Guerrera, Il riformista 3/11/2010, 3 novembre 2010
IL MITO DI POLANSKI “IL PIANISTA” COLLABORAVA CON I NAZI?
L’accusa è di quelle scabrose. Wladyslaw Szpilman, il musicista ebreo-polacco che Roman Polanski ha raccontato nel pluripremiato e struggente Il Pianista, sarebbe stato un collaboratore dei nazisti e non (solo) un martire del ghetto di Varsavia, scampato all’Olocausto grazie alla musica. La straordinaria interpretazione di Adrien Brody alias Wladyslaw Szpilman nel 2002, da Oscar e Palma d’Oro, sarebbe quindi basata su una storia, almeno parzialmente, falsa: questo è ciò che sostiene la giornalista polacca Agata Tuszynska nella sua biografia Imputata: Wiera Gran. Wiera Gran è stata un’attrice e cantante da cabaret molto famosa in patria prima e durante la seconda guerra mondiale. Su di lei, però, ha sempre pesato l’accusa di collaborazionismo con la “Varsavia ariana” e la “Gestapo 13”, il ramo hitleriano che volgeva sul ghetto della capitale polacca. Nei processi denazificatori del dopoguerra (era il 1947) fu proprio l’eroe polanskiano Szpilman ad accusarla, tra gli altri, di essersi venduta al nemico. Il libro della Tuszynka, invece, lancia più o meno le stesse accuse, ma a parti invertite. Secondo la ricostruzione della giornalista sulla vita della Gran, Szpilman si sarebbe salvato perché era un «uomo della Gestapo», coinvolto nella polizia ebraica del ghetto. Inoltre, «avrebbe tentato di uccidere» Wiera Gran, come tra l’altro aveva già postulato nel 2008 alla Gazeta Wyborcza un’altra giornalista polacca, Joanna Szczesna. Le tessere di questo puzzle però, per molti, puzzano di vendetta. Anche perché lo stesso Szpilman nel suo libro Il Pianista (che poi sarebbe diventato glorioso film) l’aveva quasi ignorata, sfocandola in qualche riga con lo pseudonimo “Signora K.”. Il figlio del pianista Andrzej ha già annunciato che si rivolgerà alla giustizia per bloccare il libro che «infanga la storica figura» del padre. Mentre la vedova Szpilman alla testata polacca Panorama si è chiesta «cosa abbia mai fatto di male il marito per meritarsi questo». L’ex ministro degli Esteri polacco Bartoszewcki ha definito le accuse «vergognose». Mentre per due storici di Varsavia, Marian Turski e Cezary Krol, mancano le prove alla Tuszynka, forse solo in cerca di “stonata” pubblicità per il suo libro.