Il Sole 24 Ore 5/11/2010, 5 novembre 2010
QUOTAZIONI MAI COSÌ ALTE PER LO ZUCCHERO
Lo zucchero non è mai stato così caro. In un contesto di rialzi generalizzati per le materie prime, il rally del dolcificante ha subìto ieri una forte accelerazione, che ha proiettato le quotazioni del raffinato a livelli mai raggiunti in precedenza: 772,7 dollari per tonnellata (+3,3%). Contemporaneamente lo zucchero grezzo ha guadagnato un altro 5%, aggiornando il record trentennale a 31,66 cents per libbra.
La debolezza del dollaro e l’imminente arrivo di ulteriore liquidità sui mercati, all’indomani dell’annuncio del piano della Federal Reserve, hanno creato le condizioni giuste per favorire gli acquisti. L’intensità è legata al superamento di soglie tecniche che hanno fatto scattare ordini automatici, ma anche al crescere delle preoccupazioni sull’export indiano, che rischia di essere troppo scarso e troppo tardivo.
Ieri New Delhi ha autorizzato esportazioni per altre 930mila tonnellate di zucchero, che portano il totale da settembre a 1,5 milioni di tonn. Non si tratta però del sospirato piano di liberalizzazione dell’export, ma del via libera a rivendere dolcificante che era rimasto bloccato nei porti a causa di difficoltà nei trasporti, oppure di zucchero raffinato che gli industriali saccariferi erano obbligati a esportare in cambio del via libera all’import di grezzo (accordi che risalgono al 2004-05). Fonti governative citate dalla Reuters indicano invece che l’Open General Licence – con cui il governo indiano dovrebbe autorizzare esportazioni "vere", ossia prive di ogni vincolo – non è imminente, ma arriverà solo dopo un’attenta valutazione del raccolto di canna e del fabbisogno locale: non prima di dicembre, secondo qualcuno, addirittura in aprile secondo altri.
Anche il caffè intanto è stato preso di mira in modo particolare dagli hedge funds: il robusta è ai massimi da due anni (1.994 $/tonn, +3,6%), l’arabica da tredici (205,80 cents/libbra, +4,9%).