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 2010  novembre 04 Giovedì calendario

SOCCORSO FED, «STAMPA» 600 MILIARDI —

Rispettando le attese, la Federal Reserve Usa ha ieri deciso una nuova operazione straordinaria di sostegno all’economia per 600 miliardi: acquisterà titoli di Stato a lungo termine entro il secondo trimestre del 2001, spendendo quindi 75 miliardi al mese. L’obiettivo della Banca centrale statunitense è di fornire nuovi stimoli monetari alla ripresa, favorendo il calo del costo del denaro e incentivando il ricorso a prestiti e mutui. Così è stato confermato il livello prossimo allo zero — tra 0 e 0,25% — dei tassi di interesse che rimarranno bassi per «un periodo prolungato di tempo». Si tratta del secondo intervento non convenzionale, di quantitative easing, della Fed in due anni: il presidente, Ben Bernanke, lo aveva preannunciato già a metà ottobre e quindi il mercato in qualche modo ne ha già in parte scontato l’impatto con l’indebolimento del dollaro nei confronti di euro e yen. Ieri però, dopo l’annuncio, il biglietto verde ha ulteriormente perso terreno sulla moneta unica, che dopo aver chiuso a 1,4013 è salita a 1,4179 dollari, il massimo da gennaio. Anche lo yen si è rafforzato oscillando attorno a 79,75 sul dollaro, il livello più basso dalla seconda guerra mondiale, toccato anche nell’aprile 1995.
Le Borse europee hanno seguito Wall Street, in altalena già per i risultati delle elezioni di midterm che hanno penalizzato la presidenza Obama. Hanno chiuso tutte in calo con Piazza Affari in perdita dell’1,01%, Londra in discesa dello 0,15% e Francoforte dello 0,55%. Wall Street, dopo aver risposto all’annuncio di Bernanke con un ribasso, ha virato in positivo rivelando la soddisfazione per la strategia della banca centrale.
«Il ritmo della crescita economica e del mercato del lavoro è lento» ha sottolineato la Fed per spiegare la nuova immissione di liquidità, destinata a «promuovere una ripresa più forte e aiutare l’inflazione a restare in linea». C’è da vedere come risponderanno oggi e domani la Banca centrale europea e la Banca centrale giapponese. La Bce dovrebbe continuare a mantenere i tassi fermi senza cambiare per ora rotta. C’è da vedere come reagirà il Giappone che ha già avvertito di non avere intenzione di «restare a guardare» mentre lo yen continua a rafforzarsi. E come reagiranno la Cina e le altre economie emergenti, come il Brasile che ieri ha annunciato di voler contrastare l’eccessivo rafforzamento del real. «Mi batterò contro la guerra delle valute» tra Cina e Usa, ha affermato ieri il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva in vista del vertice dei capi di Stato e di governo dei Venti Paesi più ricchi del mondo a Seul. Dove si discuterà di monete ma anche di regole della finanza e di crescita a due velocità dell’economia mondiale.
Alla riunione l’Ocse, che riunisce i Paesi industrializzati, presenterà il suo nuovo scenario di previsioni: l’economia nell’area crescerà quest’anno il 2,5-3%, il 2-2,5% nel 2011 e il 2,5-3% nel 2012. In Eurolandia, in particolare, la crescita sarà più debole: 1,5-2% per il 2010 e 2011 e 1,75-2,25% per il 2012. Le eredità più pesanti della crisi, secondo il rapporto Ocse, sono i «livelli insostenibili» di deficit e debiti pubblici e la «disoccupazione che rischia di diventare di lunga durata». «La priorità per le politiche economiche è tornare alla normalità consolidando la ripresa», ha sottolineato il segretario generale dell’organizzazione di Parigi, Ángel Gurría.
Stefania Tamburello