Arnaud Maillet, Nòva24 4/11/2010, 4 novembre 2010
IL MISTERO DELLA SCOPERTA TARDIVA DELL’OCCHIALE
Allo stato attuale delle nostre conoscenze, è impossibile individuare l’inventore degli occhiali, ossia delle due lenti racchiuse in una montatura nasale per vedere meglio («occulis de vitro cum capsula» è la definizione più antica che si conosca, del 1316). (...) Non sappiamo né a cosa somigliassero precisamente i primissimi occhiali né il nome del loro inventore. Edward Rosen, in uno studio divenuto un classico, avanza però una data probabile: i primi occhiali sarebbero stati prodotti attorno al 1286 da un artigiano vetraio di Pisa. (...)
In una cronaca del 1313, nel monastero domenicano di Santa Caterina a Pisa, viene fatto l’elogio funebre del monaco Alessandro Spina, di cui è detto che, se non fu l’inventore degli occhiali, fu però sufficientemente abile manualmente da riprodurli, dopo aver visto il modo di fabbricarli di un anonimo vetraio. Diversamente da questo artigiano, che manteneva segreto questo suo procedimento di fabbricazione certamente per motivi di profitto, Spina rivelò come produrli. Uno studio più recente tenta di spostare l’invenzione degli occhiali verso l’Europa del Nord e la fa risalire attorno agli anni tra il 1230 e il 1240, o al massimo 1260. (...) Tuttavia, il fatto che, nell’antichità, Seneca utilizzi, per leggere, una sfera dipinta d’acqua dal potere ingrandente dimostra che l’idea di occhiali, o meglio di strumenti ingrandenti, non era estranea prima del tredicesimo secolo. Ricordiamoci che i Fenici conoscevano già l’arte del vetro, che le distanze focali erano empiricamente note, come pure l’arte di produrre lenti sufficientemente limpide e trasparenti. Lo conferma l’archeologia: al museo di Cartagine sono conservate lenti bi-convesse in vetro ottico del II secolo a.C. (rinvenute durante gli scavi del sito di santa Monica). (...) La questione di fondo è dunque: perché l’invenzione degli occhiali fu così tardiva?