Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  novembre 02 Martedì calendario

Notai: nessuna invidia per il sistema Usa - Non si poteva offrire agli sciacalli miglior boccone che l’annullamento del concorso a notaio svoltosi nei giorni scorsi a Roma, fino alla proposta di abolire l’ordine dei notai e, già che ci siamo, tutti gli ordini

Notai: nessuna invidia per il sistema Usa - Non si poteva offrire agli sciacalli miglior boccone che l’annullamento del concorso a notaio svoltosi nei giorni scorsi a Roma, fino alla proposta di abolire l’ordine dei notai e, già che ci siamo, tutti gli ordini. Ora, di certo, gravissima irregolarità è stata commessa, forse reato, con probabilità coinvolgente qualcuno dei membri della commissione, che però non sono solo notai, ma anche magistrati e professori universitari. Ma il dott. Ainis è sicuro che la categoria dei giornalisti non annoveri qualche delinquente? Bisogna allora abolire l’ordine dei giornalisti? L’autogol più clamoroso è poi guardare con invidia al sistema statunitense. Forse il dott. Ainis ignora: che nel mondo anglosassone (principalmente Stati Uniti e Inghilterra) vige il sistema del common law, contrapposto al nostro del civil law; che il primo sistema opera senza notaio e senza garanzie preventive (si compera alla sperindio e se poi le cose vanno male si ricorre all’avvocato, pagando però di più di quanto si sarebbe pagato al notaio); che il secondo sistema si avvale del notaio pubblico ufficiale che fornisce garanzia preventiva della bontà dell’acquisto sotto la propria responsbilità; che praticamente tutti i paesi dell’ex area comunista e quelli emergenti si stanno dotando del sistema di civil law; che i maggiori economisti sono concordi nell’affermare che lo sfascio dei subprime non si sarebbe verificato se negli Stati Uniti fosse esistito il notaio; che per dimostrare la labilità del sistema di circolazione degli immobili in America, un bello spirito è recentemente riuscito ad intestarsi l’Empire State Building. Ma i notai vanno preparati e selezionati, non è un concorso fallito che può far crollare tutto il sistema. E se il dott. Ainis dovesse comprar casa, non credo che si avvarrebbe del primo amanuense che piazzasse un banchetto all’angolo della strada, come non affiderebbe la cura della propria salute al primo sedicente medico, privo delle garanzie che solo l’appartenenza ad un ordine può offrire. GIANFRANCO RE PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE DEI NOTAI DEL PIEMONTE E VALLE D’AOSTA In Italia va così: tu chiedi l’abolizione degli ordini, accodandoti a un’analoga richiesta che l’Antitrust ripete invano dal 1997, l’Unione europea dal 2005, e via elencando; dopo di che gli ordini reagiscono definendoti senza troppi complimenti uno «sciacallo». Dunque un buongustaio che si nutre di cadaveri, fra i quali - è da presumere - va annoverato pure l’ordine dei notai. Ma invece no, tranquilli: non c’è nessun funerale in vista per gli ordini professionali, benché introdotti dal fascismo nel 1938, l’anno delle leggi razziali. L’unico funerale che celebriamo a giorni alterni riguarda la libertà di concorrenza. (Michele Ainis)