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 2010  novembre 03 Mercoledì calendario

UNIONE MILITARE LONDRA-PARIGI

L’entente cordiale acquista concretezza: Francia e Gran Bretagna sono diventati partner strategici nel settore nucleare e della Difesa. Di fronte a uno stuolo di generali e ammiragli dei due paesi, il presidente francese Nicolas Sarkozy, in visita ufficiale a Londra, e il premier britannico David Cameron hanno firmato ieri due accordi di cooperazione di vasta portata. «Oggi abbiamo raggiunto un livello di fiducia reciproca senza precedenti nella nostra storia», hanno affermato i due leader in una dichiarazione congiunta.

L’intesa sul nucleare, che ha una durata di cinquant’anni, prevede una stretta collaborazione tra scienziati inglesi e francesi nella ricerca e sviluppo dei missili e della nuova generazione di sottomarini nucleari. Il centro di ricerca e sviluppo comune sarà a Aldermaston in Inghilterra, mentre a Valduc in Francia verrà costruito un centro di simulazione che aprirà nel 2014, dove verranno condotti i test sulle testate nucleari. «Questo è un accordo pragmatico nel settore più delicato di tutti, il nucleare, che renderà più sicure entrambe le nostre nazioni», ha detto Cameron.

Il secondo accordo riguarda la cooperazione militare: verrà stabilita una forza congiunta con cinquemila soldati da ogni paese che sarà comandata a turno da un ufficiale francese o inglese e avrà sostegno navale e aereo. Il reparto sarà operativo già dal 2011. I due paesi inoltre faranno esercitazioni comuni, collaboreranno su nuovi satelliti militari e velivoli telecomandati senza pilota e condivideranno l’uso delle portaerei. La portaerei francese Charles de Gaulle e la portaerei britannica in via di costruzione saranno rese compatibili in modo che una sola possa essere utilizzata dai velivoli di entrambe le nazioni.

La cooperazione sarà pratica e reale, ha detto Sarkozy in conferenza stampa rivolgendo una domanda retorica ai vicini di casa: «Se voi, amici inglesi, dovrete affrontare una grave crisi, potete davvero immaginare che la Francia se ne stia seduta con le braccia incrociate, dicendo che non sono affari nostri?». I molti critici inglesi dell’accordo hanno ricordato che, senza dover risalire a Trafalgar e Waterloo, la Francia non ha sostenuto la Gran Bretagna nella guerra delle Falkland e si è schierata contro l’invasione dell’Iraq. Non ci sarà mai uno spiegamento militare senza accordo politico, ha chiarito Sarkozy, ma ora c’è la forte volontà politica di operare insieme.

I due paesi, nemici per secoli, sono ora «partner naturali in materia di Sicurezza e Difesa», dato che sono le uniche due potenze nucleari in Europa, fanno entrambi parte della Nato e del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sono già impegnati in operazioni congiunte in Afghanistan e Africa e sono inoltre i due paesi dell’Unione che spendono di più per la Difesa (da soli raggiungono la metà del totale Ue, ha sottolineato Cameron).

Londra e Parigi hanno anche un obiettivo comune: mantenere una Difesa all’avanguardia ma tagliare i costi in linea con le misure di austerità varate da entrambi. «Possiamo migliorare le nostre capacità difensive e nel contempo risparmiare soldi evitando duplicazioni inutili», ha detto Cameron. Il governo di coalizione due settimane fa ha annunciato tagli alla spesa pubblica tra i quali la riduzione dell’8% del budget della Difesa.

«Oggi apriamo un nuovo capitolo nella lunga storia di cooperazione tra Gran Bretagna e Francia in materia di difesa e sicurezza», ha detto ieri Cameron, sottolineando però che i due paesi «sono e resteranno nazioni sovrane, in grado di schierare le nostre Forze armate indipendentemente e nel nostro interesse nazionale». Osteggiato dall’ala più a destra del partito conservatore, che teme una graduale erosione della sovranità nazionale o perfino una transizione furtiva a un esercito paneuropeo, Cameron ha voluto enfatizzare che l’intesa siglata ieri «è per la salvaguardia del nostro interesse nazionale.

Si tratta di una cooperazione pratica tra due paesi sovrani». In Francia «la sovranità è un argomento delicato tanto quanto in Inghilterra - ha concluso Sarkozy - ma il fatto è che insieme siamo più forti, insieme siamo migliori, insieme possiamo difendere meglio i valori che condividiamo».