Daria Egidi, varie, 3 novembre 2010
BERLUSCONI E IL CASO RUBY
Karima Rashida el Marhug, in arte “Ruby Rubacuori”, marocchina, nata l’1 novembre 1992. È appena diventata maggiorenne e tutti i giornali parlano di lei. Pochi giorni fa è venuta a galla una storia, che risale al maggio scorso e riguarda lei e il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Nella notte tra il 27 e il 28 maggio questa bella ragazza alta 1 metro e 80 viene portata dai poliziotti alla questura di Milano. È accusata di aver rubato un orologio e tremila euro. Le cose sono andate così: qualche sera prima una giovane di nome Caterina P. e tre sue amiche l’hanno ospitata a dormire da loro dopo una serata in discoteca. La mattina dopo, mentre Ruby dormiva, le tre amiche sono andate a fare colazione al bar sotto casa. Al rientro Ruby non c’era più. Mancavano anche tremila euro e qualche gioiello. Caterina P. non sapeva dove abitasse questa Ruby. Ma qualche giorno dopo (il 27 maggio) la vede per caso in un centro benessere di corso Buenos Aires. Chiama il 113, la accusa di furto, una volante arriva veloce e porta Ruby in questura.
Ai poliziotti Ruby, che è straniera e senza documenti, dice di abitare con una ragazza che fa l’escort e non è mai in casa. Stanno per mandarla in una comunità, ma alle undici di sera arriva una telefonata al capo di gabinetto della questura, Pietro Ostuni. Dall’altra parte c’è il caposcorta del presidente del Consiglio, che di lì a poco cede la parola allo stesso Berlusconi: «Dottore, conosciamo questa ragazza, ci è stata segnalata come parente del presidente egiziano Hosni Mubarak (ma è bene ricordare che la ragazza è marocchina, ndr) e dunque sarebbe opportuno evitare che sia trasferita in una struttura di accoglienza. Credo sarebbe meglio affidarla a una persona di fiducia e per questo volevo informarla che entro breve arriverà da voi il consigliere regionale Nicole Minetti che se ne occuperà volentieri». In effetti Ruby esce dalla Questura alle due di notte, accompagnata da Nicole Minetti.
Nicole Minetti, 25 anni, già soubrette nei programmi televisivi Colorado Cafè e Scorie, poi igienista dentale al San Raffaele di Milano dove avrebbe conosciuto Berlusconi, che quest’anno l’ha fatta eleggere al consiglio regionale della Lombardia.
Il questore assicura che, nonostante l’intervento del Cavaliere, è stata seguita la normale procedura: l’iniziale ordine del pm di portare la minorenne in una comunità protetta non sarebbe stato eseguibile perché la polizia aveva verificato che nelle comunità per minori contattate non vi era in quel momento disponibilità di accoglienza. Il Corriere della Sera, però, dice di aver rintracciato con un giro di telefonate almeno quattro strutture di primo piano a Milano che a maggio avrebbero avuto posto e che non furono mai chiamate quella notte. Comunque Nicole Minetti, prendendo con sé Ruby, avrebbe avuto «l’obbligo di tenerla a disposizione del pm e vigilare sul suo comportamento». Invece, appena usciti dalla questura di via Fatebenefratelli, se ne disinteressò e lasciò che andasse a stare da una brasiliana che arrivata con lei dalla polizia. La ragazza brasiliana dice di essere stata lei ad avvertire il premier che Ruby era stata fermata dalla polizia.
La questione però non si è evidentemente chiusa lì. Il magistrato ha interrogato la ragazza che ha raccontato una storia incredibile. Bisogna fare un salto indietro di un anno. Ruby si chiama ancora Karima e vive a Letojanni, in provincia di Messina, in una casa famiglia insieme ai suoi. Il padre fa il venditore ambulante. La ragazza partecipa a un concorso di bellezza, il presidente della giuria è il direttore del Tg4, Emilio Fede, 79 anni. Il giornalista è amichevole e affettuoso con lei, le dice che dovrebbe conoscere Lele Mora, che può aiutarla per entrare nel mondo dello spettacolo. Glielo presenta e Karima non ci pensa più di tanto: scappa per andare a Milano (maggio 2009). Grazie all’aiuto di Lele Mora, racconta Ruby, comincia a lavorare in un disco-bar etnico ospitato in un sotterraneo sulla via per Linate. Fa la cubista e balla la danza del ventre che ha imparato da sua madre.
Il 14 febbraio di quest’anno Emilio Fede le telefona e le dice di prepararsi perché la vuole «portare fuori», ma non le dice dove e con chi. Passa a prenderla con l’auto blu e, scortati dai carabinieri, i due arrivano ad Arcore. Le presentano Silvio Berlusconi, che è «molto cortese». Ci sono altre ragazze (una ventina circa) e solo due uomini (il premier e Fede). Dopo la cena Ruby torna a casa: Berlusconi le ha regalato un vestito bianco e nero, tutto luccicante di Swarovski.
