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 2010  novembre 04 Giovedì calendario

Tanzania, un albino eletto in Parlamento - Due destini. Salum Khalfani Barwani vive in Tanzania, è albino, è appena entrato nella storia del suo Paese e dell’Africa, primo albino eletto, ieri, in parlamento

Tanzania, un albino eletto in Parlamento - Due destini. Salum Khalfani Barwani vive in Tanzania, è albino, è appena entrato nella storia del suo Paese e dell’Africa, primo albino eletto, ieri, in parlamento. Non è una curiosità, un fatto statistico: in Tanzania coloro che soffrono di questa malattia della pelle sono vittime di discriminazioni, cacciati come bestie, uccisi per servire a orribili sacrifici umani. Li chiamano «mzungu», lo spregiativo usato per i bianchi ai tempi del colonialismo. Barwani, che milita per l’opposizione, ha semplicemente avuto fortuna, è nato dalla parte giusta della frontiera: in un Paese dove il presidente si batte, intrepidamente, per difenderli. Fino a ordinare di modificare la costituzione per condannare a morte coloro che li uccidono. Un Giusto nel territorio del Male. Dieudonné, invece, viveva in Burundi, appena al di là della frontiera, con la madre. Aveva appena quattordici anni. Anche lui era albino. Era. Perché ieri uomini armati di machete hanno fatto irruzione nella sua capanna e lo hanno rapito. È stato ritrovato solo il busto, gettato nella foresta come un rifiuto. Gli assassini hanno portato con sé braccia e gambe. Le hanno già vendute: due milioni e mezzo di scellini burundesi, almeno, per ogni arto, circa duemila euro, una mano da sola vale 1500 euro. Non mancano i mercati di questa carne umana sulle rive del Lago Vittoria, orribili templi della superstizione e della ferocia che si fa commercio, e che nessuno riesce o vuole smantellare. Le tariffe del cannibalismo magico sono enormi per Paesi come il Burundi e la Tanzania, dove due terzi della popolazione vive sotto la soglia della povertà. Ma nulla è troppo caro per placare diavoli senza età che l’Africa continua a portarsi in tasca insieme al telefonino e all’abbonamento a Internet. Il destino di Barwani forse servirà ad evitare altri Dieudonné, a scrostare dal cuore questa feroce superstizione. Perché in Tanzania, in Congo, in Kenya, in Camerun, in Mali il terrore che leggi negli occhi delle vittime è lo stesso, i racconti dei superstiti eguali: decine, centinaia gli albini assaliti, squartati, braccia gambe teste lingua sangue raccolti in un bidone e venduti. Diventano ricchi grazie a loro, marabutti, guaritori, stregoni. In Africa le vittime di questa anomalia genetica, l’assenza di melanina e la mancanza di pigmentazione della pelle, dei capelli e degli occhi, sono più numerose che altrove: uno su 4000 in media, addirittura uno su mille in alcune zone. In Europa la proporzione è uno su ventimila. Sono dei maledetti, dei segnati. Non abbastanza neri per essere africani, non abbastanza bianchi per essere bianchi, geni delle acque, spiriti, mezzi dei e mezzi uomini, maledizione o benefizio. La comunità li caccia, è vietato toccarli. Ma sono anche mediatori tra la terra e il regno dei morti, la loro carne, le loro unghie interrate restituiscono prosperità alle bestie e al suolo. In Mali si mormora che anche i leader politici li usino, di nascosto al momento delle elezioni, per ingraziarsi la vittoria.