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 2010  novembre 04 Giovedì calendario

SCUOLA PRIVATA GIULIO TROVA I SOLDI

Perfino Gianni Letta, gentiluomo di Sua Santità, è restato sorpreso. Da mesi nel governo il punto di riferimento chiave per il Vaticano è il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. È stato il presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, ad annodare il rapporto con pazienza, a presentare Tremonti prima al segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, e poi a papa Benedetto XVI. Qualche incontro è stato pubblico, ma la frequenza di contatti è stata tale che i più sono rimasti riservati e informali. Non è stato così ieri, quando Tremonti si è trovato oltre Tevere allo stesso tavolo insieme a Gotti Tedeschi e il cardinale Bertone a parlare di crisi dei mercati finanziari in un simposio organizzato da Ior e Apsa sul tema “Paesi sviluppati e paesi emergenti”. L’incontro era da tempo in calendario, anche se a porte chiuse, e davanti al ministro dell’Economia c’erano i più importanti prelati vaticani. Sarà stato per non presentarsi a mani vuote, ma per una volta Tremonti ha benedetto l’occasione derogando alla linea dei tagli draconiani inseriti nella legge di stabilità per il 2011. Il ministro dell’Economia da qualche giorno era bersagliato da una raffica di articoli critici del quotidiano dei vescovi italiani, Avve-
nire, per i tagli in tabella alla scuola cattolica. Il pressing dei vescovi si era fatto sentire anche in parlamento, dove 150 parlamentari di maggioranza e opposizione guidati dal PdL Gabriele Toccafondi chiedevano di restituire i fondi sottratti alle paritarie. La cifra non era da poco, perché all’appello mancavano oltre 200 milioni all’anno per il prossimo triennio. Il ministero dell’Economia aveva resistito e spiegato che ogni ministero poteva derogare ai tagli lineari rimodulando la spesa fra i vari capitoli a patto di mantenere invariato il saldo dei risparmi. Se si voleva evitare il taglio alle scuole cattoliche, sarebbe bastato tagliare di più altrove e trasferire i fondi lì. La soluzione però non era stata trovata. Così alla vigilia dell’incontro Vaticano il bel gesto è arrivato direttamente dal ministro dell’Economia: in un comunicato ha ufficializzato il reintegro dei 200 milioni per il 2011. E per le vie brevi ha fatto sapere ai parlamentari che ci penserà direttamente lui, utilizzando i fondi a disposizione del ministero dell’Economia. Un biglietto da visita importante prima di incontrare ieri il cardinale Bertone. Ma anche
un segnale politico evidente lanciato in un momento non facilissimo per l’esecutivo: il governo c’è, e ha intenzione di tenere stretti i rapporti con i poteri che contano.
Il caso Tremonti-Vaticano non è isolato. Anche il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, ha voluto lanciare un segnale importante in direzione del Quirinale. Con i tagli del decreto estivo, erano infatti esaurite quasi tutte le risorse per finanziamenti a comitati celebrativi e ad edizioni nazionali. Il “quasi” è pleonastico: non
c’era più un euro a disposizione. Bondi ha chiesto perfino ai suoi dirigenti di tagliarsi i compensi e le spese di funzionamento delle commissioni pur di trovare i fondi per finanziarne almeno uno. La cifra non è rilevantissima, ma la scelta pesa: i 182 mila euro così ricavati finiranno a un solo comitato, quello per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Camillo Benso conte di Cavour, vistoha annotato lo stesso ministro«lo stretto collegamento con la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità di Italia» a cui tiene più di ogni altra cosa il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Chiesa e Quirinale, i segnali di fumo lanciati dicono che il governo pensa ancora di superare le secche e restare in piedi.