Seconda gita ad Arcore, un mesetto dopo. C’è ancora Emilio Fede. Lele Mora le preannuncia che il premier le chiederà sicuramente di rimanere per la notte, ma la rassicura: non ti preoccupare, non ci saranno avances sessuali, nessuno ti metterà in imbarazzo. Finita la cena, Ruby partecipa per la prima volta al «bunga bunga»: una specie di orgia – racconta – dove lei è l’unica vestita. Segue bagno nella piscina coperta.
La barzelletta del “bunga bunga” gira dagli anni Ottanta (pare che il primo a raccontarla sia stato Claudio Bisio a teatro). Due uomini vengono catturati in Africa da una tribù di indigeni. Legati al palo, viene chiesto al primo dei due: «Vuoi morire o bunga bunga?». Il prigioniero sceglie bunga bunga: viene quindi sodomizzato da tutta la tribù. Il capo tribù rivolge la stessa domanda al secondo prigioniero, che terrorizzato sceglie la morte. Risposta del carnefice: «Okay, prima bunga bunga, poi morte».
Poco tempo dopo, la terza cena ad Arcore, molto più tranquilla: ci sono George Clooney, Elisabetta Canalis e Daniela Santanché (che hanno smentito tutto). Ruby viene presentata come la nipote di Mubarak.
Come prove della veridicità del suo racconto, Ruby mostra i regali che avrebbe ricevuto dal premier, con il quale, precisa, non ha mai fatto sesso: orologi e gioielli, vestiti, una bella Audi. In tutto sostiene di aver ricevuto dal capo del governo più di 150mila euro (in contanti e in tre mesi) e soprattutto la promessa che le avrebbe comprato un centro benessere.
In base al racconto della ragazza, Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti sono indagati per favoreggiamento della prostituzione. Fede (che ancora oggi – 2 novembre - fa sapere di non aver ricevuto nessun avviso di garanzia) dice che la conosce appena. Nel concorso siciliano Ruby «non era neanche la più bella». All’inizio Berlusconi, alla domanda di commentare tutte queste affermazioni sul suo conto, risponde che non si occupa di spazzatura. Poi dà la sua versione: ha aiutato la ragazza perché è generoso e di buon cuore. Non le ha regalato la macchina ma l’ha solo aiutata la notte che era finita in questura. Tra le sue frasi di questi giorni: « Sono un ospite unico, direi irripetibile, gioioso e pieno di vita: amo la vita e le donne», e «Sono fatto così da sempre, qualche volta mi capita di guardare in faccia una bella ragazza, ma è meglio essere appassionato di belle ragazze che gay». Forse il giudizio più duro sul premier è arrivato da Famiglia Cristiana, che indica nel comportamento di Berlusconi «uno stato di malattia, qualcosa di incontrollabile anche perché consentito, anzi incoraggiato, dal potere e da enormi disponibilità di denaro».
Intanto Ruby ha compiuto diciotto anni, ora le sue foto si possono mostrare senza più censure; siti, giornali e trasmissioni se la contendono. La giovane insiste sul fatto che le sue parole sono state manipolate, che c’è stato solo un incontro col premier e che gli sarà riconoscente per sempre («quella notte al telefono mi ha pure fatto la ramanzina, mio padre quando avevo 12 anni mi voleva dare in sposa a uno di 49»). Ha venduto in esclusiva a un settimanale le foto della sua festa di compleanno e ha ammesso che le piacerebbe scrivere un libro sulla sua vita. Tanto per cominciare ha annunciato che giovedì sarà ospite di Michele Santoro ad Annozero: «Ci vado gratis. Non so chi saranno gli ospiti, non mi interessa, non ho paura. Non importa se Berlusconi non ha piacere che vada in tv. Lo adoro come uomo, ma la politica non mi interessa. Non voto nessuno».
Il caso è sulle pagine di tutto il mondo. Berlusconi è accusato, oltre che di malcostume (grande sarebbe lo sconforto all’interno della Chiesa, che fino ad oggi lo ha sostenuto), di abuso d’ufficio, per via della telefonata fatta in questura e della bugia sulla nipote di Mubarak. Il suo partito – il Pdl – è in fibrillazione. È possibile che Fini, l’alleato-nemico, domenica prossima decida di ritirare la sua delegazione dal governo. Il governo è seriamente in pericolo, essendo l’”affaire Ruby” solo l’ultimo di una serie di casi, politici, giudiziari e scandalistici, che hanno scosso dalle fondamenta il Cavaliere e il suo gabinetto.