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 2010  novembre 04 Giovedì calendario

IL CAUCCIÙ VOLA AL RECORD STORICO - I

danni alle coltivazioni provocati dall’eccesso di piogge monsoniche, insieme alla crescita vertiginosa dei consumi in Cina e India, stavano già compromettendo l’equilibrio del mercato del caucciù. Adesso la situazine sta precipitando. Il sud della Thailandia e il nord della Malaysia, regioni che rappresentano il cuore della produzione mondiale, sono colpiti da alluvioni che hanno completamente bloccato la raccolta di lattice. Una situazione che rischia di trascinarsi per qualche tempo e che ieri ha fatto salire al record storico le quotazioni delle qualità di gomma destinate alla fabbricazione di pneumatici: a Singapore la Rss3 ha chiuso a 413 cents/kg.

Le forti precipitazioni, effetto del fenomeno meteorologico della Niña, si sono abbattute in particolare sulla provincia thailandese di Songkhla, dove si trova uno dei maggiori mercati mondiali del caucciù, quello di Hat Yai. Da quell’area proviene il 90% dei circa 3 milioni di tonnellate di gomma prodotte ogni anno dalla Thailandia, paese che è il maggiore fornitore mondiale. Per ora non c’è allarme su eventuali danni permanenti alle piantagioni. L’acqua, che ha raggiunto in alcune zone l’altezza di due metri, ha tuttavia paralizzato ogni attività, nelle campagne così come negli uffici commerciali, ed è già stata rinviata la spedizione di almeno 50mila tonn. di gomma Rss3. Per Prapas Ueranontat, segretario della Thai Rubber Association, «la produzione mensile nella regione potrebbe ridursi del 20-30%».

L’emergenza arriva in un momento di particolare effervescenza della domanda. L’Association of Natural Rubber Producing Countries (Anrpc) stima che le scorte cinesi di caucciù si siano ridotte del 70% rispetto ai massimi dell’anno e prevede che Pechino accrescerà del 42% le sue importazioni nel quarto trimestre, portando il totale 2010 a 1,68 milioni di tonn.(contro gli 1,59 del 2009).

Anche l’India, intanto, è costretta ad acquistare sempre più caucciù: in ottobre le piogge torrenziali hanno abbattuto la sua produzione del 7,6% (a 82mila tonn) mentre le importazioni – spinte dal boom dei consumi per pneumatici – si sono impennate di oltre l’80% (a 18.148 tonn). Un fenomeno non episodico: l’import indiano, raddoppiato nel 2009, potrebbe salire quest’anno 175mila tonn. (+2,5%).