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 2010  novembre 02 Martedì calendario

Una bussola per la crescita futura - Per il pellegrinaggio Hajj, uno dei cinque pilastri dell’Islam, che inizierà tra il 14 e il 18 novembre, sono già partiti per la Mecca 11

Una bussola per la crescita futura - Per il pellegrinaggio Hajj, uno dei cinque pilastri dell’Islam, che inizierà tra il 14 e il 18 novembre, sono già partiti per la Mecca 11.200 musulmani cinesi, secondo quanto annuncia l’amministrazione statale cinese per gli Affari religiosi. Yang Shuli, assistente del presidente dell’Istituto islamico cinese, ha precisato che i pellegrini saranno quest’anno intorno ai 13 mila e arriveranno nella città santa dell’Arabia Saudita a bordo di voli charter in partenza da Pechino, Lanzhou, Urumqi, Yinchuan e Kunming. Il primo volo è partito il 18 ottobre scorso dall’aeroporto di Lanzhou, mentre l’ultimo aereo per i pellegrini è previsto giovedì prossimo. I censimenti sono strumenti di potere e controllo e, quasi simbolicamente, la storia tramandata vuole che la divinità più popolare del pianeta, Gesù Cristo, sia nato in coincidenza con il primo censimento su larga scala dell’Occidente, quello dell’imperatore romano Tiberio. I censimenti in Cina hanno una storia ancora più antica, erano uno strumento essenziale di amministrazione e organizzazione dello stato, delle risorse e della potenza militare. Soldi, soldati e terra dovevano essere attentamente verificati per preparare gli antichi stati cinesi ad affrontare calamità, guerre o la semplice raccolta delle tasse. Con queste due tradizioni imponenti alle spalle il censimento cinese oggi in corso è una verifica essenziale per Pechino e il mondo. Quanti sono i cinesi, quanto è grande la loro economia? Quanto mangiano e quanto spendono? Quanto è diversa la loro vita in campagna o in città, sulla costa o all’interno? Le risposte a queste domande determineranno quanto potranno davvero spendere per consumare i prodotti che oggi esportano o acquistare beni di lusso, e non, fabbricati nell’Occidente oramai quasi ex opulente. Certo delle risposte oggi si hanno, ma soltanto a spanne. Si sa che i cinesi sono circa 1,4 miliardi e che la loro economia, all’attuale tasso di cambio, dovrebbe avere le dimensioni di circa un terzo di quella americana. Si sa che risparmiano oltre il 50 per cento di quello che guadagnano e che la gente più povera è nelle campagne dell’interno mentre i più ricchi sono nelle città della costa. Sono risposte vaghe che non bastano a programmare seriamente i passi futuri, visto che poi, sempre a spanne, nel prossimo decennio o quasi la Cina potrebbe superare l’economia americana, almeno secondo il calcolo quasi esoterico della parità di potere di acquisto (Ppp), cioè cosa si compra con 10 yuan in Cina o con 10 dollari in America. A Pechino si aspettano sorprese, visto che i numeri disponibili finora sono solo frutto di stime, proiezioni con poche verifiche sul campo. Ci si aspetta che il numero della popolazione sia più grande di quello stimato, che la ricchezza sia maggiore. Le incertezze maggiori però riguardano tutto quello che c’è intorno al grado di inurbamento della popolazione. Oggi si pensa che le persone in città siano meno del 50 per cento, potrebbero però essere molte di più se si metteranno nel calcolo tutti gli emigranti che oggi sono nelle metropoli senza avere cambiato la propria residenza ufficiale. Il grado di inurbamento diventa un metro più solido della capacità di consumo interno del Paese, e quindi potrà calcolare più concretamente in che misura la Cina potrà trasformarsi da nazione fondamentalmente esportatrice a importatrice. Il grado di istruzione, di accesso alla sanità, alla igiene pubblica darà il senso di quanta strada la Cina dovrà fare nei prossimi anni per fornire a tutti una copertura sanitaria quasi pubblica, una istruzione che sia, se non gratuita, almeno fruibile. Soprattutto dovrebbe registrare quanto la Cina stia davvero invecchiando, visto che la politica del figlio unico ha sottratto centinaia di milioni alla crescita naturale della popolazione. In questo, viste le sfide internazionali del Paese e che la Cina pone al mondo, i risultati del censimento cinese saranno per la prima volta di importanza globale: ci diranno concretamente quanto sia effettivamente veloce la traiettoria su cui «l’Impero di mezzo» è incamminato cosa noi occidentali abbiamo davanti per il nostro futuro. Sui risultati però ci sono anche tante incertezze. Quanto saranno coscienziosi e solerti i verificatori di questo immenso censimento, il più grande e esteso della storia (non foss’altro per il numero delle persone da censire)? Da questa solerzia, e dal grado di fiducia che i controllori avranno della solerzia dei sottoposti, dipenderanno molti dati e quindi le varie interpretazioni. Così davanti alle fantastiche proiezioni numeriche che arriveranno, occidentali pigri e svogliati potranno nascondersi dietro il dito dell’incertezza, della imprecisione. La verità però è già davanti ai nostri occhi, prima della conclusione del censimento. Non c’è da aspettarsi un dio in terra o un nuovo profeta, la profezia bussa alla porta di casa: i numeri cinesi saranno enormi.