Massimo Sideri, Corriere della Sera 03/11/2010, 3 novembre 2010
L’ITALIA? SOLO OTTAVA IN EUROPA PER RICERCA
La notizia — ahinoi — è che non c’è notizia. «Nelle top 1.000 società nel mondo che investono in Ricerca e Sviluppo le italiane sono pochissime» sintetizza sconfortato Alberto De Monte, principal di Booz Allen, la società che ogni anno tratteggia la mappa dell’innovazione. «Se in Europa siamo il terzo o il quarto Paese per Pil in Ricerca e Sviluppo siamo ottavi (dopo Germania, Francia, Svizzera, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Finlandia e Svezia, ndr). E stiamo parlando delle grandi aziende. Figuriamoci con le pmi». A dire la verità il 2009 ha segnato il passo un po’ per tutti a livello macro: per la prima volta dal 2000 gli investimenti complessivi delle prime 1.000 aziende sono scesi: dai 521 miliardi di dollari del 2008 ai 503 del 2009 (-3,5%). Segno della crisi. Ma le grandi aziende hanno tenuto: il «big spender» tra le aziende è Microsoft con oltre 9 miliardi. A guidare la classifica dei Paesi ci sono sempre gli Usa (201,351 miliardi contro i 162 dell’Europa). Ma colpisce anche la «pochezza» — per una volta — della Cina: solo 6,6 miliardi con un peso dell’1% globale. In pratica è l’unica volta in cui l’Italia, con i suoi 5,6 miliardi, può vedersela con il gigante asiatico. Ciò che colpisce, per De Monte, è che sulla carta potremmo fare solo meglio: «Il 50% di questi investimenti viene da tre settori: salute, automotive ed elettronica. E nei due ultimi gruppi siamo ben presenti con Fiat e Finmeccanica. Cosa manca? Una politica industriale da parte del governo». Ma non è il momento migliore per parlarne e aspettarsi qualcosa.
Massimo Sideri