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 2010  novembre 05 Venerdì calendario

DUBLINO PREPARA SACRIFICI RECORD

L’Irlanda raddoppia e traccia, per l’anno a venire, il più doloroso budget della sua storia. Tagli alla spesa pubblica e rialzo delle tasse per rastrellare 6 miliardi di euro, il doppio di quanto il governo aveva immaginato nel piano quadriennale di risanamento. Per stare al passo con il programma presentato alla Ue, Dublino, ha deciso di reperire subito il 40% del fabbisogno (15 miliardi di euro in totale) necessario per portare i conti entro il 3% del rapporto deficit/Pil nel 2014. Come avverrà, il ministro delle Finanze, Brian Lenihan, non lo ha detto rinviando al 7 dicembre quando la Finanziaria irlandese sarà illustrata nei dettagli. È certo, comunque, che per tre quarti sarà un intervento sulla spesa e solo per un quarto sulle entrate. L’Irlanda spera, cioè, di riuscire a preservare gran parte di quel combinato di agevolazioni fiscali che furono all’origine del boom degli anni Novanta.

La via individuata da Lenihan prevede, quindi, una decisa sforbiciata subito per chiudere il 2011 con un disavanzo fra il 9 e il 9,5% contro il 12% di oggi. In realtà i numeri si moltiplicano se si considerano le partite straordinarie che zavorrano il bilancio irlandese, ovvero gli interventi pubblici per strappare al fallimento le banche, a cominciare da Anglo Irish. Se, infatti, si calcola anche il conto fin qui emerso per tamponare il crollo del sistema creditizio, il disavanzo irlandese schizza al 32%. Numeri che Lenihan tende a non guardare, concentrandosi sul deficit corrente che, in realtà, è andato aggravandosi per via di una ridotta capacità di crescita del paese. Quest’anno sarà del tutto insignificante - meno dell’1% - rispetto al 3,3 ipotizzato dodici mesi fa. Nel 2011 dovrebbe raggiungere l’1,75% per arrivare al 3,25% nel 2012.

Uno scenario compatibile con il il target dei 15 miliardi di euro che Dublino deve reperire per riportare i conti vicini al pareggio fra quattro anni. E quel target è stato considerato «non insufficiente» dal presidente del Bce, Jean-Claude Trichet, in un’operazione di pubblico sostegno per l’Irlanda. Un obiettivo che per gli irlandesi significherà sacrifici durissimi e il ministro delle Finanze non se lo è nascosto. «Sono assolutamente cosciente - ha detto Lenihan - che le misure in arrivo colpiranno tutti, ma questa è l’unica via per garantire futuro benessere al Paese».

La gravità della situazione è fotografata ogni giorno dall’andamento dei mercati. Ieri lo spread con il bund tedesco, per i titoli a dieci anni, è schizzato a 539 punti base. Resta da vedere se la frustata che l’Irlanda ha inferto ieri su se stessa potrà bastare a invertire il corso. Non tutti ci credono, anche se Dublino per ora non ha molto da temere: non deve andare sul mercato fino alla prossima primavera.