Alessandra Farkas, Corriere della Sera 30/10/2010, 30 ottobre 2010
BABY IMPUTATA A 4 ANNI: IN BICI HA INVESTITO UN’ANZIANA —
La maggior parte delle sue coetanee gioca con le bambole, frequenta l’asilo e in questo periodo dell’anno aspetta con trepidazione Halloween per il tradizionale rito autunnale dei «dolcetti o scherzetti».
Ma a soli quattro anni, Juliet Breitman si ritrova a dover far fronte a ben altro gioco: comprendere il senso della citazione di un giudice newyorchese che le ha intimato di presentarsi in tribunale per rispondere all’accusa di «negligenza». La sua colpa: aver investito un’anziana nell’aprile del 2009 mentre, in sella al suo triciclo rosso fiammante, gareggiava con l’amichetto Jacob Kohn sul marciapiede di fronte alla loro casa di Manhattan.
Il responso del giudice Paul Wooten, della Corte Suprema di New York è stato lapidario. Dopo aver rifiutato l’argomentazione « non sui juris » - ovvero la non responsabilità giuridica della bimba in ragione della tenera età —, Wooten ha accordato il via alla causa legale istituita contro Juliet dai parenti del-l’ottantasettenne Claire Menagh, deceduta in ospedale tre settimane dopo l’incidente, proprio a causa delle fratture riportate.
Non contenti di aver querelato le madri dei due amichetti, Dana Breitman e Rachel Kohn, i famigliari della donna sono decisi a trascinare di fronte a una giuria popolare anche Juliet, rea confessa di aver investito la Menagh, mentre camminava di fronte al loro grattacielo sulla cinquantaduesima strada, spedendola all’ospedale con una frattura all’anca poi rivelatasi letale.
Invano l’avvocato del l a bimba, James Tyrie, ha cercato di persuadere il giudice dell’innocenza della sua cliente. «Al momento della disgrazia, Juliet non stava cimentandosi in attività sconsiderate e da adulta — ha spiegato il legale —, stava solo andando in bicicletta, sotto la supervisione di sua madre». In altre parole: era troppo giovane per essere giudicata penalmente responsabile.
Dalla sua, l’avvocato di Juliet era convinto di avere decenni di giurisprudenza americana pro-infanzia. «I nostri tribunali hanno stabilito con chiarezza che un minore di quattro anni è incapace di negligenza», ha insistito Tyrie. Ed è stata proprio quest’argomentazione, alla fine, a tradirlo. «Tyrie ha perfettamente ragione», ha replicato il giudice Wooten, facendogli notare che al momento dell’incidente Juliet aveva quasi 5 anni (le mancavano tre mesi al compleanno) e che quindi, secondo la legge Usa, «è abbastanza grande da poter essere citata in giudizio».
Contro di lei il magistrato ha riesumato l’oscura sentenza della Corte d’Appello «Camardo V. New York State Rys.» che nel lontano 1928 indicava i quattro anni come la soglia massima dell’irresponsabilità giuridica. Da quell’età, decretò il tribunale, «nessuna legge fissa un’età arbitraria in cui è lecito aspettarsi un certo livello di considerazione».
Poco importa se nel 1928 l’America era un pianeta profondamente diverso, dove lo sfruttamento del lavoro minorile, il linciaggio de gli afro-americani nel profondo sud, la violenza domestica e il proibizionismo erano all’ordine del giorno. «La presenza dei genitori — ha sentenziato il giudice — non dà a un bambino ragionevole carta bianca per indulgere in comportamenti rischiosi quali correre per la strada o attraversarla, senza guardare prima a destra e poi a sinistra».
Alessandra Farkas
I LIMITI DI ETA’ PER LA RESPONSABILITA’ PENALE –
7 anni: Svizzera, Sudafrica, Nigeria
8 anni: Scozia, Sri Lanka
10 anni: Inghilterra, Galles, Irlanda del Nord, Australia, Nuova Zelanda
12 anni: Olanda, Canada, Grecia, Turchia
13 anni: Francia
14 anni: Italia, Germania, Bulgaria, Romania, Cina
15 anni: Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Rep. Ceca, New York, Sud Carolina
16 anni: Spagna, Giappone, Texas, Polonia
18 anni: Belgio, Lussemburgo