando in aula difese inutilmente gli amici di Wall Street dalla riforma di Barack. Come quando accusò sempre Obama di “abbandonare i ragazzi in Iraq”. Insomma lo Speaker GTL ha un cuore. E non solo quello. Il matrimonio con Debbie gli ha regalato due figli ed è solidissimo: ma in campagna elettorale anche John è stato sfiorato dal solito scandaletto, e guarda caso con una lobbista. L’amore più forte di tutti, però, resta quello per il compromesso. Sì, durante il primo biennio Obama Boehner si è distinto per la sorda opposizione: “No, dannazione, you can’t!” è il grido risuonato nell’aula e rimbalzato come un hit su YouTube. Ma negli 8 anni di George W. Bush fu messo sotto accusa dal partito proprio per la sua vocazione bipartisan. Fino alla comunella nientemeno che col vecchio leone dei Kennedy, Ted, per far approvare la riforma della scuola: purtroppo disastrosa. [...]» (Angelo Aquaro, “la Repubblica” 5/11/2010).