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 2010  novembre 03 Mercoledì calendario

9,6 milioni di dollari alla Chiesa che rimpiange Pio XII - É un «otto per mille» a dir poco consistente quello che il popolare attore australiano Mel Gibson, la cui stella si è di recente offuscata a causa di alcuni episodi di percosse sulla sua ex compagna, ha donato alla Chiesa della Sacra Famiglia: 9,6 milioni di dollari

9,6 milioni di dollari alla Chiesa che rimpiange Pio XII - É un «otto per mille» a dir poco consistente quello che il popolare attore australiano Mel Gibson, la cui stella si è di recente offuscata a causa di alcuni episodi di percosse sulla sua ex compagna, ha donato alla Chiesa della Sacra Famiglia: 9,6 milioni di dollari. Offerta gene­rosa e importante, oltreché deduci­bile dalle tasse. C’è un piccolo parti­colare da aggiungere, però. La «Holy Family Church» con sede a Malibu, a Los Angeles è una chiesa istituita dallo stesso Gibson, il qua­le, com’è noto, segue da molti anni il rito antico preconciliare e si è po­co a poco avvicinato non alle posi­zioni di monsignor Lefebvre ma a quelle più radicali dei cosiddetti «sedevacantisti», cioè di coloro che considerano la sede apostolica vacante dalla morte di Pio XII per­ché ritengono che tutti i suoi suc­cessori, nonostante siano stati legit­timamente eletti, non siano in real­tà­veri Papi a causa del Concilio Va­ticano II e delle posizioni da esso emerse. L’importante donazione di Gib­son porta il patrimonio della Chie­sa della Sacra Famiglia, che si trova a Malibu, al numero 30188 della W. Mulholland Highway, Agoura Hil­ls, a circa sessanta milioni di dolla­ri. Non male, considerando che i parrocchiani che ne frequentano le latinissime liturgie sono appena una settantina. La Chiesa di Gib­son non ha nulla a che vedere con l’arcidiocesi di Los Angeles ed è offi­ciata dal prete francescano Cle­ment Procopio, già sospeso dalla celebrazione della messa dal vesco­vo di Phoenix Thomas J. O’Brien. La cappella privata in stile ispani­co, che sorge all’interno di una co­struzione sulla cima di una brulla collina, è sostenuta finanziaria­mente dalla Fondazione A.P. Reil­ly, istituita dallo stesso Gibson. Per l’attore australiano trapianta­to in America, reso famoso da im­portanti film d’azione che hanno sbancato il botteghino, autore e re­gista di opere controverse e comun­que di successo, come The Passion , dedicato alle ultime ore di vita di Gesù, non è un bel momento. Ne­anche dal punto di vista delle dona­zioni, dato che l’ex compagna, mamma di una bambina figlia di Mel Gibson, lo ha appena denun­ciato per non aver provveduto ai ventimila dollari pattuiti per gli ali­menti della bambina. Mentre han­no fatto a lungo discutere le regi­strazioni delle telefonate con mi­nacce e offese pesanti alla stessa compagna, la modella russa Oksa­na Grigorieva. Sono lontani i tempi dell’uscita di The Passion , girato a Matera, il film che nel 2004 ha rimesso l’ac­cento sulle terribili sofferenze pati­te da Gesù sul Calvario, e che è sta­to accusato dalle comunità ebrai­che americane di essere antigiudai­co. Grazie alle polemiche mediati­che suscitate, l’opera di Gibson,re­citata tutta in aramaico e latino, ha conosciuto un successo ecceziona­le. Molto minore l’eco di un altro film, Apocalipto , crudo film sulle usanze dei Maya alla vigilia dell’ar­rivo dei conquistadores, uscito nel 2006. Successivamente la vita per­sonale dell’attore è stata tutto un declino: fermato alla guida in stato di ebrezza, ha insultato due poli­ziotti. Poi la separazione dalla mo­glie, la love story con la bella model­la russa e infine la separazione an­che da questa. Un’influenza particolare sulle idee religiose di Gibson l’ha eserci­tata il padre dell’attore, Hutton Gib­son, finito più volte nei guai per di­chiarazioni negazioniste sull’Olo­causto.