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 2010  ottobre 31 Domenica calendario

NASCE FORZA DEL SUD


Arrivano al Teatro Politeama in duemila da tutta la Sicilia e da altre regioni per veder nascere «Forza del Sud», per acclamare tra fanfare, cravatte e foulard arancioni Gianfranco Micciché, ideologo e condottiero di questo movimento deciso a restare ancorato al centrodestra e soprattutto al Cavaliere. Ma applaudono ancora più forte quando il leader che l’anno scorso voleva creare il «Partito del Sud» con l’ex alleato Raffaele Lombardo, deciso a bilanciare la forza della Lega, certo che «i terroni siano meglio dei polentoni», sfida e sferza il premier.

Osa il «ribelle» che, da sottosegretario all’Economia, ha rotto con i big siciliani del Pdl, da Alfano a Schifani. Osa su due fronti. Sia per lo spazio chiesto nell’agenda politica del governo: «La fedeltà non è infinita, Berlusconi ci metta nelle condizioni di stare con lui, altrimenti saremo contro di lui». Sia per l’esplicito e inatteso richiamo al caso Ruby: «Vogliamo stare con Berlusconi, ma lui deve cambiare, con tutte le ragioni che ha. Potrebbe cambiare lo stile di vita che a lui piace, ma che a noi ci fa stare male».

In prima fila c’è però chi non applaude e drizza un dito per dire no. Solo un cenno. Unico moto di disagio per il più eccellente degli invitati, il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, foulard arancio, pronta ad una interpretazione morbida: «Qualche eccesso retorico di Gianfranco può essere letto solo in chiave positiva e di sostegno nei confronti del premier». Né Micciché replica a fine manifestazione, pur senza arretrare: «Non era un attacco, solo uno sfogo per dire che, parlando di etica e morale, è meglio finirla con queste cosette...».

Nasce comunque con qualche vistoso malumore questo partito il cui embrione era stato preparato più di un anno fa con Lombardo e anche con il capogruppo del Pd Antonello Cracolici. Altri tempi. Entrambi si sono sganciati dal «ribelle» del Pdl per fare un governo adesso osteggiato dallo stesso Micciché, come dai suoi avversari interni, il fronte Alfano-Schifani. Sarà forse anche per questo che Fedele Confalonieri ha chiesto a Berlusconi di impedire la nascita del nuovo partito, subito redarguito dal sottosegretario: «Io non mi permetto di dare a Confalonieri suggerimenti sul palinsesto di Canale 5».

Hanno fatto il conto che «Forza del Sud» potrà contare su 25 parlamentari. Esclusa dal calcolo la Prestigiacomo, solo «invitata»: «Resto nel Pdl, ma nel Sud occorre dare forza». Un gioco di parole che dà fiducia a Micciché. Come succede con il ministro Mara Carfagna, attesa ma assente «non per motivi politici»: «Mi dispiace che, almeno questa volta, il Pdl non abbia saputo ascoltare e non sia riuscito a contenere la spinta meridionalista che oggi sfocia in un nuovo movimento...».

Parla soprattutto di crisi Micciché, di un Sud che deve camminare sulle sue gambe: «Oggi il film è finito, quattrini non ne arriveranno più. Occorre una vera classe dirigente...». Da contrapporre al peso della Lega. Anche sfoderando quell’arancione di cravatte e pochette sbandierate come sfida: «Il colore dell’allegria contro il buio nebbioso del verde padano».