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 2010  novembre 03 Mercoledì calendario

RUBY: QUANDO ANDAI AD ARCORE ERO INCINTA

«Dove siamo?», chiede Ruby all’amica Priscilla quando il cancello si apre e appare la villa di Arcore, «un villone», ricorda lei. «Dal presidente», risponde la brasiliana, agente immobiliare. «M’è preso un colpo. Io fino a pochi mesi prima dormivo su una panchina a Catania», e quella sera del 14 febbraio 2010, Karima El Mahrough, in arte Ruby, minorenne e senza documenti, ”imbucata” alla festa grazie a una bugia sull’età («avevo detto di avere 24 anni anche alla mia amica») quella sera Karima racconta d’essersi sentita una “Cenerentola” scaltra: i complimenti di Berlusconi, il regalo di 7mila euro, la collana di Damiani, «ma mentre ero lì pensavo che a mezzanotte sarei tornata ai miei sacrifici». Ai guai, soprattutto, Ruby all’epoca è un ”fantasma”, è in fuga, ed è pure incinta, «ho pensato anche di tenere il figlio, ma ho capito che non era il caso e ho abortito».
Ma intanto è lì, nella villa del premier, «per la prima e ultima volta» assicura in un’intervista al settimanale ”Oggi” in edicola stamattina. Indossa un tailleur pantaloni panna, ha i capelli raccolti, Berlusconi nota le sue gambe, «sono lunghissime». C’è una statua di marmo nella villa che il padrone di casa mostra alle sue ospiti, ha «la testa del premier e il corpo da Superman». A cena Ruby è seduta accanto a Silvio. «Eravamo dieci ragazze, tutte molto appariscenti, c’era anche Emilio Fede». Una cena tricolore (pasta al pomodoro, pesto e formaggio) ma niente di che, poi il regalo per tutte, un cuore di Damiani per San Valentino, le canzoni di Apicella, il presidente-mattatore che per lei, nuova arrivata, canta ”Se tu non fossi tu”, racconta la barzelletta del Buga bumga e «prende in giro i politici di sinistra, tipo Bersani». Prima che Ruby vada via, Berlusconi la porta nel suo studio, «sapeva che avevo problemi e voleva aiutarmi». Le regala una busta con 7mila euro, non vuole nulla in cambio. «Non sono un uomo cattivo, non stare sulle tue», le dice salutandola. Niente sesso, giura lei.
Quando Lele Mora, a cui Ruby si è rivolta per lavorare, sa della festa ad Arcore avvisa Berlusconi che la ragazza è minorenne. «Silvio mi ha chiamata subito per dirmi che l’avevo deluso e non voleva più sentirmi». La sua colpa è questa, ammette la ragazza appena maggiorenne, «ho mentito sull’età». Ma anche Silvio, dice, ha delle colpe, «quella di fare entrare in casa sua gente che non conosce. Lui è un’istituzione, dovrebbe comportarsi di conseguenza. Casini come Noemi e la D’addario se li è cercati. Non può pretendere discrezione con gente sconosciuta».
La notte del 27 maggio scorso, appena uscita dagli uffici della Questura, Karima sente ancora una volta Silvio. Nicole Minetti, a cui è stata affidata dopo che gli agenti l’hanno fermata con l’accusa di furto, le spiega che a salvarla è stato Berlusconi, glielo passa al telefono, «lui mi dice che non vuole più sentirmi». Le indagini in cui è coinvolta (quella per furto e sfruttamento della prostituzione) intanto vanno avanti: dalla casa-famiglia di Sant’Ilario sono stati portati via vestiti, scarpe, ma anche appunti e foto della ragazza, materiale per il suo libro-autobiografia «in cui dirò tutto di tutti». Tante bugie anche sulla festa, sarà giovedì, no stasera, non ci sarà. Pare che Karima abbia già festeggiato con gli amici, una cena ieri, a notte inoltrata, in una discoteca di Genova.