Paolo Casicci, il venerdì 5/11/2010, 5 novembre 2010
Il bello - si fa per dire - della burocrazia è che riesce a bussare anche alle porte di un’isola deserta
Il bello - si fa per dire - della burocrazia è che riesce a bussare anche alle porte di un’isola deserta. L’isola, in questo caso, è quella di San Giulio sul Lago d’Orta, e le porte sono quelle del monastero benedettino Mater Ecclesiae. Qui, da quarant’anni, un’ottantina di monache di clausura restaurano tessuti pregiati per conto di musei e soprintendenze di mezza Italia, mai sfiorate da particolari obblighi di legge se non da quelli fiscali, regolarmente adempiuti. Ora, però, un decreto obbliga i laboratori non professionali, come il loro, a munirsi di una certificazione. Per le benedettine di San Giulio significa dover prendere la barca e un treno fino a Torino, frequentare un corso abilitante e superare un test. In una parola, interrompere la clausura. Loro si rifiutano: meglio continuare a lavorare, incuranti della legge e di eventuali ispezioni. Come se le isole deserte esistessero davvero.