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 2010  novembre 03 Mercoledì calendario

Antonio Calitri per Italia Oggi - Gianfranco Fini potrebbe tornare nei ranghi del centrodestra, anche sotto la guida di Silvio Berlusconi, e garantire un patto per completare la legislatura fino alla scadenza naturale del 2013

Antonio Calitri per Italia Oggi - Gianfranco Fini potrebbe tornare nei ranghi del centrodestra, anche sotto la guida di Silvio Berlusconi, e garantire un patto per completare la legislatura fino alla scadenza naturale del 2013. A patto però di diventare il successore universale del premier con una sorta di testamento politico firmato davanti a un notaio che preveda anche salate penalità. Un patto simile a quello sempre citato ma mai confermato dagli interessati, con il quale Berlusconi siglò l’alleanza di acciaio con Umberto Bossi dopo il tradimento del 1994 e che li vede tuttora insieme. Al di là del teatrino della politica di questi ultimi mesi, sembra che nessuno dei due fondatori del Pdl possa davvero permettersi di rompere definitivamente e andare verso una crisi al buio. Fini aspira a guidare il paese ma anche se viene continuamente illuso dai suoi consiglieri è consapevole che almeno in questo momento non può andare oltre un partito a una cifra, non può uscire dal perimetro del centrodestra perché con il terzo polo diventerebbe una comparsa e non può neppure affrontare una campagna elettorale con le casse vuote. Lo stesso Berlusconi che pure gli vuole lasciare il cerino per farlo fuori in campagna elettorale è consapevole che senza uno scudo, la sentenza della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento lo può pensionare anticipatamente così come un governo tecnico lo può cuocere a fuoco lento. Oltre a ritrovarsi con un partito che anche senza i colonnelli ex An sta cadendo a pezzi e non gli garantisce solidità. In questo contesto e al di là della quotidiana prova muscolare che può passare pure da un appoggio esterno, come auspicato dal finiano Fabio Granata, le colombe del Cavaliere sono al lavoro per cercare di ricompattare i due. Ufficialmente non ci crede nessuno ma il sottosegretario Gianni Letta è convinto che ci siano ancora i margini. Lui, insieme al guardasigilli Angelino Alfano si è messo al lavorare per la ricucitura essendo il solo che può scavalcare il muro dei consiglieri finiani e dialogare direttamente con il presidente della Camera. Secondo alcune indiscrezioni, Fini starebbe davvero valutando la possibilità di firmare un patto di legislatura con Berlusconi. Un patto sicuramente politico, dove insieme ai cinque punti, alla giustizia ci sarebbe visibilità anche per Futuro e libertà, a partire dal rilanci del Mezzogiorno e sull’immigrazione. Nel patto, per il momento relegato a fantapolitica ma del quale si iniziano a vedere sempre più segnali, come alcune indiscrezioni attribuite a Fini sui quotidiani di ieri (su la Stampa, «fuochi d’artificio ma non tradiamo», su Libero, «se Silvio molla rientro nei ranghi»). Segno che almeno in privato Fini inizia a far trapelare l’intenzione di voler restare nel centrodestra. A dividere, ancora per un po’ di tempo, Fini da Berlusconi ci sarebbe però un notaio. Il presidente della Camera pretende che un accordo politico ed economico dettagliato che gli restituisca dignità, rimborsi elettorali, una buona parte dei patrimonio di An e soprattutto un ruolo da co-fondatore ora e alla prossima legislatura. Un accordo che dovrebbe addirittura prevedere un ticket per il 2013 con Berlusconi premier e Fini vice per poi prenderne il posto se davvero il Cav. riuscirà a salire al Quirinale. Tutto però deve essere sottoscritto davanti a un notaio e prevedere fortissime penalità anche economiche in caso di mancato rispetto. Sembra fantapolitica ma dalla parte di Fini c’è il precedente di quel patto più volte menzionato, siglato davanti a un notaio milanese tra Bossi e Berlusconi che fece ripartire il centrodestra nel 2001.